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Intervista al segretario della sinistra Ungherese: la svolta autoritaria e la pseudo sfida ai diktat europei

La scorsa estate Agoravox ha pubblicato un'intervista al segretario del Partito di Sinistra Ungherese per capire meglio la situazione del Paese europeo dopo la vittoria del partito conservatore. Ho deciso di contattare il segretario della Sinistra Verde (Zöld Baloldal) Attila Trasciatti visto le recenti manifestazioni contro il Governo. Il mio scopo in realtà è anche un altro. Purtroppo da quando i maggiori partiti di sinistra europei hanno sposato completamente l'economia neo liberista ed hanno voluto appoggiare il Governi tecnici come è accaduto in Grecia e in Italia, la reazione è sempre un crescente malessere dove trovano linfa vitale i partiti reazionari ed i movimenti di estrema destra. L'Ungheria è diventato un esempio per molte persone che giustamente si oppongono alla resa dei Governi ai diktat della BCE e dell'UE con a timone la Germania. Ma l'Ungheria è un esempio pericolosissimo e per questo ho deciso di approfondire, tramite una testimonianza diretta, quello che sta accadendo. Il mio invito è rivolto a chi in buona fede crede ad una pseudo alternativa come quella ungherese. Dovrebbe essere chiaro: il mostro del dogma dell'economia liberista non si combatte con un altrettanto mostro nato dalla paura e dalla disperazione.

Ripercorriamo brevemente la recente storia ungherese. L'11 Aprile del 2010, dopo anni di Governo fallimentare del Partito Socialista, ha vinto un Partito Conservatore e per la prima volta è entrato in Parlamento un partito neonazista (Jobbik) che dal 2,5 per cento che aveva, è passato al 16,7. Il governo ha introdotto la censura, ovvero gli organi di stampa e di informazione (anche su internet) sono controllati governativamente.

Quindi se qualsiasi giornalista volesse scrivere qualcosa di negativo sul Premier e Governo, verrà punito con una multa di diverse decine di migliaia di euro. Lo stesso vale per l'organo di informazione e chi non ha i soldi necessari si vedono costretti a chiudere.

In pratica, si può scrivere e dire solo ciò che il governo vuole che si senta. Hanno inoltre varato una nuova Costituzione dove si afferma praticamente che è ungherese solo colui che è cristiano e che la medesima tutela solo coloro che rispondono a questa descrizione. Ci sono accenni pressanti a Dio, patria, famiglia, Cristianità, Regno e Santa Corona. Inoltre la nuova Costituzione può essere anche un'apertura alla Monarchia dal momento che non esplica che forma debba avere il nuovo stato: è stata a cancellata la denominazione di "Repubblica Ungherese" trasformandola in Ungheria.

A Budapest inoltre sono stati cambiati i nomi di Piazza Mosca, Piazza della Libertà e Piazza della Repubblica, poiché ricordano i regimi passati.

L'estate scorsa ha rilasciato un'intervista ad Agoravox anticipando che le cose potessero degenerare. Cosa è cambiato da allora?

Da quest'estate la situazione in Ungheria di fondo non è cambiata, ma si sta esasperando sempre di più. Nel senso che le politiche liberticide del governo Orbán si fanno sentire ancora di piú, nonché il piano di austerità fa stringere ulteriormente la cinghia degli ungheresi. Dall'altra parte ci sono le forze di estrema destra che si fanno sempre piú aggressive.


Il Fidesz, il partito di governo, ha vinto le elezioni promettendo prosperità, criticando la manovra economica del governo precedente, mentre ha dimostrato di saper togliere ancora di piú, dalla tasca della popolazione. Queste manovre impopolari le ha giustificate dicendo che è l'Unione Europea a voler questo e non loro, e che se ne usciamo tutto potrá ritornare sulla strada della normalitá.

Chiaramente in molti hanno "abboccato" all'amo imputando alla UE e alla BCE la situazione economica generatasi. Senza contare che un'eventuale uscita dall'Unione in questo momento, oltre che ad un tracollo economico immediato perché l'Ungheria ha quasi tutte le sue risorse economiche in mano a capitali stranieri, significherebbe un libero sfogo del delirio totalitarista.

Qui in Italia una gran parte dell'antagonismo al neoliberismo sta prendendo esempio dal Governo Ungherese. Orban in effetti ha varato una nuova legge che richiede una maggioranza dei due terzi per modificare il sistema fiscale esistente. Una vera e propria sfida all'Unione Europea e alla BCE. Inoltre ha approvato il nuovo statuto della Banca Nazionale di Ungheria che la rende di fatto nazionalizzata. Un programma che molti antagonisti al neoliberismo se l'aspetterebbero dalla Sinistra. Cosa risponde?

Rispondo che è un inganno la pseudo alternativa che il Governo propone. E' pura demagogia perché come già dissi alla scorsa intervista, la caduta del comunismo reale in Ungheria ha portato ad un rifiuto della Sinistra in quanto tale, per cui in occasione delle prime elezioni libere ci fu un'ondata di partiti di destra che entrarono in Parlamento, poiché erano loro che si erano opposti maggiormente al regime precedente. La destra però cominciò subito con politiche di liberalizzazione e privatizzazioni sfrenate che accumularono il malcontento della popolazione che voleva maggiori libertà ma non un impoverimento dovuto dalle poltiche neo liberiste, così alle elezioni successive votarono il Partito Socialista. E purtroppo, come le sinistre che hanno governato l'Europa, venne ugualmente meno alle aspettative continuando ad appoggiare le politiche liberiste e le privatizzazioni.

Ora, il nostro partito è estremamente critico nei confronti degli organismi finanziari internazionali, e critico nei confronti dell'Unione Europea. Ma non da antieuropei. Per noi l' UE potrebbe essere la soluzione giusta per far valere a livello europeo i diritti dei lavoratori, per esempio. Essendo membri del Partito della Sinistra Europea, stiamo lavorando, insieme ad altri partiti, coma la Die Linke tedesca, il Partito Comunista Francese o Rifondazione, a delle soluzioni sociali comuni e cercando di combattere a livello europeo il liberismo sfrenato.

Orbán puó imputare a sé stesso la causa del tracollo economico, dal momento che tutte le finanziarie fatte e approvate dal suo governo erano tese a spremere le classi sociali piú povere; mentre invece aumentando controlli fiscali, tassando le multinazionali, e introducendo una politica fiscale "a scala" si sarebbe recuperato molto di piú, non toccando i lavoratori e pensionati con il risultato di avere il favore della popolazione. Ma questo Orbán non lo ha fatto, perché un conto è quello che dice in televisione e un conto è quello che discute con i poteri forti. Europei e non.

Che clima state vivendo a causa di tutto ciò?

In tutta questa situazione, come in tutte le situazioni di crisi economica, la gente media si rifugia nell'estremismo violento. Per questo proliferano i movimenti neonazisti, fascisti e xenofobi. Loro ormai si fanno vedere a tutte le manifestazioni dell'opposizione democratica, con l'intenzione di provocare e di aggredire, ma grazie alla polizia, i cui sindacati più forti sono attivi nei movimenti di opposizione si riesce sempre a evitare il peggio. Nonostante tutto, grazie a un loro sito web, con server negli USA, i fascisti continuano a fomentare odio arrivando a mettere i nomi degli antifascisti, con foto, numeri di telefono e indirizzi, incitando i loro aderenti a cercarli e colpirli "poiché sono tutti traditori giudei e bolscevici".

Un movimento terrorista di estrema destra ha stilato una classifica di antifascisti da uccidere, in cui figurano anche due nostri membri della segreteria nazionale, il nostro portavoce e il vice-presidente del comitato politico, i quali rischiano ogni volta che escono da soli per strada, poiché soggetti spesso ad aggressioni, per ora fortunatamente, solo verbali. Ieri però, dopo una manifestazione antifascista, siamo andati a prendere il caffè in un bar, quando ci siamo accorti che una dozzina di neonazisti ci ha seguiti, ma fortunatamente la cosa non è sfuggita agli agenti che hanno circondato il bar e di fatto ci siamo ritrovati ai nostri tavolini a fare quello che tutti fanno fra amici, però per la prima volta nella nostra vita non in condizioni normali, ma con la scorta che è rimasta lì fin quando non ce ne siamo andati. Situazioni di questo tipo credo che avverranno ancora purtroppo, ma non è questo che ci scoraggia nella lotta per la difesa della democrazia.

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