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In Romagna esistono casi di dissociazione di PD

Casi clamorosi di abbandono del Partito Democratico, sono venuti alla luce in questi giorni, attraverso la stampa e le televisioni locali, per cui nella sub regione dell’Emilia è stato coniato il termine "ruzzolone", più avanzato del ribaltone, già noto livello nazionale qualche anno fa...

Forlì e Ravenna,
sono sempre state province rosse per eccellenza, la Resistenza prima, poi gli scioperi nelle campagne e nelle fabbriche dell’immediato dopoguerra, erano serviti da catalizzatore per questa forma di reazione politica al padronato ed al fascismo "risorgente", nato proprio da queste parti.

Predappio, citta natale del Duce, dista da Forlì, appena 10 Km. e da Ravenna 35. Due città queste che fino a qualche tempo fa hanno coniugato il verbo "liberare e combattere" nei modi e nei tempi più appropriati.

La Bolognina, con Achille Occhetto,cominciò a dare i suoi imprevisti scricchiolii, provocando prima carenze di volontari alle feste dell’Unità, poi si verificò prima un calo nel tesseramento al Pds, rispetto al vecchio Pci, infine la diserzione dalle riunioni di cellula o di sezione, poichè la nuova politica non veniva del tutto compresa dalla base del nuovo partito

Anche la nascente Rifondazione Comunista, poi il partito dei Comunisti Italiani, sono serviti a "sfilacciare" prima il Pds, poi i Ds.


L’esperienza Ulivo innestato con la Margherita, è stata quella che ha fatto franare, se non ridurre a cifre molto deboli il numero degli iscritti in queste due province.
I crolli elettorali,avvenuti negli ultimi test, stanno a convalidare in pieno quanto da me sostenuto.

Ora nell’anno 2009, da poco iniziato, succedono casi clamorosi: a Russi, importante centro agricolo e medio industriale della Bassa Romagna, il Sindaco Pietro Vanicelli di area Margherita, lascia il Pd affermando che questo partito "usa logiche del vecchio Pci" ed ancora, "la mancanza di democrazia all’interno del partito,è all’origine della mia scelta di lasciareil Pd". Parole che lasciano di stucco tutti i russiani (così vengono chiamati gli abitanti di questa grossa cittadina).

Dalla pianura passiamo ora alla montagna e più esattamente a Rocca San Casciano, in provincia di Forlì/Cesena. Qui il Vice sindaco Mauro Neri (nella foto) componente la giunta maggioritaria di centro sinistra, ha abbandonato durante la seduta del consiglio comunale del 20 gennaio u.s. i banchi della maggioranza, per sedersi in quelli del’opposizione accanto ai quattro consiglieri del Pdl. La cosa ha destato immenso clamore, se non stupore in tutto il forlivese, poichè Neri è persona assai nota in ambito provinciale: presiede una grossa cooperativa che cura territorio ed Ambiente, inoltre è consigliere dI Comunità Montana, dalla quale si è pure dimesso. Infine riveste un importante incarico nella nuova Soc. TO.RO che gestisce l’ampliamento e ammodernamento della strada Statale,n.67(Tosco-Romagnola).

Neri è quindi "ruzzolato", come afferma la stampa locale, dal Pd all’Udc di Cesa e Casini e per tale ragione, ha fondato proprio nella cittadina dei Falò la sezione della Udc.

Ora saranno le segreterie provinciali a fare le dignosi di questa nuova patologia politico-amministrativa che si è venuta a creare in breve tempo, e già si mormora che in altre vallate del forlivese e del ravennate, sono in gestazione casi analoghi.

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