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Il pasticcio di Esposito le possibili conseguenze

Ho ascoltato la registrazione dell’intervista al Magistrato Antonio Esposito sulla sentenza di conferma della condanna a Berlusconi: effettivamente il testo non dice che Berlusconi sapeva, ma fa un esempio generale, affermando che, in sede giudiziaria, il principio logico del “non poteva non sapere” vale solo se sappiamo di qualcuno che, in qualche modo, lo ha informato.

In sé, nulla di scandaloso; e dire che ha affermato che sappiamo che qualcuno aveva informato Berlusconi è una manipolazione del suo pensiero. Detto questo, lo stesso è una frittata e pure grossa.

In primo luogo perché è una cosa fuori dal mondo che un magistrato, per di più di legittimità, parli della motivazione di una sentenza e prima ancora che sia scritta. Va bene che ormai i magistrati italiani sono convinti di stare a San Remo e non ci risparmiano esternazioni (iniziò, nel 1993 l’indimenticabile Francesco Saverio Borrelli), però un numero di varietà del genere non lo avevamo ancora visto.

Ovviamente, la cosa suona alle orecchie dei sostenitori del Cavaliere come la prova provata del complotto ed indebolisce la credibilità della sentenza anche agli occhi degli indecisi e dei “neutrali”. E poco importa che Esposito non abbia detto esattamente quello che gli viene attribuito, magari grazie ad una montatura: quello che conta è l’effetto mediatico per il quale, nella testa degli italiani si rafforza il sospetto di un giudizio poco sereno.

E, per di più questo accade in un processo che presenta diverse fragilità.

Capiamoci: non mi assale il dubbio che Berlusconi sia innocente. Un simile sospetto non mi passa per l’anticamera del cervello come, credo, non alligni nella mente della maggioranza degli italiani. Il problema è un altro: la fragilità della prova e il labile confine fra reato proprio ed abuso del diritto. Diciamocelo francamente: l’operazione fraudolenta c’è stata certamente, ma un pezzo di carta con una firma di Berlusconi che la autorizza non c’è. E non c’è neppure nessuno che dica “Quel giorno il Cavaliere venne da me a dire che dovevo far così” oppure “avvertii il Cavaliere di quell’operazione ma lui fece orecchie da mercante”.

Vedremo cosa scriveranno in motivazione di sentenza i supremi giudici, può darsi che il convincimento di colpevolezza dipenda da una combinazione logica di indizi ed elementi indiretti, ma non mi pare che esista una prova così diretta ed esplicita da poter esser sbandierata. Siamo molto sul bilico fra l’assoluzione dubitativa e la condanna al margine estremo della prova.

C’è poi lo scivolosissimo tema della natura giuridica del fatto: se reato pieno (frode) o abuso del diritto (elusione) ed in dottrina esiste un dibattito accesissimo se l’abuso del diritto sia da considerare alla stregua di reato o meno. Per di più, nel quadro delle regole della globalizzazione, la cosa è resa ancora più ambigua e suscettibile di interpretazioni diverse.

E, per essere sincero, credo che, ad una indagine approfondita, pochissimi grandi gruppi internazionali avrebbero le carte in regola. E Coppi che, a differenza di Ghedini, il mestiere lo sa, ha puntato su questo argomento per cui il fatto c’è ma non costituisce reato e se esso fosse stato usato nei primi due gradi di giudizio, avrebbe creato più di un imbarazzo all’accusa.

Dunque, siamo su un crinale molto labile sia in tema di prova che di caratterizzazione del fatto. Non si può dire che la sentenza sia ingiusta o infondata, ma neppure che sia solidissima. È giusto sul limite fra l’accettabile ed il forzato. Ovviamente, non avendo a disposizione il fascicolo processuale, scrivo sulla base di quello che è stato possibile sapere attraverso la stampa.

Ma, alla fine, la discussione in punto di diritto lascia il tempo che trova. La legittimità sostanziale della condanna dipende da un’altra cosa: dalla guerra scatenata dal Cavaliere che ha travolto ogni principio di Stato di Diritto. Sono un convinto garantista e ritengo che lo Stato ed il suo potere giudiziario debbano restare fedeli alle proprie regole, anche nei confronti del più spudorato accusato del reato più infame. Ammetto che il garantismo non debba venir meno neppure qualora l’imputato minacci i testimoni, sottragga e falsifichi prove, e persino se cerchi di corrompere i magistrati: ugualmente lo Stato non può derogare alle sue leggi e deve essere in grado di condannare il colpevole sulla base di prove certe e con procedure conformi alla legge.

Ma tutto questo non vale se ci troviamo davanti ad uno che, disponendo di una maggioranza parlamentare, la usi per risolvere le sue personali pendenze giudiziarie, depenalizzando i reati di cui è accusato. Con questo criterio nessun reato è più perseguibile e questo non è ammissibile.

Il garantismo protegge efficacemente tutti all’interno delle regole dello Stato di Diritto, ma se queste regole vengono travolte è giusto chiudere l’ombrello del garantismo e il responsabile non si lamenti qualora poi si imbatta in giudici pronti a condannarlo appena ciò sia possibile, senza farla proprio sporca.

Sono pronto a difendere le garanzie processuali per Riina, Priebke, persino per Eichmann o di Bin Laden (qualora visessero), ma non quelli di uno che ha spezzato le premesse dello Stato di Diritto. E se una corte di magistrati ha lavorato sulla soglia minima necessaria pur di condannarlo, assumo la responsabilità morale di dire apertamente che hanno fatto bene.

Però, se poi qualcuno scopre il fianco in questo modo, la cosa rischia di non reggere.

Le conseguenze sono essenzialmente tre: 

  1. In primo luogo, dopo questo infelicissimo show, se Napolitano trova uno spiraglio per concedergli la commutazione della pena, gli italiani pronti a scandalizzarsi sarebbero molto meno.
  2. In secondo luogo, questo dà una carta molto forte a Coppi per un ricorso alla Corte europea che, forse darebbe ugualmente torto al Cavaliere, ma che determinerebbe comunque uno sputtanamento internazionale dell’Italia.
  3. In terzo luogo, questo spinge fortemente verso elezioni anticipate a breve e questo, stante la ripetuta indisponibilità del M5s, significa che al 99% voteremmo con il Porcellum.

Foto: J: Mosbough/Flickr

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.137) 8 agosto 2013 10:01

    Che fosse tutta una pretestuosa montatura non avevo dubbi . Che il giudice facesse meglio a stare zitto per non dare appigli è scontato .Che non si potesse commentarre prima del deposito della sentenza non è vero perché la Cassazione , a differenza dei due primi gradi di giudizio , emette una sentenza confermativa o annulla (cassa) la sentenza per vizi procedurali . Nel caso di conferma , come nel caso in questione ,le motivazioni sono già state formulate in appello e sono già pertanto note e rese pubbliche.

    Delle tre conseguenze che citi ,la prima è eversiva , la seconda folle solo a pensarla , la terza ininfluente per andare alle elezioni .Ad elezioni ,non so se con il porcellum ,ci andremo dopo che a ottobre il PD staccherà la spina al governo Letta per non subire ulteriormente i ricatti del Pdl e per non sfasciarsi definitivamente.

  • Di (---.---.---.41) 8 agosto 2013 10:05

    Non esageriamo: non ho detto che era tutta una montatura e non lo penso. Dico che siamo all’etremo limite della sostenibilità dell’accusa ma è cosa ben diversa.
    Vorrei caopiure sulla base di quali considerazioni sarebbe eversivo se il Presidente della Repubblica commutasse in qualche modo la pena (anche se la cosa non mi piacerebbe) e percxhè un ricorso alla Corte europea sarebbe una cosa folle.

  • Di paolo (---.---.---.137) 8 agosto 2013 11:48

    Che sia una montatura mediatica fatta ad arte lo penso io ,vedo cioè una assoluta sproporzione tra la pur inquietante ,per il ruolo istituzionale ,leggerezza di Esposito ( che oltretutto si esprime in napoletano facendomi rabbrividire ), e quello che si pretende di ottenere .Purtroppo la piaga del meridionalismo istituzionale è ancora lontana dall’essere ,non dico risolta ,ma appena affrontata .


    Napolitano sarebbe eversivo perché non ci sono i presupposti giuridici per una "commutazione "della pena ,stante il brillante curriculum giudiziario dell’imputato . Se per " commutazione" intendi annullamento della sentenza ,non è nei poteri del Presidente che non può autodeterminarsi come quarto grado di giudizio.Sarebbe un atto eversivo perché il Presidente non può andare contro il dettato costituzionale (uno dei pochi reati per i quali può essere perseguito). Se invece intendi la "grazia" che annulli gli effetti della sentenza ,lui stesso ha detto che non ci sono i presupposti giuridici .Una terza via ,ovvero soluzione politica ,sarebbe ugualmente uno strappo istituzionale .Non esiste cioè una soluzione con atto non giuridico che sostituisca una sentenza .Quindi la questione è chiusa ,la sentenza deve fare il suo corso e devono ,obtorto collo ,prenderne atto come avviene nei paesi civili.Curioso e sospetto che lo stesso atteggiamento non sia stato tenuto nell’occasione in cui ,questa medesima corte ,ha assolto Silvio ( Mediatrade) .

    Giudico invece folle il ricorso alla Corte di Giustizia Europea ,perché un imputato con un percorso giudiziario come quello di Berlusconi , fitto di leggi "ad personam " ed escamotage contro i processi ,dubito che addirittura verrebbe ammesso . Inoltre sarebbe l’ennesima figuraccia per un paese già abbondantemente sputtanato.Insomma una follia e ,siccome questi sono tutto meno che dotati di saldi principi ,sicuramente lo presenteranno .
    Neanche questa ci risparmiano.
  • Di (---.---.---.46) 8 agosto 2013 13:52

    SCENARIO:
    Un alto magistrato si trova tra le mani una patata che non è patata, ma masso di roccia dura, e non è bollente, è incandescente. Tutto a causa di uno scaricabarile di dimensioni tali, che se non ci fosse da rabbrividire per lo schifo, sarebbe persino da ammirare stupiti per la pervicacia e la determinazione di chi lo ha messo in atto. Uno scaricabarile tutto interno ad un partito, il PD, ma con autorevoli e fenomenali appoggi istituzionali.
    Ora il povero magistrato si trova tra l’incudine ed il martello: da una parte, un PD che, agendo nell’ombra, dopo avergli scaricato il fardello pretenderebbe che egli trovasse il modo di vanificare due sentenze di merito, o quanto meno ammorbidirne gli effetti. 
    Dall’altra parte, un PDL che agisce allo scoperto, spudoratamente, facendosi scudo dei soldi del suo creatore e padrone: e non gliela manda a dire, glielo dice direttamente, con articoli sui principali giornali, finti approfondimenti in finti talk-show televisivi, telefonate di amici degli amici, e quant’altro.
    Immaginiamo la vita di questo povero cristo nell’ultimo mese e mezzo: un inferno.
    Ma come risolvere la situazione accontentando tutti senza perdere completamente la faccia e senza sporcare irrimediabilmente una (forse) onorata carriera?

    SOLUZIONE
    :
    Annullare le sentenze di merito non si può, non ci sono proprio i presupposti giuridici.
    Si confermano quindi.
    E QUI ARRIVA IL COLPO DI GENIO!
    Passati un paio di giorni, giusto il tempo di mettere alla prova le vere intenzioni dei protagonisti di questa tragicommedia italiana, un giornalista "amico" e compiacente si presta ad una intervista sceneggiata, durante la quale il magistrato si lascia sfuggire, del tutto ingenuamente, per carità, qualche mezza dichiarazione di nessuna importanza dal punto di vista della sostanza della vicenda, ma sufficiente a fornire un appiiglio, sia pure debole, sia pure strumentale, ai nostri impavidi protagonisti per buttare tutto in caciara e finire nel classico modo italiano: a tarallucci e vino.
    Se qualcuno si azzarda a dirmi ancora mezza parola contro Grillo ed il suo movimento, me lo mangio sano sano; anzi no, rischierei un avvelenamento!
    Ad maiora!
    rBle

    • Di paolo (---.---.---.137) 8 agosto 2013 16:57

      Ipotesi interessante ,forse un po’ troppo sofisticata per il livello dei protagonisti , ma del tutto inutile quindi inverosimile .


      Contro Grillo la parola la dico io, se abbiamo il delinquente al governo la colpa è solo sua ,quindi ha poco da blaterare . E se pensa di acchiappare voti per il capolavoro che ha fatto è un povero illuso . Avremo il record dell’astensionismo .
    • Di (---.---.---.225) 9 agosto 2013 10:16


      di paolo
      Guarda che non l’ha mica pensata lui (Esposito)! Lui ha solo obbedito a ordini superiori.
      INGENUONE!
      Per quanto riguarda Grillo, vorrei vedere te (ed i tanti - sig! - altri come te), a fare comunella con i vari Letta, Brunetta, e chi più ne ha più ne metta, illudendosi di fargli fare leggi giuste e convertirli in onesti e specchiati governanti!
      E ripeto: INGENUONE!

    • Di (---.---.---.225) 9 agosto 2013 10:23

      P.S.
      E, comunque, se non te la senti di dare fiducia ai 5*, meglio l’astensione: potrai almeno dire che chi ci continua a fregare lo fa senza la tua partecipazione. 
      Per quello che può valere! smiley
      rBle

    • Di paolo (---.---.---.137) 11 agosto 2013 09:33

      Sei troppo di cervello fino ,la mia intelligenza non può competere con la tua ricostruzione dietrologica .Mi arrendo .
      E poi come si fa a non essere d’accordo con uno che vota Grillo !
      ciao rBle

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