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Il metalmeccanico ha bisogni, per Marchionne: abbi sogni!

Se ne può parlare. Sono passati più di tre giorni. Quelli che spettano di riposo a un lavoratore per elaborare il lutto dopo la perdita di un familiare stretto. Al rientro in servizio, si presenta il certificato di morte al dirigente e si riprende il turno da dove si era lasciato.

Se si è senza lavoro, oppure cassintegrati o disoccupati non bisognerà pagare gli oneri al Comune per il certificato di morte del congiunto, piuttosto sarebbe assai saggio prendere accordi con le pompe funebri su un’eventuale dilazione nel lungo periodo delle spese per gli estremi onori alle esequie.

Sergio Marchionne ha convertito la FIAT in una società multinazionale americana dove l’Italia appare come estrema periferia. La produzione di auto nel nostro Paese si è drasticamente ridotta, il lavoro diminuito e la cassa integrazione dilaga. 

Marchionne, come tutti i suoi predecessori, non ha difeso gli interessi del lavoro o del paese, ma quelli della proprietà (Giorgio Cremaschi, Micromega).

Al metalmeccanico della FIAT, per tenerselo buono, Marchionne ha fatto adocchiare la FCA. E l’operaio, che seppure ha bisogni, tanti, come la famiglia da tirare su, l’affitto della casa, la rata della macchina e altre vessazioni si oblia dei propri tormenti in virtù del dogma universale che vorrebbe vulnerabili in una sfida di forza fisica financo un tiro a due di buoi in discesa.

Il metalmeccanico ha bisogni, ma per Marchionne era semplicemente un auspicio: abbi sogni!

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