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Bersani attacca Di Pietro. Affinità e divergenze tra il centrosinistra e il professor Monti

Bersani riprende Di Pietro (critico sul nascente governo tecnico): "Prima viene l'Italia e poi le alleanze". Mentre Vendola concede una "fiducia a tempo" al Governo Monti.

Il Governo Monti non è ancora nato, ma il centrosinistra ha già cominciato con i litigi. Una tragica costante, questa: sembra quasi che gli eredi del Pci e i loro alleati, appena intuiscono che c'è la minima possibilità di "vedere la luce", sentano il richiamo della foresta e comincino ad azzannarsi alla gola tra loro. E' già successo e non è una novità.

Questa volta, il confronto è tra Di Pietro e Bersani. In sostanza, il leader dell'Idv ha sollevato più dubbi sulla figura di Mario Monti, dalla durata del suo incarico all'efficacia delle sue misure. Subito il segretario del Pd è intervenuto per intimare al vulcanico Tonino: "Ognuno si deve prendere le proprie responsabilità, spero che Di Pietro possa ripensarci perché prima viene l’Italia e poi le alleanze e la politica".

Alludendo poi al fatto che se l'Idv dovesse decidere di "andare a funghi" in questo momento, non dovrebbe poi tornare a bussare alla porta dei democratici quando arriveranno le elezioni. Un "dentro o fuori" che ha domato l'ex Magistrato protagonista di Mani Pulite, che ha prontamente rettificato la sua posizione di dissenso con l'esecutivo tecnico dicendo che i provvedimenti verrano valutati ed eventualmente votati di volta in volta e che, ad ogni buon conto, le priorità rimangono la legge elettorale e il conflitto d'interessi.

Ad aggiungersi al coro della polemica è arrivato anche Nichi Vendola, che ha benedetto il governo Monti specificando però che si tratta solo di una "soluzione temporanea". Ovvero, prima usciamo dai pasticci, poi però andiamo a votare. Uno scenario da sogno questo: il risanamento dei conti prima e l'annientamento di Berlusconi dopo.

Il centrosinistra, d'altra parte, non può che essere in imbarazzo di fronte all'attuale situazione: un ritorno alle urne in tempi brevi, almeno secondo i sondaggi, vedrebbe un colossale successo di Pd-Idv-Sel anche senza il Terzo Polo, con il centrodestra che colerebbe a picco. Di contro, però, ci sono i mercati: possiamo permetterci tre mesi di campagna elettorale (e relativo blocco politico) mentre tutto il mondo della finanza aspetta un nostro risveglio dal coma o una nostra morte?

E' così che Bersani dichiara di voler mettere il destino dell'Italia davanti ad ogni cosa, incrociando le dita, poi, nella speranza che anche quando si tornerà alle urne il candidato Premier sarà lui. Difficile a dirsi, allo stato attuale, cosa succederà al Pd nei prossimi mesi. Il rischio, tanto per cambiare, è la spaccatura. E, si sa, Berlusconi sulle debolezze della sinistra ci ha costruito un Impero.

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