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In questa legislatura 200 parlamentari hanno già cambiato gruppo

Su un totale di 988 tra deputati e senatori, in oltre tre anni e mezzo di legislatura uno su cinque ha cambiato gruppo almeno una volta
 
 
L’articolo 67 della Costituzione Italiana sancisce nero su bianco l’indipendenza e l’autonomia dei parlamentari, i quali non risultano vincolati da alcun mandato né verso il partito di appartenenza, né verso gli elettori che, votandoli, hanno permesso loro di sedere alla Camera o al Senato. Questo divieto di mandato imperativo presuppone che i parlamentari agiscano e votino con libertà di coscienza: essi hanno pertanto il pieno diritto di poter cambiare gruppo parlamentare qualora non si sentano più rappresentati dal partito politico a cui risultano iscritti.

Questo fenomeno, pur facendo parte del nostro assetto costituzionale, negli ultimi anni ha raggiunto notevoli dimensioni, complici le spaccature interne ai partiti e le maggioranze sempre più variabili. Basti pensare che dall’inizio di questa legislatura – la diciottesima della nostra storia repubblicana – ben 200 parlamentari su 988, cioè 1 su 5, hanno cambiato gruppo parlamentare.

La principale conseguenza di questi “cambi di casacca” è sui rapporti di forza tra maggioranza e opposizione: si potrebbe infatti riaprire il dibattito sul cosiddetto “trasformismo”, quel fenomeno per cui i parlamentari eletti in un determinato partito entrano successivamente a far parte di un altro gruppo, influendo su eventuali voti di fiducia, ma anche sulle composizioni delle commissioni parlamentari e delle giunte, che sono costituite sulla base della rappresentanza dei gruppi in parlamento.

Ma al 24 novembre 2021, quanti e quali sono i parlamentari che hanno cambiato gruppo in questa legislatura?

 

Alcune precisazioni

I dati esposti sono stati raccolti da Openpolis e dai siti ufficiali della Camera e del Senato, e sono aggiornati al 24 novembre 2021. È importante sottolineare che sono stati considerati solo i cambi di gruppo da parte dei parlamentari, al netto di chi è cessato dall’incarico e di chi è subentrato. Ad esempio, Gentiloni, una volta divenuto Commissario europeo, ha dovuto dimettersi da deputato, e alle elezioni suppletive a Roma è stato eletto il compagno di partito Gualtieri: tali dinamiche non vengono prese in considerazione in questo articolo, perché Gentiloni, non essendo migrato in altri partiti, non viene conteggiato tra coloro i quali hanno cambiato la “casacca”. L’esistenza di parlamentari cessati dall’incarico e subentrati, inoltre, spiega perché il totale dei parlamentari di questa legislatura è pari a 988, e non alla semplice somma della composizione della Camera (630) e del Senato (315 eletti più 6 senatori a vita).

Allo stesso modo, ai fini di questa analisi non sono stati conteggiati i deputati eletti con Liberi e Uguali, i quali sono entrati nel Gruppo Misto della Camera a inizio legislatura e solo successivamente, ad aprile 2018, sono riusciti a formare un gruppo proprio: tale “migrazione” non costituisce un vero e proprio cambio di “casacca” in quanto, essendo un numero esiguo di deputati (14), hanno dovuto in un primo momento entrare a far parte del gruppo Misto e poi ottenere una deroga dalla Presidenza per poter formare un gruppo. Infine, specifichiamo che, nell’ottica della nostra analisi, le variazioni nelle componenti interne al Misto non sono state prese in considerazione.

 

I dati

Come detto, fino a questo momento della legislatura 200 parlamentari su 988 hanno cambiato schieramento almeno una volta. Di questi, 11 sono poi ritornati nel loro gruppo di origine, mentre 189 ora si trovano in un gruppo diverso da quello di partenza.

Nello specifico, 7 dei 18 parlamentari eletti all’estero hanno cambiato gruppo almeno una volta in questa legislatura. Tra gli eletti nei collegi uninominali il dato è al 22% (79 su 359) e tra gli eletti nei plurinominali è al 19% (114 su 605). Nessuno dei 6 senatori a vita ha invece cambiato gruppo.

Guardando i dati dei principali partiti, il 29% dei parlamentari che a marzo 2018 erano nel Movimento 5 Stelle (95 su 331) oggi sono in altri gruppi.
FI ha invece perso il 24% dei parlamentari eletti a marzo 2018 (soprattutto in direzione di Coraggio Italia) e il PD il 23% (soprattutto in direzione di Italia Viva).

 

Così alla Camera

Così al Senato

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