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Il martedì nero di Tokyo

 

La settimana per la borsa di Tokyo comincia nel peggiore dei modi.
Dopo i ribassi di lunedì, anche la seduta di martedì si è chiusa in calo e l'indice Nikkei è crollato del 10,6%.
 
A vendere non sono stati i fondi ed i grandi investitori nipponici, ma parecchi hedge found americani e qualche europeo, questo perchè scommettono su un peggioramento della situazione, in virtù di una sottostima dei danni a infrastrutture ed aziende giapponesi ed in previsione di un aggravarsi della minaccia nucleare.
 
In Europa il contagio ha causato perdite del 2,27% sull'indice Stoxx: Milano - 2,01%, Londra - 1,38%, Parigi -2,51% e Francoforte -3,18%.
 
Il prezzo del petrolio è di nuovo in calo (98,5 dollari a New York, 109,7 a Londra) in quanto si ipotizza un miglioramento della situazione politica in Libia e nella penisola arabica, e perchè dopo il dramma giapponese potrebbe esserci una minore domanda di greggio.
 
In realtà gli eventi rischiano di seguire l'andamento opposto: il Giappone sarebbe costretto a compensare la perdita di produzione dell'energia elettrica, per via della crisi delle centrali nucleari, con un maggiore utilizzo di combustibili fossili, trainando all'insù la domanda e quindi il prezzo del petrolio.
 
Nel frattempo lo yen continua a rafforzarsi sul dollaro (80,7) e sull'euro (112,9) nonostante la nuova iniezione di liquidità di 3 mila miliardi decisa dalla Banca Centrale del Giappone, questo perchè le società finanziarie nipponiche stanno rimpatriando i capitali per far fronte all'emergenza.
 
Basta ricordare che Tokyo possiede ben 3 mila miliardi di dollari all'estero.
Sul mercato intanto si acquistano Treasury (buoni del tesoro americani) e in parte Bund (titoli di stato tedeschi) poichè in una situazione di generale incertezza è meglio andare sul sicuro e stare tranquilli: il così detto "fly to quality".
 
Infine si pensa che per gestire le enormi spese di ricostruzione, il Giappone sarà costretto ad attingere alle sue ingenti riserve valutarie, per non appesantire un debito pubblico già imponente (il 200% del Pil).
 
MATERIE PRIME GIU'
La catastrofe giapponese ha coinvolto anche il mercato delle commodity.
Il petrolio è arretrato di oltre il 4%, perdite superiori hanno registrato molti metalli e prodotti agricoli. Lo zucchero grezzo è calato del 7,7%il frumento si è piazzato ai minimi da 6 mesi a Parigi, mentre il rame a Londra è tornato ai livelli di tre mesi fa:sotto 9mila dollari a tonnellata.
 
Persino l'oro, il bene rifugio per eccellenza, ha visto un ridimensionamento nel portafoglio degli investitori (-2% sotto 1.400 dollari l'oncia) probabilmente impegnati a fare cassa per recupeare le pesanti perdite subite sui listini azionari.
 

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