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Imparare a riappropriarsi del tempo e non morire... nel "frattempo"

In questo Paese dove tutti non hanno tempo, dove c’è il gioco delle perenni emergenze, dove ogni riforma partirà dalla prossima legislatura, dove la giustizia è senza tempo, dove i giovani sprecano anni parcheggiandosi nelle Università, dove i padri non invecchiano mai, dove tanto i lavoratori, quanto gli imprenditori preferiscono sempre rendite di posizione a scapito del progresso, dove tutti pensano che non sia mai arrivato il loro tempo, di “frattempo” purtroppo stiamo morendo.

Nel novero delle risorse esauribili e non ripetibili, quella principale, più scarsa, importante e di valore è senza dubbio il tempo.

In ogni momento della nostra vita avere poco o molto tempo, fa la differenza, investirlo bene rende tantissimo, sprecarlo invece causa danni incalcolabili e senza recitare adagi di antica e profonda saggezza, sicuramente basta un solo momento per comprendere quanto di vero é racchiuso in detti popolari o semplicemente in queste poche righe.

Eppure un ragionamento tanto banale sembra essere straordinariamente difficile da mettere in pratica, prima nel nostro vissuto, anche diciamo domestico, e poi ancor di più nel lavoro e nella conduzione di macchine complesse come quelle dello Stato e mentre molte eccezionali menti si interrogano su come realizzare una società con tempi giusti, su come mettere a profitto la velocità consentita dalle nuove tecnologie e dall’era digitale, che pone proprio il tempo tra i paradigmi della sua straordinaria rivoluzione, in Italia, e in particar modo al sud, continuiamo a vivere in quello strano stadio del “frattempo”, tipico di chi preferisce l’osservare al fare.

In questo Paese dove tutti non hanno tempo, dove c’è il gioco delle perenni emergenze, dove ogni riforma partirà dalla prossima legislatura, dove la giustizia é senza tempo, dove i giovani sprecano anni parcheggiandosi nelle Università, dove i padri non invecchiano mai, dove tanto i lavoratori, quanto gli imprenditori preferiscono sempre rendite di posizione a scapito del progresso, dove tutti pensano che non sia mai arrivato il loro tempo, di “frattempo” purtroppo stiamo morendo.

 In questo limbo, dove tutto accadrà domani e mai, oggi dove il taglio delle tasse, il ritorno del merito, la crescita, le speranze, sono sempre affidate a qualcun altro, dove il presente serve solo a giustificarsi per le lacrime e il sangue chiesto a tanti, ormai si sopravvive solo, ci si erode in questa triste accidia degli impotenti perché tutti ci raccontano che l’istante che stiamo vivendo non serve a niente, non é insomma come dire importante…

Invece è il contrario, è esattamente questo momento quello che cambia le cose domani, l’attesa è sterile non ha figli e genera solo stanchezza e sfiducia.

Bisogna tornare a pensare nei termini in cui si è consapevoli che l’oggi fa il domani, che il frattempo é solo un invenzione irresponsabile ed ipocrita che scarica sempre su altri le mancate scelte, che con coraggio dal piccolo delle nostre case, fino al vertice del nostro stato devono essere prese ed attuate oggi.

Abbiamo imparato tanto dalla nostra umana esperienza quanto dai testi, che crescere significa decidere ogni giorno, non fermarsi, non demandare, bisogna generare una continuità progressiva tra parole ed azioni, se non si vuole perdere fiducia, se vogliamo ritrovare forza e coraggio dobbiamo non solo vedere il tempo scorrere, ma nuotare nella sua corrente, per non morire di frattempo abbiamo bisogno di un presente dove le decisioni come i tagli agli infiniti sprechi, la trasparenza, la riforma della pubblica amministrazione, abbiano un effetto immediato. Non possiamo più attendere il domani, non possiamo più rubare altro tempo o diventeremo oggi gli assassini del nostro futuro.

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