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Il piacere a pagamento: uomini e donne si confessano

Nel libro uscito nel 2008, “Escort life. Inchiesta sul mondo delle squillo e dei gigolo in Internet” (www.alibertieditore.it), si racconta l’evoluzione del mestiere più antico del mondo che è diventato uno stile di vita multiforme e misterioso che caratterizza la società della trasgressione e della comunicazione.

In questo saggio inchiesta che ha richiesto più di tre anni di indagini, ricerche e interviste, si fa l’accurata descrizione delle diverse tipologie maschili e femminili che vivono in questo mondo di “operatori del benessere sessuale” a pagamento. L’autrice Grazia Visconti è una professionista della comunicazione: una giornalista che ha navigato direttamente nei numerosi siti del settore e che ha intervistato moltissime accompagnatrici e molti accompagnatori. La Visconti non è quindi una donna escort, ma una giornalista molto attiva e concreta a cui piace toccare con mano l’argomento da trattare (www.graziavisconti.net).

Ma perché tanti uomini e donne di oggi preferiscono pagare una prestazione sessuale? Sicuramente è un po’ come andare al ristorante: si paga per consumare qualcosa che ci piace, cucinato come piace a noi. Ma veniamo al parere dei diretti interessati.

Clarissa (escort): “In molti casi gli uomini vogliono una donna altrimenti irraggiungibile e impossibile da conquistare nella realtà ordinaria… paga per pigrizia o perché ritiene con il denaro di superare l’ostacolo derivante da un eventuale rifiuto o per fare sesso con una donna che non gli dia problemi, che non necessiti di corteggiamenti e che se ne vada subito dopo. I clienti pagano per la realizzazione di un sogno. C’è chi sa dipingere, chi sa scrivere, chi sa cantare… c’è chi vende le proprie invenzioni “letali” a chi di esse ne farà un uso malvagio, chi mette a disposizione la propria immagine per pubblicità rincretinenti e ingannevoli. Non vedo il motivo per cui una donna, giovane, carina, affascinante e con sex appeal, non debba approfittare di tutto ciò affittando il proprio corpo per il diletto di qualche cliente” (p. 72-76).

Pamela (escort): “lo scambio di natura economica o di altro genere c’è in ogni rapporto umano e in ogni luogo… e a parte qualche stupido, ho trovato molta più considerazione da quando faccio questa cosa rispetto a un tempo: ho avuto fidanzati che mi trattavano come una pezza da piedi”.

Valentina (escort): “Per una donna, il potere è unire testa e corpo, che diventa una miscela esplosiva… Per loro non sono una donna, sono l’incarnazione del sogno che ogni uomo ha di una donna” (p. 175). I miei clienti sono persone piacevoli che non hanno particolari problemi… sono molto impegnate dal punto di vista lavorativo per cui hanno poco tempo da dedicare alle relazioni sociali e quindi poco tempo per conoscere una persona e corteggiarla (p. 185).

Luca (gigolo): “Faccio il modello e come la maggior parte dei modelli faccio anche l’accompagnatore per donne (e uomini). Le mie clienti sono donne molto trascurate dai mariti, perché il marito lavora troppo, che non sono soddisfatte nell’ambito sessuale, donne che comunque desiderano avere un ragazzo per una cena o desiderano parlare. Ci vado e poi se c’è il secondo fine e mi piace è un’altra cosa” (p. 193).

Nicholas (gigolo): “Non ho mai messo un annuncio sul giornale. Ho cominciato con il passaparola quando lavoravo in discoteca. Poi c’è stato l’avvento di Internet, ho pubblicato due annunci e due mesi dopo ho fatto il sito” (pag. 206).

Alexandra (escort): Ho la possibilità di avere rapporti disimpegnati… Oscar Wilde diceva: “Hai un capitale, non vedo perché ci devi stare seduto” (p. 217).

Edoardo (gigolo): “Quelli che mi hanno colpito sono i ricchi. È una lezione di vita, di base, indipendentemente se fai il lavoro di escort. E cioè che non ti devi mai aspettare nulla da una persona ricca, benestante o famosa. Ti devi aspettare sempre qualcosa di bello e di buono dalla tua famiglia e dalle persone normali: gli operai, gli impiegati… Ti danno molto di più, ti aiutano se possono. Le persone ricche non aiutano mai e sono molto avare” (p. 233).

L’opera è quindi un’indagine molto accurata che si è avvalsa anche dell’opinione di sessuologi e di gente famosa sul legame tra sesso, amore e Internet: Chiara Simonelli (Internet: è come andare in un grandissimo centro commerciale dove tu hai degli stand sempre più specializzati), Willy Pasini (Una volta la donna lo faceva per fame, oggi la prostituzione è diventata narcisistica con le call-girl e le escort-modelle in rete), Paolo Crepet (Si fa prima a fare l’amore che prendersi una laurea, se trovi l’amante generoso puoi acquisire meriti sociali ed economici maggiori rispetto a conquistarli per merito), Alessandro Meluzzi (Molte persone non hanno sensi di colpa perché hanno una personalità promiscua), Dino Risi (Al cuore bisogna comandare, è tutta una questione di esercizio), Francesca Neri (Trovo che la tecnologia abbia risolto molti problemi a chi vivi nei piccoli centri abitati e a chi ha poco tempo), Ornella Muti (Un complimento sincero vale più di mille regali), Raoul Bova (Non amo le donne che si truccano troppo o che non sono coerenti con la loro personalità), Renzo Arbore (Internet attizza… si diventa come i marinai… navigando si scoprono siti che stuzzicano la fantasia), Paola Barale (Agli occhi di una donna sono molto più belli gli uomini generosi: anche sentimentalmente), Franco Zeffirelli (Il denaro va vissuto e goduto insieme agli altri), Fabrizio Frizzi (Ho sentito storie di tutti i tipi, amori nati e poi finiti… ma qualche storia è andata avanti), ecc.

Anche il criminologo Francesco Bruno ha detto la sua: “Dove incomincia la prostituzione e dove finisce il comportamento opportunistico della donna? Non è facile stabilirlo. “Quella si fa pagare” e allora quella che fa la tua amante e però le devi comprare la pelliccia, l’appartamento o il negozio, quella cos’è? E poi non sa quanti casi clinici di ragazzi timidi e chiusi ai quali ho fatto avere una prostituta che mi faceva da assistente… ogni tanto mandavo dei casi irrecuperabili e quelli guarivano, perché finalmente si sbloccavano… Il problema più importante per l’uomo, il malato di mente, è avere un rapporto con una donna” (p. 255). Invece l’antropologo e criminologo Cesare Lombroso disse (1835-1909): “Le donne invece di fare le criminali fanno le prostitute. In fondo la donna anche quando trasgredisce è utile” (p. 254).

Comunque la conclusione di Grazia Visconti è questa: “Il nuovo slogan del XXI secolo potrebbe essere: “Tutto si affitta”. Le cose si affittano, si usano per un periodo più o meno lungo, si consumano, si mostrano agli altri per soddisfare il proprio egocentrismo… E così anche i rapporti d’amore e di sesso si affittano, si usano e poi si gettano. Insomma, luogo non luogo, regno dell’abbordaggio più casuale e delle proposte indecenti, harem del libertinaggio più sfrenato. Anche questo, signore e signori, è Internet”.

E la realtà è anche questa: le relazioni umane sono molto complesse e chi è adatto a fare dei figli e a educarli o a mantenerli economicamente magari non è molto portato a praticare con totale libertà e piacere le svariate forme di esperienze sessuali (orali, anali, ecc.). E prima o poi ci si stanca anche di mangiare l’aragosta. Tutto qui…

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