Ilva: demokrazia e dintorni
L’osservazione più lucida che ho sentito in questi giorni a proposito dell’Ilva di Taranto è di Grillo che scrive: “Se io avessi preso 98.000 euro da Riva sarei un uomo finito, perché Bersani no?”.
La storia, che tutti dovrebbero conoscere, è che l’Ilva pagava ufficialmente i due maggiori partiti politici (245.000 euro al PDL e 98.000 al PD), aspettandosi da questi il silenzio sulla drammatica questione dell’inquinamento. Aspettativa andata a buon fine, visto che per 30 anni da parte delle istituzioni locali, dei partiti e dei sindacati si è osservato il massimo silenzio, in buona compagnia con la Chiesa di Taranto tacitata con donazioni e regalie dai dirigenti Ilva. Silenzio rotto solo dall’intervento della magistratura che, finalmente, ha messo le carte in tavola e ha ordinato il fermo degli impianti inquinanti.
Di fronte alla combutta tra padroni e PD, cementata dal silenzio di questi anni, le prime pagine dei giornali avrebbero dovuto menare scandalo per il fatto che l’unico partito in Parlamento che si definisce di sinistra e dice di difendere i lavoratori, sia stato a libro paga dell’Ilva, complice di tutte quelle morti e della devastazione del territorio.
Questi fatti dimostrano un patto scellerato, che da tempo vi è in Italia ed impedisce il funzionamento normale della democrazia, culminato con l’appoggio al governo Monti, in cui PDL e PD, d’accordo quasi su tutto, preparano un futuro governo insieme, con la regia di Napolitano, pronti a votare insieme leggi sui limiti alle intercettazioni e contro la magistratura, roba che a B. non sarebbe mai riuscito.
Se Bersani non viene indicato come traditore della sinistra, ingannatore dei lavoratori da tutti i media, la risposta è che non si tratta male un alleato, e la geometrica potenza dell’omissione e del silenzio farà sparire la cosa come se non fosse mai avvenuta.
La nostra democrazia si salverà solo se riusciremo a mettere in piedi una forte opposizione, antagonista, che consideri il PD parte integrante del polo di centrodestra, senza se e senza ma.
L’unica organizzazione che ha offerto ai cittadini un programma politico, lo ha discusso per mesi, e poi ha chiesto il consenso in Rete, è il M5S, contro cui tutta la Casta politica e mediatica si è scagliata, segno evidente che è l’unica opposizione da battere, screditare, infiltrare.
E’ questo il segno inequivocabile che si è imboccata la strada giusta, che bisogna allearsi solo con i cittadini e non con i partiti, senza leader né capi carismatici, ma con il programma come unico punto di riferimento e di aggregazione.
Quanto all’ILVA, la maggior parte delle voci parlano di tenere insieme capra e cavoli, tumori e produzione, preti sindacati, partiti, un vero coro. Io personalmente la chiuderei e condannerei i padroni a smantellare la fabbrica, risanare il territorio e risarcire le famiglie dei deceduti per tumore.
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