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Il rapporto ONU su Mavi Marmara condanna Israele

Israele ha diritto a difendersi dalle minacce terroristiche e a controllare quello che arriva a Gaza, il blocco navale israeliano di Gaza è legale. Questa è l'unica affermazione positiva che emerge dal rapporto Onu sulla strage a bordo della Mavi Marmara e sembra un contentino concesso ad Israele, visto che la commissione non aveva ricevuto il mandato d'esperimersi sulla legalità del blocco, una valutazione che semmai spetterebbe alle apposite corti internazionali e non a una commissione ad hoc per investigare solo l'incidente.

La commissione Palmer ha concluso che da parte d'Israele c'è stato un uso "irragionevole" ed "eccessivo" della forza, ma soprattutto che le autorità israeliane non sono riuscite a forniere "spiegazioni soddisfacenti" sulle uccisioni dei nove passeggeri che hanno perso la vita nell'assalto. Secondo l'ONU i risultati delle autopsie, per le quali molte delle vittime sono state uccise da colpi a bruciapelo, diversi sparati alle spalle, non sono stati spiegati adeguatamente nel materiale sottoposto da Israele alla commissione.

Il rappresentante d'Israele nella commissione ha firmato il rapporto e Israele si è detta contenta del fatto che la commissione abbia stabilito la legalità del blocco, evitando accuratamente ogni riferimento alle accuse secondo le quali l'assalto è comunque avvenuto molto lontano dalla zona interessata al blocco, alle sue modalità e alle evidenze autoptiche che indicano che diverse delle vittime sono state oggetto di vere e proprie esecuzioni a sangue freddo, come quella illustrata nel video qui di seguito. Morti "inaccettabili" ".

I passeggeri furono sottoposti a "maltrattamenti fisici, intimidazioni, minacce, confisca ingiustificata dei loro beni e fu loro negata l'assistenza consolare". È appena il caso di ricordare che non si trattò di confisca dei beni dei passeggeri, ma di veri e propri furti, con i militari israeliani poi sorpresi a vendere su Ebay i materiali rubati o ad usare le carte di credito rubate ai passeggeri per spese personali. Niente che abbia cittadinanza in uno stato di diritto o nel diritto internazionale. E infatti la commissione definisce oltraggioso l'atteggiamento israeliano verso i passeggeri, anche quelli che non fecero alcuna resistenza e che si trovavano sulle altre imbarcazioni della Flotilla. Un clamoroso contrasto con le conclusioni dell'inchiesta parallela israeliana, che ha stabilito che non solo tutto fu fatto nell'assoluta legalità, ma che tutte le azioni israeliani furono appropriate e condotte con onore. Un contrasto già sufficiente a liquidare l'inchiesta israeliana come pessima propaganda, per niente onorevole, una vergogna nella vergogna.

La pubblicazione del rapporto, anticipato in queste ore dal New York Times già pronto da mesi, è stata ritardata nel vano tentativo di giungere a una conciliazione tra Turchia e Israele che, nonostante le pressioni di Washington in tal senso si è rifiutata di scusarsi con la Turchia per il massacro. Lunghi negoziati non hanno ancora portato a una formulazione soddisfacente per Israele, che come d'abitudine non vuole riconoscersi alcuna responsabilità, forse per non deludere quanti festeggiarono il massacro come una vittoria sportiva per le strade, e così il primo ministro turco Erdogan ha accompagnato l'uscita del rapporto con un ultimatum di 24 ore, al termine del quale se Israele non avrà porto le sue scuse al governo turco considererà chiusa la faccenda e trarrà le conseguenze del caso.

Nonostante il rapporto sia un capolavoro di diplomazia e cerchi in ogni modo d'introdurre considerazioni accessorie a favore d'Israele, quelle nove esecuzioni non spiegate e non motivate da alcuna necessità pesano come un macigno e sottolineano che la sostanza delle conclusioni della commissione è l'accertamento di una serie di omicidi per mano israeliana.

Tanto che il rapporto conclude indicando la necessità di scuse ufficiali da parte d'Israele e il pagamento di risarcimenti alle famiglie delle vittime e agl altri danneggiati da Israele. Di fronte a una conclusione del genere il governo turco, che ha pazientato per mesi, non ha potuto che trarre conclusioni definitive, annunciando che imporrà e chiederà d'imporre ad Israele sanzioni commisurate alla gravità dell'accaduto qualora questo non ottemperi alle richieste.

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