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In Iraq in vista modifiche legislative contro le donne e le bambine

Una serie di emendamenti alla Legge sullo status personale all’esame del parlamento iracheno potrebbe causare violazioni dei diritti delle donne e delle bambine, finendo per legalizzare i matrimoni forzati e precoci di bambine di soli nove anni. Attualmente, l’età legale per i matrimoni è fissata a 18 anni.

Se approvati, gli emendamenti priverebbero anche le donne e le ragazze di una serie di diritti in materia di divorzio ed eredità.

Altri orrori contenuti negli emendamenti: il cosiddetto “onore” sarebbe considerato una circostanza attenuante nei casi di femminicidio, sarebbero consentite le punizioni corporali contro le donne e i figli e lo stupro coniugale non sarebbe più un reato.

Ma c’è persino di più: gli emendamenti autorizzano i consigli religiosi sciiti e sunniti, passati sei anni dall’approvazione, a sviluppare “i propri codici della sharia” in materia di status personale, privando così ulteriormente le donne e le bambine dell’uguaglianza di fronte alla legge.

Le parlamentari irachene stanno combattendo, dentro e fuori le istituzioni, una dura lotta contro gli emendamenti. Il 3 settembre, convincendo altri colleghi, hanno fatto mancare il quorum per votarli. Ma il 17 settembre la Corte suprema federale ha stabilito che gli emendamenti sono in linea con la Costituzione dell’Iraq.

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