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Chi è Franco Coppi, il nuovo avvocato di Berlusconi

Silvio Berlusconi cambia strategia. No, non quella politica, tranquilli; quella rimane la stessa (più o meno). Il Cavaliere ha deciso, dopo quasi vent'anni di difese condotte dai suoi due azzeccagarbugli favoriti, Piero Longo e Niccolò Ghedini, di dare una svolta alla sua strategia giudiziaria. A dare l'indiscrezione è stata La Stampa: "Coppi nuovo avvocato di Berlusconi"

Anziché insistere con gli assalti al Palazzo di Giustizia lanciati dalle sue «amazzoni», risultati controproducenti e processualmente dannosi, Silvio vuole imboccare adesso la strada di una difesa «tecnica». Vale a dire sobria. Composta. Rispettosa dei giudici e della corte.
 
La conferma è arrivata ieri. Interpellato in materia, Franco Coppi a domanda ha risposto (LEGGI L'INTERVISTA). Che Berlusconi sia arrivato da solo ad una scelta del genere, invece, risulta difficile crederlo. Più probabile che vi sia stato traghettato da qualche consigliere di fiducia (Denis Verdini?). Ma chi è Franco Coppi, l'avvocato nato a Tripoli ed esercitante a Roma che "integrerà" (secondo alcuni "rivoluzionerà") il collegio difensivo di B.? 
 
Ex professore di diritto penale alla facoltà di giurisprudenza della Sapienza, questo "avvocato del Diavolo" all'italiana si è fatto conoscere dall'opinione pubblica per la sua particolarissima quanto eterogenea clientela. Ha difeso uomini politici di diversa levatura (il più importante, per dire, è un certo Giulio Andreotti, assolto per mafia proprio grazie a Coppi, prima che subentrasse Giulia Bongiorno), [presunti] pedofili come quelli di Rignano Flaminio e Don Gelmini, [presunti] omicidi come Sabrina Misseri o Raniero Busco (il fidanzatino del delitto di via Poma), generali piduisti come Vito Miceli (Golpe Borghese), spioni come Niccolò Pollari (sequestro Abu Omar), super-poliziotti come Gianni De Gennaro (irruzione alla Diaz), banchieri come Antonio Fazio (scandalo Antonveneta), amministratori delegati di aziende e multinazionali (una su tutte, la ThyssenKrupp) eccetera, eccetera.
 
Una carriera dove gli "eccetera" non contano poco (ne fa un ottimo elenco Giovanna Trinchella per Il Fatto). È bastato il ricco curriculum di Coppi a convincere Berlusconi a portare la sua difesa dentro l'aula, dopo anni ed anni di attacchi esterni, rivolti spesso personalmente ai giudici, più che al merito delle indagini? Pare di sì. "Lui vuole verificare se davvero esiste una magistratura senza pregiudizi nei suoi confronti, in grado di assolverlo. Dunque sceglie un avvocato non politicizzato che sa trattare con i giudici non politicizzati", confida un anonimo "fedelissimo" di Berlusconi al giornalista Ugo Magri, probabilmente la stessa fonte all'origine del retroscena rivelato ieri da La Stampa.
 
L'avvocato Coppi ha dichiarato ad AgoraVox di non avere motivi per non accettare la difesa dell'"uomo più processato d'Italia", come ama definirsi lo stesso Cavaliere; già condannato in primo grado per evasione fiscale nell'ambito del processo Mediaset per i diritti tv (4 anni di reclusione e 5 anni di interdizione dai pubblici uffici) e per violazione di segreto istruttorio (1 anno) nel processo Unipol. Per queste due vicende l'ex premier è pronto a dar battaglia in appello e Cassazione (che, come ama ricordare lo stesso Berlusconi, lo ha sempre assolto). Ma non sono le uniche gatte da pelare, per l'ex presidente. Il tribunale di Milano si pronuncerà a breve sull'affaire Ruby, per il quale è accusato di concussione e prostituzione minorile (pena prevista: dai 6 ai 12 anni di carcere).
 
Venuto meno lo "scudo politico" che lo ha protetto per quasi un ventennio, il Cavaliere potrebbe presto ritrovarsi con tre condanne sul collo. "Una tempesta perfetta di verdetti", come l'ha definita la Trinchella del Fatto, che rischia di spazzare via il Caimano dalla vita politica italiana. È soprattutto la pena accessoria dell'interdizione dagli uffici pubblici a destare maggiori preoccupazioni. La scelta di affidare l'incarico della difesa ad un penalista di razza come Coppi potrebbe rappresentare un colpo di mano decisivo. Soprattutto perché si tratta di materie sulle quali Coppi detta legge (solo a dare una scorsa alla sua bibliografia troviamo due testi dai titoli Reato contro la pubblica amministrazione I reati sessuali).
 
"La difesa che dà più soddisfazioni è sempre l’ultima in ordine di tempo", ha dichiarato Franco Coppi in un'intervista a Panorama qualche anno fa. All'imputato Silvio Berlusconi non resta che sperare che la soddisfazione sia reciproca.
 
 
LEGGI ANCHE L'INTERVISTA. Coppi: "Difenderei chiunque, nel rispetto delle regole. Anche Berlusconi"
 
 
 

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