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 Home page > Tribuna Libera > Il taglio dei vitalizi parlamentari e la protesta

Il taglio dei vitalizi parlamentari e la protesta

 

"Se potessi avere mille lire al mese,

senza esagerare, sarei certo di trovar
tutta la felicità!
Un modesto impiego, io non ho pretese,
voglio lavorare per poter alfin trovar
tutta la tranquillità!"

Così cantava Gilberto Mazzi nel lontano 1939.

La canzone mi è venuta a mente dopo aver letto la notizia: “Monti taglia le indennità, monta la protesta”

La “casta” si è ribellata davanti a una norma comparsa nel decreto legge con cui le indennità dei parlamentari erano parificate a quelle degli europei.

Bisogna tagliare tutto ma non le indennità dei parlamentari.

Per farla breve la norma della manovra del governo Monti, che prevede un decreto per diminuire già da gennaio le indennità ai parlamentari, non è stato gradito per nulla ai politici del nostro paese. “Viola l’autonomia del Parlamento”, fanno sapere da Montecitorio e Palazzo Madama.

Hanno pure ragione, e per questa si stracciano le vesti come Caifa: il governo ha bestemmiato, sacrilegio, eresia...

L’indennità di un deputato italiano oggi assomma a 11.704 euro, ovviamente al netto della diaria, mentre nel resto dei paesi dell’eurozona è pressappoco di 6 mila euro in meno (per la precisione 5.339) la media delle retribuzioni.

I parlamentari opterebbero invece di adeguarsi a Strasburgo perché un eurodepuato guadagna, infatti, quasi 6mila euro netti mensili, ma al netto dei generosi benefit, e i collaboratori sono a carico del Parlamento.

I tecnici di Montecitorio hanno fatto un po’ di conti e si sono accorti che l’adeguamento all’Europarlamento farebbe quasi duplicare i costi della “casta” piuttosto che diminuirli.

Tutto questo potrebbe far venire un colpo ad Alessandra Mussolini, poverina, che in preda all’ansia ha dichiarato: “Togliere il vitalizio è istigazione al suicidio”.
Non bisogna però preoccuparsi, perché la commissione Affari Costituzionali della Camera, ha dato parere negativo al comma 7 dell’articolo 23 della manovra, la norma che prevedeva appunto la riduzione.

Si tratta, infatti, di un atto di competenza parlamentare e non del governo.

Meno male!

Magari l’istigazione al suicidio di cui blaterava Alessandra Mussolini poteva avere un effetto domino e il Parlamento magari si sarebbe svuotato.

Sarebbe stata una tragedia per il Paese...

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