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In Provincia di Ravenna i Pd fanno alta gastronomia e politica

Borgo Sisa - Questo è l’ultimo lembo della provincia di Ravenna , a pochissimi Km. da Forlì. Un’antica borgata voluta da braccianti agricoli a ridosso dell’argine sul fiume Ronco. Caratteristiche sono le sue casette tutte basse, con solo piano terra.
Le tipiche abitazioni dei coloni mezzadri che abbandonarono le loro terre nell’alto appennino forlivese, per trovare benessere qui in pianura, quali braccianti agricoli nelle risorgenti coop rosse e verdi dopo l’ultimo conflitto mondiale.

Borgo Sisa- Questo è l’ultimo lembo della provincia di Ravenna, molto vicino a Forlì; costruita a ridosso dell’argine del fiume Ronco, divenne negli anni del primo dopoguerra la tipica borgata, caratteristica per le sue casette piccole con solo piano terra... dove scelsero casa quei braccianti agricoli, che abbandonando le misere condizioni cui vivevano da coloni mezzadri, sfruttati da quella arcaica classe padronale, nelle colline dell’alto forlivese, trovarono qui "quella culla" del benessere, lavorando nelle tante cooperative agricole, operanti in quella vasta superficie terriera.

La federazione dell’allora Pci di Ravenna, capì subito che questi lavoratori agricoli, ben lontani dalla politica e dal sindacato andavano organizzati e creò proprio qui una forte cellula politica, che poi divenne sezione. Sorsero i primi colettivi bracciantili, che durante le trebbiature del grano, dovevano obbligatoriamente lasciare al partito, ma più di tutto al sindacato, per ogni area trebbiata, un tot. Kg. di grano, ancora caldo di trebbiatrice... circa 30, in media, al sindacato che li tutelava. Le tessere del partito e del sindacato allora venivano pagate così. Le federazioni rosse (dei partiti e dei sindacati), si ritrovavano tantissimi quintali, anzi alcune tonnellate di grano, che rivendevano ai consorzi agrari o direttamente ai mulini e qualche pastificio in zona, ricavandone la linfa vitale alla loro sopravvivenza. Erano gli anni della guerra fredda, degli scioperi a catena nelle fabbriche di Ravenna e Forlì-Cesena, allora non ancora provincia binomio.

Sono storiche le celebrazioni della festa del primo maggio, quando questi giovani lavoratori issavano per tre giorni la bandiera rossa sulla cima più alta di una pioppa, tradizione che si conserva ancora nel cesenate.

In questo contesto politico e sociale Borgo Sisa celebra in questi giorni il trentennale della propria festa dell’Unità: a Borgo Sisa la cucina della festa è ottima e lo dimostrano da tanti anni a questa parte, le migliaia di persone, che accorrono ogni sera a fare la coda davanti allo stand gastronomico il meglio del meglio della cucina romagnola, il tutto annaffiato con ottimo Sangiovese e Trebbiano, e per i palati più fini, anche vini di qualità superiore. Qui vengono durante le serate le migliori orchestre di liscio romagnolo e ne approfittano davanti a questa vasta platea in mezzo ad un prato erboso per presentare le loro ultime novità discografiche.


Anche i politici di alto rango l’hanno capita l’importanza di questa festa, per cui proprio quest’anno, sono in cartellone il fior fiore dei politici del Pd, non solo locale, ma nazionale.

L’altra sera è stata la volta dell’on. Enrico Letta, sabato sera ci sarà l’on. Franceschini.


"La nostra politica, se pure traviata in questi ultimi anni, è sempre passata qui tra piada e sangiovese, ed ora ci riprovano i giovani rampanti di quel Pd che ancora non riesco personalmente a capire come funzioni senza una testa..."ci dice Alfeo Zammarchi, un nostalgico dell’ex Pci, una vita da portuale, poi datosi al commercio in quella Ravenna multietnica e tollerante.

Alle 21,15 esatte attacca dal palco centrale, dove attendono Renzo e Luana, per il loro speciale festival canoro, Enrico Letta. In lui vediamo subito tanto entusiasmo di fronte alle duemila e più persone pronte ad ascoltarlo.

Con modi semplici e familiari saluta tutti i presenti, elogiando "tutto il personale addetto alla buona riuscita di questa festa, un saluto particolare alle cuoche ed a tutti coloro che lavorano in modo assiduo alle cucine, dove i risultati li verifichiamo tutti noi, serata, dopo serata". Poi attacca su quella che è la sua vera politica: quella di appoggio all’on. Bersani: "nessuno è in grado di sapere chi sarà il nostro segretario, ad appena due mesi dal congresso nazionale, e questo è un bene; noi stiamo facendo un Partito Democratico, assieme al segretario regionale Stefano Bonacini (Bersaniano doc ndr) che rincalza "in questi mesi, cerchiamo di passare da partito di opposizione a partito di alternativa, con leader forti e con grandi verità ...per mandare a casa Berlusconi..."

Altra frase significativa del segretario regionale del Pd: "io faccio gli auguri al che ciascuno di noi non parli male degli altri (Franceschini, Marino, ndr.), ma parli male di lui (Berlusconi) per il bene di noi".

Bonacini, segretario regionale del Pd, 42 anni proviene da Modena, dove è stato segretario di quella federazione, un tempo definita la più rossa d’Italia, assieme a lui una staff di giovani tecnici e sindaci eletti ultimamente, con maggioranze bulgare, quali: l’ing Mirko Betti da Portico di Romagna, ultimo paese di quella Romagna che diviene subito Toscana, il paese per intenderci che ha dato i natali a Beatrice di dantesca memoria.

Riprende il microfono Letta che parla di rinnovamento: "dobbiamo fare subito liste volute dal popolo e non dalle alte gerarchie, rinnovamento vuol dire anche competizione all’interno di un partito, Bersani è una persona pura, autentica che farà un partito da pugil-ball (quella palla di pelle dove si allenano i pugili ndr) nel senso che ogni iscritto, potrà stimolarlo e sollecitarlo con autorevolezza a fare quanto il Paese richiede". Una forma nuova di democrazia, diretta diremo noi, che farebbe uscire dagli schemi tradizionali questo primo e grande partito di opposizione nel nostro Paese. La gente ascolta perplessa ed incuriosita queste novità che vengono avanzate da due autorevoli dirigenti di questo partito di massa. Stasera si replica alle 21,30 con Franceschini, segretario uscente al congresso di ottobre, ma che intende ripresentarsi in questa amletica gara.

" Vinca il migliore", mormora tra il pubblico della tenda dibattiti, la signora Lina, con un passato da bracciante e mondina, nelle risaie della Bassona, vicino al mare di Cervia.

Commenti all'articolo

  • Di Enrico (---.---.---.187) 29 agosto 2009 13:42

     E’ un articolo pieno di imprecisioni, anche se va apprezzato il fatto che si parla di una festa così piccola. Borgo Sisa è in provincia di Ravenna e in provincia di Forlì-Cesena, è tagliata a metà da una strada. Poi Bonaccini non è segretario regionale ma è candidato segretario regionale per la mozione Bersani. Inoltre Franceschini stasera parlerà alle 18.30 e non alle 21.30. Va specificato, poi, che Letta è stato introdotto e intervistato da due consiglieri comunali: William Signani (Ravenna) e Marco Di Maio (Forlì). Letta e Franceschini non sono venuti di loro spontanea volontà alla festa ma grazie allo sforzo dei circoli Pd della Cervese e di Ville Unite. 

    • Di Caplazzo (---.---.---.35) 9 novembre 2009 08:25

       Caro amico lettore di nome Enrico, la politica è fatta anche di imprecisioni..prova ne è che i dati di questa magnifica giornata a Borgo Sisa, regina della gastronomia, mi sono stati forniti dagli stessi organizzatori ,o, pseudo!! Il contenuto pertanto non cambia, anche se non corrispondono alla perfezione gli orari dei comizi.
      Grazie per il tuo intervento

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