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Il trio di Franco D’Andrea all’auditorium del Centro Culturale Candiani

Fa tappa a Mestre venerdì “Tradition Today”, il progetto in trio del pianista meranese

“Tradition Today” testimonia la capacità di Franco D’Andrea, classe 1941, di andare oltre il materiale di riferimento per creare un linguaggio dalle coordinate personali, unico e immediatamente riconoscibile.

“La banda è stata il colore di riferimento del jazz tradizionale, che è la musica che mi ha affascinato ai miei esordi – dichiara Franco D’Andrea -. La formazione degli “Hot Five” di Louis Armstrong comprendeva tromba, clarinetto, trombone, piano e batteria o banjo. Questa combinazione di strumenti, per me assolutamente magica, ha ancora molto da offrire anche alla musica jazz dei nostri tempi. Questo trio contiene in sé l’essenza del suono di una banda, nella quale strumenti caratteristici sono sicuramente il clarinetto, in rappresentanza delle ance, e il trombone, per gli ottoni. Il pianoforte in questo contesto può giocare una molteplicità di ruoli grazie alla sua tipica orchestralità. La musica si sviluppa tra riff, poliritmie, contrappunti improvvisati, astrazioni contemporanee e sonorità talvolta ispirate al “jungle style” ellingtoniano”.

 Si respira aria d’altri tempi – i riferimenti sono il Jazz di New Orleans e Louis Armstrong – mentre si viene contemporaneamente proiettati in una dimensione di attualità. Il clarinetto, suonato dal friulano Daniele D’Agaro, classe 1958, veterano dell’avanguardia europea, e il trombone, suonato dal più giovane e già affermato Mauro Ottolini, veronese, classe 1972, ricordano i suoni di un’epoca lontana, mettendo al bando la nostalgia per avventurarsi progressivamente in nuovi territori, in esplorazioni che sono avventure del corpo e della mente. Il titolo del progetto riporta a un disco doppio del 2017 edito dall’ etichetta Parco della Musica Records, il primo registrato in studio, il secondo dal vivo, e che è il terzo di una trilogia denominata “Trio Music”, che era iniziata nel 2016 prima esplorando il connubio con l’elettronica (“Electric Tree”), poi con il più tradizionale trio piano-basso-batteria (“Trio Music volume II”).

Dunque al Candiani, venerdì 5, a partire dalle 21, D’Andrea dimostrerà che il jazz del passato non è in contraddizione con quello del presente, ma può essere rivissuto, aggiornato e modernizzato.

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