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Internet e pornotax

Il consiglio dei ministri ha approvato il decreto attuativo che prevede extra–imposte per disincentivare la produzione e vendita di materiale pornografico e lo sfruttamento della credulità popolare.

Con la manovra anti-crisi è stata quindi introdotta un’ulteriore tassa del 25% sui guadagni ricavati dalla vendita di prodotti “in cui siano presenti immagini o scene contenenti atti sessuali espliciti e non simulati tra adulti consenzienti”, nonché sulle emittenti che le trasmettono.

Dubito che questa tassa disincentiverà i mercati, di certo porterà un bel gruzzolo nelle casse dello Stato, soprattutto se consideriamo che tecnicamente avrebbe addirittura effetto retroattivo.

Incuriosisce piuttosto l’impatto che la nuova regola avrà sul mondo Internet, dove la presenza di siti con immagini o video contenenti “atti sessuali espliciti” è decisamente elevata: basti pensare che digitando “porno” su Google si ottengono 180 milioni di pagine Web.

Difficile però stabilire regole per un mondo che non ha, per sua natura, confini definiti: se il sito “incriminato” non fa riferimento a una persona giuridica in che modo verrà riscossa la nuova tassa?

Comunque, se giocare alla lotteria è una tassa sui poveri, ora abbiamo anche la tassa sugli arrapati. Speriamo di vederne delle belle.

Commenti all'articolo

  • Di Jello Ramone (---.---.---.67) 18 marzo 2009 11:59

    Quindi immagino possano essere tassate pure reti come Canale5 (o forse è meglio dire Canile5), RAI1e RAI 2, Italia1, giacché molti tra i programmi da esse trasmessi devono essere considerati alla stregua di programmi pornografici. Il Grande Fratello, ad esempio, cosa è? Non è molto dissimile da un vecchio film di Eva Henger, la quale oltretutto ha poi condotto programmi come Paperissima. Vedete? Anche i protagonisti sono gli stessi; che cosa cambia?

  • Di fuffo (---.---.---.6) 19 marzo 2009 00:13

    Le tasse sono la l’ultima frontiera italiana della censura su internet (la Cina in questo è molto indietro): operazione già sperimentata con i siti di gioco d’azzardo. Venivano oscurati tutti quelli esteri, dal momento che non pagano (non ce ne sono i presupposti di obbligo legale) la tassa ai monopoli di stato.
    Oscuramento (tramite blocco dei DNS) causa tasse della stragrande maggioranza dei siti porno in Italia? Sogno vaticano, altro che preservativi che non servono (se li metti al contrario)! Una proposta di legge per dichiarare illegale la pornografia era stata depositata, se non ricordo male, da un senatore di an.
    La tassa sui blog tra qualche mese...

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