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Il senso del Milan per Berlusconi

Nel corso di questi oltre 20 anni di Milan, la squadra rossonera per Berlusconi è stata tante cose diverse. Nei primi anni Berlusconi ha interpretato grazie al Milan uno dei ruoli che meglio conosce, quello di Salvatore della patria. Un club glorioso si era perso nei meandri della confusione finanziaria e lui ha saputo tirarlo fuori e metterlo al pari degli altri club italiani.

Dopo i primissimi anni però, ha deciso che il Milan non doveva soltanto ritornare ai fasti del passato, ma essere un modello del tutto nuovo di società e di organizzazione della macchina calcio. In società ha imposto lo stile Publitalia, mentre in squadra ha preso non solo un allenatore che giocava in modo moderno, ma che snocciolava un glossario di termini totalmente rivoluzionario. Questa è la fase dell’Imprenditor-futuro, con il Milan che faceva da cassa di risonanza mediatica, affinché dinamiche e stile fossero riverberati con forza negli altri campi dove in quegli anni Berlusconi investiva in modo massiccio.

Nella prima metà degli anni ’90 il calcio divenne uno dei codici-mondo con il quale avere consenso di base. L’affermazione del Milan come squadra più forte del mondo serviva a creare consenso unanime e indiscusso intorno alla figura di Berlusconi, che diventava uomo nuovo a tutto tondo, capace di dare, se solo avesse voluto, la svolta al Paese.

Per tutti gli anni duemila, il Milan e Berlusconi si sono presi e lasciati, come gli amori che non finiscono mai. Catturato dal ruolo istituzionale, sussurratogli dall’alto e affidatogli dagli italiani, la squadra di calcio viveva lontana dalle sue prime esigenze ma era sempre ricordata e vissuta come passione insanabile. Il ruolo di Ragazzo ormai cresciuto, chiamato dalla vita a darsi da fare per tutti è un ruolo che ha convito.

E adesso, cosa serve il Milan a Berlusconi? Il Milan è una squadra di ottimi giocatori, spremuti da anni di battaglie e vittorie. Tutti i migliori sono icone conosciute in Vietnam come in Cile e sono marchiati da valori ben evidenti. Un po’ come il Presidente, che ha vissuto una vita piena di tutto e a volte fa qualche passo falso. Ma anche lui è l’Italia nel mondo, atteso e stimato da tutti i potenti. Nei prossimi anni il legame di sangue tra Berlusconi e il Milan sarà ancora più forte. Insieme saranno i nostri vessilli, le due parole sulla bocca di tutti coloro che parlano della nostra nazione. Il Milan per Berlusconi sarà lo specchio della sua storia e un brand sul quale reinquadrare il concetto di made in Italy. Berlusconi vuole far diventare il Milan un bene culturale, da salvaguardare, impossibile da criticare. Un po’ come cercherà di fare per sé quando sarà Presidente della Repubblica.

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