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Il miracolo possibile di San Laise, Bagnoli

A Napoli non c’è soltanto San Gennaro a fare i miracoli! C’è tanta gente che si inventa un pranzo ed una cena per la famiglia pur svegliandosi ogni mattina con le tasche vuote.

E c’è gente che dimentica i propri problemi, la mobilità, il precariato ecc. per unirsi (un miracolo già questo) a lavorare la terra di San Laise.

San Laise (per altri Santa Luisa) è un feudo sulla collina di Bagnoli (Napoli), già possesso della contessa di Corigliano.

La contessa lo concesse a vari fittavoli che vi insediarono le loro masserie.

Ma al cavaliere Benito Mussolini quella collina piacque, l’espropriò e vi fece costruire un gigantesco orfanotrofio per gli scugnizzi di Napoli: il Costanzo Ciano.

La guerra cambiò un’altra volta il destino di San Laise e quei palazzoni furono occupati da soldati tedeschi ed italiani, finché, con la pace ripristinata, la sua destinazione divenne quella di ospitare il comando della N.A.T.O. di Napoli fino al 3 dicembre del 2012.

Intanto un fianco della collina è stato coltivato pazientemente e tenacemente da ben tre generazioni di usufruttuari che, in fin di vicenda, sono stati tutti sfrattati e devono abbandonare il loro lavoro di decenni per far posto a probabili progetti di edilizia residenziale.

Intendiamoci, in tempi così cupi, contro investimenti che si trasformano comunque in lavoro diretto ed indotto, non si possono alzare le barricate solo per amor di principio, ma esistono beni immateriali ai quali una comunità non può rinunciare ed uno di questi è la conservazione e crescita del patrimonio culturale che non è solo musica, non è solo poesia ma anche terra alla quale si appartiene, è anche propagare e difendere la bellezza come alternativa alla logica dell’utile e e dell’interesse, consentire che gli uccelli sappiano dove tornare a fare un nido e insegnare ai figli come si fa a far nascere quello che normalmente sono abituati a vedere nelle vaschette di polistirolo, nei supermercati.

Il recupero delle aree abbandonate passa anche attraverso la faticosa eliminazione dei rifiuti accumulati, frutto di una bestiale usanza di considerare il nostro comodo superiore ad ogni altro principio. E così basta un sito che sia pubblico, accessibile, incustodito, per farne una discarica: lo sfratto della ristrutturazione di una casa, la tazza rotta del bagno, lo scaldabagno fuori uso, il monitor obsoleto, tutto in mezzo all’erba, alle piante.

E questi volontari di San Laise (l’associazione “Le Assise di Bagnoli” in testa) hanno spalato, raccolto, tra siringhe infette e oggetti immondi fino a restituire il vialetto d’accesso pulito ed imbiancato alla cittadinanza. Ed è il caso di spendere una parola a proposito di questa associazione, “Le Assise di Bagnoli”, non nuova a battaglie pacifiche di questo tenore, in quanto è loro il contributo maggiore alla riconquista della spiaggia pubblica di Bagnoli a favore dei cittadini (14.000 firme raccolte!).

Per chi non lo sapesse, Bagnoli era una nota e frequentata stazione balneare e termale, che l’incredibile decisione di trasformare in sede di centro siderurgico, ha violentemente declassato a sobborgo industriale. Il problema annoso della “colmata” e della possibile presenza di metalli pericolosi per la salute, retaggio dello stabilimento, hanno addirittura reso necessario il ricambio del manto sabbioso degli arenili. 

Queste iniziative non si fermano qui, lo sguardo del popolo di San Laise e delle Assise va a tutta quest’area come ad un grande polmone di verde, ad un’opportunità per ragazzi ed anziani per fare attività sportiva o solo un luogo indenne in cui passeggiare, e guarda ancora a tutta l’area attualmente occupata dallo Zoo e da Edenlandia, due realtà in difficoltà finanziarie, e ancora all’ex cinodromo, utilizzato solo la domenica per il mercato delle pulci, affinché si conservi e si promuova per questa città ogni opportunità culturale, ambientale, migliorativa della coesistenza, della crescita e della integrazione.

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