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Il piano carceri

Il piano carceri

E’ sparito dai media il problema delle carceri: l’approvazione del piano Alfano ha funzionato da anestetico delle coscienze dei cittadini nei riguardi di questa vergognosa manifestazione di italica barbarie, che non trova confronto alcuno in altri Paesi appartenenti al dorato mondo dell’opulenza occidentale.
 
Sarebbe, invece, più appropriato seguire l’evolversi della situazione nei penitenziari per verificare il porsi adeguata soluzione allo stato di emergenza proclamato dal Governo.
 
Ci si aspetterebbe dal ministro Angelino Alfano e dal commissario delegato dott. Franco Ionta innanzitutto una prima comunicazione sull’avvenuto “disaffollamento” delle strutture penitenziarie grazie all’applicazione delle misure transitorie alternative alla carcerazione, quali la messa alla prova in lavori di pubblica utilità ed i domiciliari per l’ultimo anno di pena residuo.
 
Nel contempo potrebbe essere redatto un programma temporale sia per la realizzazione di nuovi padiglioni in strutture già esistenti sia per la realizzazione di nuove carceri, programma che dovrebbe portare in tempi brevi ad una adeguata capienza. Un poco come ha fatto il dottor Bertolaso nel suo intervento d’emergenza per il terremoto d’Abruzzo.
 
E, superata l’emergenza, sempre come per l’Abruzzo, resterebbe il problema a lungo termine, ossia, nel caso delle carceri, quello di “ripensare” l’attuale applicazione della reclusione, assolutamente lontana dall’obiettivo del recupero dei detenuti; e ciò anche per l’organizzazione, per la vetustà e per la fatiscenza di buona parte delle strutture penitenziarie.
 
Potrebbe essere la comunicazione via Internet la più pratica e la più veloce da utilizzare per il neo commissario delegato dottor Ionta, al fine di consentire ai media di tenere sempre accesa l’attenzione sul problema da parte della pubblica opinione.

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