In Cisgiordania nel 2024 è stato ucciso un bambino ogni 4 giorni
Mentre la narrazione dei media come strategia per distrarre l’attenzione ha spesso dimenticato la popolazione della Cisgiordania occupata, dopo il 7 ottobre 2023 è bene ricordare che i bambini palestinesi, tutti, sono stati vittime di violazioni indicibili sia a livello fisico che psicologico.
Il giorno 11 Settembre 2024 le Nazioni unite redigono l’ennesimo rapporto inerente la risoluzione S-30/1, nei punti viene confermata l’assenza di risposte da parte di Israele nella richiesta di dati e informazioni in merito al trattamento dei detenuti ( compresi i bambini nelle carceri israeliane) e degli ostaggi dopo il 7 ottobre 2023. Nel rapporto viene infatti evidenziato che il Ministero della Salute di Gaza e Gerusalemme Est hanno rilasciato dati e informazioni in merito ad ogni singola domanda posta dai componenti della Commissione Internazionale d’Inchiesta, mentre il governo di Benjamin Netanyahu si è di continuo nascosto dietro un irriverente silenzio. Nel rapporto è evidenziato al paragrafo 5 dell’UN che: Nel condurre la sua analisi legale, la Commissione ha preso in considerazione il parere consultivo della Corte internazionale di giustizia nel caso Conseguenze legali derivanti dalle politiche e dalle pratiche di Israele nel territorio palestinese occupato, inclusa Gerusalemme Est , in cui la Corte ha ritenuto che la continua presenza di Israele nel territorio palestinese occupato è illegittima a causa del suo continuo abuso della sua posizione di potenza occupante, dell’annessione e dell’affermazione del controllo permanente sul territorio palestinese occupato e della continua negazione del diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese. La Commissione esporrà le sue raccomandazioni sulle modalità di attuazione del parere consultivo della Corte internazionale di giustizia in un documento di posizione legale. I risultati delle indagini contenuti nel presente rapporto saranno utilizzati nei casi dinanzi alla Corte, incluso il caso Applicazione della Convenzione per la prevenzione e la punizione del crimine di genocidio nella Striscia di Gaza (Sudafrica contro Israele) . Nonostante ciò la sorte dei bambini palestinesi dopo oltre 443 giorni di genocidio è ancora incerta, l’aggressione sistematica delle truppe israeliane contro i più piccoli e confermate dalla Corte Penale Internazionale hanno fatto dopo il 7 ottobre 2023 il giro del mondo, senza ancora alcuna sanzione nei confronti dello stato sionista e soprattutto nessun embargo di armi. La DCIP prova attraverso un rapporto dettagliato depositato anche alle Nazioni Unite l’abuso sistematico contro i minori anche della Cisgiordania occupata, numerosi referti medici hanno infatti confermato il bisogno primario di uccidere i più piccoli non solo attraverso bombardamenti di massa, creando così per il governo d’Israele “danni collaterali”, si tratta invece di vere e proprie esecuzioni confermate non solo dai medici palestinesi ma soprattutto da medici stranieri che hanno supportato la sanità a Gaza e in Cisgiordania. Sono infatti altissimi i casi di minorenni uccisi da cecchini professionisti con un colpo alla fronte, al cranio o al cuore, utilizzando così fucili ad alta precisione puntati direttamente contro di loro, spesso soli mentre vagavano persi nelle strade polverose. I bambini di Gaza non sono stati solo uccisi, ma sistematicamente cancellati grazie alla campagna di genocidio di Israele. Intere famiglie palestinesi sono state annientate sotto le macerie delle case bombardate, mentre circa 35.000 bambini hanno perso uno o entrambi i genitori, secondo il Governmental Media Office. Il ministero della salute di Gaza a Dicembre 2024 conferma che sono almeno 5,000 i bambini ad oggi senza un arto sulla Striscia di Gaza, ciò significa che saranno adulti a cui servirà una riabilitazione e soprattutto un regime di vita differente dagli altri. Nella Cisgiordania occupata, compresa Gerusalemme Est, le forze israeliane hanno intensificato le demolizioni di case e le detenzioni caratterizzate da torture e abusi sistematici. Le forze israeliane e i coloni hanno ucciso, in media, un bambino palestinese ogni quattro giorni nella Cisgiordania occupata nel 2024, un’escalation resa possibile da decenni di impunità. Khaled Quzmar, direttore generale della DCIP dichiara: “È impensabile che il genocidio di Israele sia continuato per più di un anno. A ogni svolta, le forze israeliane stanno violando i diritti dei bambini palestinesi e sistematicamente erodendo la loro possibilità di un futuro sicuro e sano. I bambini palestinesi hanno il diritto di crescere ed è una vergogna che i leader mondiali stiano permettendo alle forze israeliane di uccidere bambini a un ritmo così senza precedenti”. Il genocidio contro il popolo palestinese detto oramai il genocidio dei bambini non si muove solo attraverso l’uccisione ma anche con la mutilazione, lasciando un futuro incerto a minori disabili sia fisicamente che psicologicamente, distruggendo anche la vita di chi ha subito arresti e abusi all’ interno delle carceri e dei campi di detenzione nel deserto del Negev per i bambini provenienti invece dall’enclave. La mattanza prosegue mentre l’occidente come istituzioni non è stata in grado ad oggi di avere un numero preciso delle persone rapite dalla Striscia di Gaza, stimati in migliaia, a seguito dell’attuazione del reato di sparizione forzata da parte dell’occupazione. È interessante notare che il numero totale di arresti dall’inizio della guerra di genocidio in corso e dell’aggressione globale contro il popolo della Cisgiordania occupata ha raggiunto più di 12.100 detenuti palestinesi, inclusa Gerusalemme, aumentando gli arresti nei confronti dei minori di 18 anni di oltre il 35 per cento degli anni precedenti. I rapporti contro il genocidio non trascurano di certo i traumi dei bambini costretti ad assistere alla demolizione delle proprie abitazioni nella Cisgiordania occupata da Jenin a Gerusalemme Est, senza dimenticare i massacri e gli arresti avvenuti anche nei campi profughi di Tulkarem e Jericho per l’intero 2024, obbligando i bambini a trasferirsi a piedi camminando per chilometri con le proprie famiglie e qualche sacco di effetti personali. In un caso, le forze israeliane nel 2024 hanno raso al suolo un asilo nel campo di Nour Shams, violando il diritto dei bambini all’istruzione. In alcuni casi addirittura, le famiglie risiedenti nelle zone C sono state obbligate ad auto demolire le proprie abitazioni per evitare di essere arrestati o essere strangolati da sanzioni impossibili, causando così altri traumi ai più piccoli e lo sfollamento forzato di intere famiglie.
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