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In Slovenia il nuovo Presidente è il “rottamatore” Borut Pahor

Netta affermazione per il quarantanovenne ex Primo Ministro che ha conseguito il 67,3% dei voti validamente espressi

Netta affermazione domenica sera in Slovenia per l’ex Primo Ministro Borut Pahor che, con il 67,3% dei voti validamente espressi, è diventato il quarto Capo di Stato della giovane repubblica alpina, dal 2004 stato membro dell’Unione europea.

Pahor, socialdemocratico, ha doppiato il Capo di Stato uscente, il sessantenne Danil Turk che non ha superato la soglia del 32,7% delle preferenze. Pure Turk, come Pahor, appartiene al partito socialdemocratico ma a differenza di quest’ultimo è arroccato su posizioni più conservatrici ed antiquate. Il giovane Pahor ha solamente quarantanove anni, e dalle parti di Lubiana è considerato un “rottamatore”, una specie di Renzi sloveno cioè, fortemente determinato a cambiare la classe dirigente del suo movimento politico. 

Pahor, primo ministro sino al febbraio di quest’anno per ora ha confermato di voler mantenere nella funzione di premier il liberale Janez, e non potrebbe essere altro dato che la Slovenia è una Repubblica Parlamentare in cui il Capo dello Stato, pur essendo eletto direttamente dal popolo, ha le medesime funzioni grossomodo di quelle esercitate dal suo omologo italiano. Jansa che da dieci mesi sta cercando di far fronte alla più grave crisi economica della breve storia del suo Paese, che dal primo gennaio 2007 ha adottato la moneta comune europea e che, pur non facendo notizia come Grecia o Spagna anche perché conta poco più di due milioni di abitanti, rischia seriamente il default a causa di cattive scelte economiche del passato, comuni, tra l’altro, a tanti Stati dell’ex Europa comunista ora passati, armi e bagagli, all’interno dell’Unione Europea. 

I liberali, tra l’altro, domenica scorsa hanno votato per Pahor giudicandolo il male minore, cioè una persona maggiormente collaborativa rispetto a Turk che, ultimamente, non ha mancato di mettere i bastoni tra le ruote al Premier Jansa. Della crisi slovena, nazione per la quale autorevoli giornali paventano una deriva “alla greca”, comunque Pahor, che pur si è presentato all’elettorato come l’uomo della moderazione, è forse uno dei maggiori responsabili essendosi rifiutato di adottare, a partire dal 2008 (anno in cui vinse le elezioni politiche) quelle misure di austerity economica che la difficile situazione internazionale ed all’interno dell’area Euro consigliavano.

Ora ovviamente, per non finire direttamente sul banco degli imputati nella difficile situazione che riveste solitamente il maggior indiziato, è del tuto interessato a lasciare lavorare Jansa in santa pace.

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