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Il ritorno dell’estremismo in Italia

L’arresto di dodici membri della Werwolf Division, un gruppo di estremisti, è l’ennesima dimostrazione che il fascismo in Italia non è mai andato via, semmai si è assopito per poi tornare ogni volta alla ribalta della cronaca. E’ vero: non ci sono le bombe degli anni di piombo, ma il blitz della polizia che ha scovato a Bologna arsenali militari e scoperto piani eversivi sono allarmi da non sottovalutare.

Il nome scelto dal gruppo, Werwolf Division, rievoca le rappresaglie naziste contro un sistema che aveva abbattuto i regimi dittatoriali, impedendo che il mondo diventasse un gigantesco campo di concentramento. Si era creduto che affossando Hitler e Mussolini la storia cambiasse rotta e invece eccoci qui a raccontare come gruppi di invasati si siano infilati nelle pieghe del disagio sociale, nell’indifferenza di una società mai amante della pace, nei silenzi di chi parla di un passato morto e sepolto. 

Dicono che sono solo ragazzi mossi da nostalgie per un passato che loro non hanno mai vissuto rispetto ai nonni, ma che solletica il loro istinto violento, dando la stura a piani di morte che proliferano nei canali digitali e nei discorsi pubblici, protetti dalla complicità di chi minimizza, di chi parla di pagliacciate anche quando ci sono minacce armate e il progetto di uccidere persino Giorgia Meloni, accusata di aver abbandonato le ideologie fasciste e quindi meritevole di essere ammazzata.

A dirlo sono le intercettazioni ambientali che qualcuno vorrebbe abolire, in cui si parlava di un attentato alla premier in stile Kennedy: “C’è un albergo davanti al Parlamento. Da lì puoi sparare un colpo dall’alto”. L’autore costruiva il suo piano per “attentare alla vita” della premier, definita “traditrice”, “concubina di Sion”, “fascista finché non è salita al potere” che “ora rinnega di esserlo”. Il progetto era inserito in un quadro più ampio che doveva coinvolgere anche Forza Nuova e gruppi affini.

Il fascismo è tornato con la stessa faccia feroce con cui aveva lastricato l’Italia di morti e di feriti, considerato un rottame del passato e quindi non degno di attenzione. Ma il fascismo non è un reperto storico, ma un pericolo che si adatta ai tempi, mimetizzandosi nel tessuto politico italiano, tanto che il blitz di Bologna è solo una pezza messa su una falla più grande, perché il problema non è solo la Werwolf Division, ma la retorica che li alimenta ogni giorno con discorsi carichi di odio.

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