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Il terzino-mezzala

Come si dice, impara l’arte e mettila da parte. L’arte in discussione è quella tattico-calcistica e il mentore dovrebbe essere Mourinho, che di arte ne sa. Chiamo in causa il Mou per una tendenza che vede accomunare le squadre belle e vincenti di questi ultimi due anni: il terzino-mezzala.

Tutto nasce dalla furente corsa abbinata a delizia tecnica e visione di gioco di Maicon, ma piccoli facsimile crescono. Il Napoli di Maggio in Italia, il Dani Alves del Barcellona, il Rafael dei giorni veri del Manchester United, il Lahm del Bayern Monaco, il Sergio Ramos del Real Madrid (quando è esterno) e della Spagna hanno un modo di aggredire gli spazi interni al campo molto simili a quelli del campione brasiliano.

Il terzino-mezzala pensato da Mourinho all’Inter non è più semplicemente un’ala quando attacca, perché corre poche volte senza palla, sovrapponendosi al centrocampista di fascia, ma riceve palla sulla mediana e la porta avanti, scombussolando la catena sinistra avversaria, che perde i riferimenti di fronte al taglio interno del terzino, accompagnato da quelli verso l’esterno delle mezzali.

Quanti azioni pericolose ha impostato Maicon nella cavalcata dello scorso anno? E quanti cross-gol di Eto’o (con Mourinho giocava nella posizione di Marchisio alla Juve), Stankovic e Cambiasso per Milito?

Il futuro è nelle competenze una volta inconciliabili.

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