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Gerusalemme e il Futuro della Spiritualità

La città di Gerusalemme invece di essere un ostacolo alla pacificazione del Medio Oriente potrebbe diventare il simbolo di un nuovo modo dell’umanità di intendere la fede e la spiritualità diventando la capitale internazionale delle religioni.

La travagliata storia di Gerusalemme deve far riflettere sul fatto che nessuna religione si deve sentire padrona di una città o di un territorio. La religione è un fatto personale e si dovrebbe “appropriare“ solo dei singoli individui o altrimenti possono ancora nascere le varie “guerre sante” o “proclamate sotto la protezione di Dio”: in genere usate per mandare i cittadini di una nazione alla conquista di terre straniere per la gloria o gli interessi di chi li governa.

Ma è la particolare storia millenaria di questa città, che di fatto blocca il processo di pace in Medio Oriente, poiché i palestinesi possono rinunciare a molta terra, ma non alla loro vecchia capitale, e gli israeliani, nonostante la moderna e attiva Tel Aviv, rinuncerebbero difficilmente ad avere un controllo totale della loro storica “capitale spirituale” a scapito dei palestinesi.

E spezzarla in due, oltre ad essere difficilmente attuabile, probabilmente la stravolgerebbe inutilmente.

Una soluzione potrebbe essere quella di farla diventare una “ Città Stato”, a statuto internazionale, magari controllata al 33% da rappresentanti delle Nazioni Unite, in modo da farla diventale Capitale Internazionale delle Religioni, visti i grandi significati simbolici rappresentati per tutte e 3 le principali religioni monoteistiche: Ebraismo, Cristianesimo, Islamismo. Quindi un’altro 33% spetterebbe a rappresentanti Israeliani, l’altro 33% a rappresentanti Palestinesi, e un 1% simbolico verrebbe lasciato scoperto, cioè in un certo senso assegnato a Dio. Magari l’1% non è molto, ma del resto “Lui” non vive quaggiù con Noi.

L’attività di studio su testi sacri e la presentazione di progetti per il dialogo interreligioso dovrebbe poi col tempo coinvolgere più attivamente i rappresentanti delle religioni di tutto il mondo (Buddismo, Induismo, ecc.).

Diventando una Città Stato, simile a Città del Vaticano in Italia, potrebbe poi avere una rapida rinascita economica puntando sul redditizio Turismo Religioso Internazionale.

Il faro che le Nazioni Unite dovrebbero seguire è l’Ecumenismo Gandhiano: “ tutte le fedi del mondo costituiscono una rivelazione della verità, ma tutte sono imperfette perché espresse da uomini imperfetti, e per questo occorre tributare alle religioni degli altri lo stesso rispetto che si porta alla propria.”

E la prova di autentica fede non dovrebbe essere il rispetto di una regola religiosa affermata da un particolare uomo religioso in un determinato momento storico della religione di un Paese, ma il rispetto incondizionato per gli altri e la loro libertà, che è un principio religioso valido in ogni luogo e in ogni tempo.

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