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Il paese delle campagne. Diffamatorie...

C’è stato un tempo in cui l’Italia vantava grandi estensioni di campagna. La società era al 70% contadina. I frutti della terra sfamavano l’intera nazione. Mancava la cultura ma non un pezzo di terra da coltivare. Il lavoro era duro ma dava i suoi frutti. Puntualmente. Poi, ci fu il boom economico. Le industrie. Posti di lavoro ancora sconosciuti da andare ad accaparrarsi col miraggio della fortuna economica. La transumanza cambiò protagonisti, che da animali divennero uomini.

Ci fu la cosidetta “evoluzione”. Gli italiani impararono persino a leggere e far di conto. Come avrebbero mai potuto altrimenti firmare chili e chili di cambiali per comprare tutto ciò che il nuovo Mercato offriva loro? Ecco quindi, che la società, la nazione dovevano cambiare. E passare dalle estese campagne alle estensioni di cemento e fumo. Tutto programmato.

Passano i decenni. Passano modi e metodi. L’Italia è scolarizzata ma “vanta” i tagli maggiori d’Europa per ciò che riguarda la Cultura. I contadini di oggi, sono imprenditori con capacità di negoziazione e di marketing. Le campagne ci sono ancora, ma rappresentano ormai un margine nel nostro Paese. Almeno per ciò che riguarda la produttività.

Le campagne di cui si parla oggi sono altre. Non colorate di verde. Non odorose di fiori e frutti. Fanno spaccare le reni a chi è abituato a passare le giornate su una sedia, dietro al monitor di un PC. Non hanno nulla di bucolico e servono solamente a dissestare un Paese già grandemente dissestato.

Sono le Campagne diffamatorie. Nulla di concreto all’atto pratico. Ma con una potenza distruttiva notevole. Peggio di una bomba nucleare in alcuni casi. E’ la nuova Guerra mediatica. Che ha preso il posto spesso e volentieri, alle guerre vere e proprie. Quelle combattute a suon di colpi d’arma da fuoco. Sembrano meno letali eppure letali sono eccome. Falcidiano i personaggi di volta in volta presi di mira ma non solo. Perché è l’intera nazione a subire, ogni volta che una campagna diffamatoria prende forma contro la vittima designata di turno.

Ecco quindi, colleghi costretti a trovare dossieraggi spesso e volentieri basati sul nulla o senza alcuna conferma certa della veridicità delle informazioni date alla nazione. Ecco lo scandalo del momento, ai danni di questo o quel personaggio politico, che in risposta, si sente in diritto di sfoderare armi più aggressive a suon di nuove campagne diffamatorie sempre più scandalose.

In tutto questo, mentre le vere verdi campagne nostrane languiscono sotto un sole malato che in Italia non serve a dare energia pulita ma giri di denaro all’interno delle cosche malavitose, l’Italia si perde nel nulla di un Sistema ormai drogato di guerre fittizie e sempre più agguerrite.

Siamo l’Italia della non politica. Della non pianificazione. Della non rivalutazione. Delle non guerre. L’Italia delle parole mai condite dai fatti. L’Italia delle strategie che servono solo a prender tempo. Una nazione fallita in cui chi dovrebbe tenere le redini del tutto, si diverte a giocare a mosca cieca senza tener conto delle stragi di immoralità che si seminano nel tessuto del Paese.

Forse, dovremmo tutti tornare alle campagne. Quelle vere. Quelle dove si coltiva la terra e si allevano animali. Quelle per cui ci si alza all’alba e si va a letto presto, che domani è già qui. Quelle che non hanno il sapore della malvagità e che regalano frutti ormai insperati. Forse, se così fosse, chi gioca ad altre Campagne, prima o poi si stancherebbe di farlo, perchè gli spettatori sarebbero troppo presi dal lavoro per stare dietro alle puttanate imbastite da chi – malamente – governa la nazione.

Mi auguro che prima o poi, qualcuno senta una necessità. Un languorino. Un pizzicore. Qualcosa che riporti tutto ad una dimensione diversa, umana, accettabile. Quel qualcosa che manca ormai quasi a livello genetico ai cittadini di un territorio cui è stato tolto dal DNA persino il ricordo di ciò che eravamo, appena una manciata di anni fa. Se così non sarà, continueremo a perire sotto i colpi invisibili di una startegia di Sistema ben più pericolosa delle bombe. Perchè va ricordato che le bombe le puoi vedere e tentare di sottrartene. Le bombe virtuali sono enormemente dannose e non consentono di fuggire da nessuna parte.

Forse, smettendo di parlarne tutti insieme, compiremmo un primo grande miracolo.

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.102) 30 dicembre 2010 08:50

    Brava Emilia . Però , grazie a Dio ,nel meccanismo di infangamento che hai illustrato , esiste pure la medicina , si chiama " rigetto " .L’eccesso , l’abuso , sta annullando gli effetti e giorno dopo giorno la gente si abitua ; anche i seguaci del belpietrofeltrismo , che sono molto numerosi, cominciano a dare segni di insofferenza , di mancanza di interesse . Il meccanismo piano piano si sta disinnescando da solo .Questa almeno è la mia impressione .Certo ci vorrà del tempo ma , a lungo andare perderà sempre di più la sua efficacia.

    Permane invece , in tutta la sua gravità ,il danno etico e morale che , temo , non sarà cosi’ semplice , ammesso e non concesso che qualcuno ci provi , da rimediare .

    paolo
  • Di Emilia Urso Anfuso (---.---.---.52) 30 dicembre 2010 09:26
    Emilia Urso Anfuso

    "Permane invece , in tutta la sua gravità ,il danno etico e morale che ,
    temo , non sarà cosi’ semplice , ammesso e non concesso che qualcuno ci
    provi , da rimediare"

    Condivido pienamente

    Emilia Urso Anfuso

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