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Il lunedì nero delle Borse. Dove muoiono i giganti

Borse: cronaca di un lunedì drammatico. L'Europa apre in negativo, così come l'Asia. Negli Usa, un altro fondo alza bandiera bianca e lo spread tra Italia e Germani tocca livelli record. L'Ocse: "L'Italia non è troppo grande per fallire".

Quando le borse fanno 'crack', non è un buon momento per nessuno. Quando a fine giornata si va a guardare e si nota che le principali piazze europee sono tutte, ineluttabilmente, in rosso, alla consapevolezza di una crisi che va avanti da tempo, subentra la paura di non riuscire più a venirne fuori.

L'espressione più in voga, tra analisti e media, è 'borse a picco'. Immagine evocativa che richiama alla mente una nave che va a fondo, come il Titanic, "l'inaffondabile", quello che, comunque, è troppo grande per cadere. Una pia illusione che ha illuso tutti fino a che non ci siamo accorti, brutalmente, che anche i giganti muoiono. E quando cadono fanno un rumore assordante, un boato che spazza via tutto quello che c'è nei paraggi.

Nella giornata di ieri (lunedì), è emerso un dato terrificante: le borse europee hanno cominciato la settimana come peggio non si poteva. E' un fatto strano, per lo meno insolto. Generalmente l'inizio settimana è più dolce rispetto alla fine. Si chiama "rimbalzo del gatto morto" ed è il principio in base al quale un corpo che cade da quindici piani, prima si schianta a terra, poi rimbalza e sembra risalire eppoi ritorna giù. E lì rimane.

I numeri parlano da soli: Londra -1.71%, Parigi -1.8%, Francoforte -3.33%, Milano -4%. Anche l'Asia ha visto un'apertura di settimana da brividi: Tokio -1.7%, Sidney -1.5%, Hong Kong -2.4%. Un pianto amaro, l'ancora di salvezza non c'è. Lunedì se n'è andato sotto i peggiori auspici. Con la prospettiva di arrivare vivi a venerdì (quando ci sarà la chiusura settimanale) che sembra un miraggio. Anche lo spread Btp-Bund fa registrare un record storico, passando in un baleno da 407 a 436 punti, per un aumento del 4.36%. Che vuol dire? Vuol dire che la differenza di rendimento tra i titoli italiani a dieci anni e quelli tedeschi non è mai stata così alta. I Btp decennali rendonoil 6,21% e si avvicinano a rapidi passi alla soglia del 6,50% - 7% che viene ritenuta dagli esperti un livello di non ritorno per la sostenibilità del debito. Come per la Grecia, in sostanza. In base alle dinamiche di domanda e offerta, per trovare acquirenti i Btp devono offrire oltre 4 punti percentuali di rendimento in più, rispetto alle emissioni tedesche, come maggiorazione sul premio di rischio. Un'operazione che conviene tra il poco e il niente.

Tutto questo mentre un altro fondo Usa ha alzato bandiera bianca. MF Global, società guidata da Jon Corzine, fa richiesta per il Chapter 11, la bancarotta assistita. E tanti saluti.

L'Italia, dal canto suo, oltre al crollo di Milano, ha assistito anche alla bordata lanciata dall'Ocse, il cui capo economista, Carlo Padoan, ha dichiarato che "è meglio non giocare con il fuoco", aggiungendo che "va presa un'azione decisa dei paesi, e non solo dell'Italia; va presa un'azione decisa a livello dell'Euro. Questo vuol dire cifre chiare e meccanismi chiari. Tutto questo ancora non c'è. Pensare che nessuno ci farà fallire perché siamo troppo grandi come italiani è un gioco troppo pericoloso e non vero". Un'iniezione di ottimismo che è stato il triste preludio all'apertura da brividi di Piazza Affari registrata questa mattina: -3.1%. In linea con le altre borse europee, che cedono tutte, anche se in misura minore. La giornata è già in salita.

Sul fronte strategico, Ue e Fondo Monetario Internazionale starebbero trattando in modo serrato per elaborare un piano di salvataggio qualora Italia e Spagna dovessero cadere nel baratro. Un'operazione solidale? No, per niente. L'obiettivo è sempre quello: salvare l'Euro. Costi quel che costi. Per il momento sarebbero soltanto "contatti informali", ma sull'asse Washington-Bruxelles-Francoforte, i discorsi si fanno sempre più concreti, con la Germania, soprattutto, che starebbe spingendo per approvare un piano d'emergenza nel più breve tempo possibile.

Questa ipotesi di "rete di sicurezza", per il momento, viene considerata soltanto un 'piano B', un'opzione "lacrime e sangue" qualora le cose cominciassero ad andare davvero male.

E' solo una questione di tempo?

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