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Il grande nemico di Giorgia Meloni? La Realtà

Che tra il dire e il fare ci sia di mezzo il mare, se ne sta accorgendo pure Giorgia Meloni. Questo inizio di legislatura non è altro che il preludio di ciò che aspetterà il governo nei mesi avvenire, quando la mancanza di risorse economiche farà sentire i suoi drammatici effetti sia sulla nazione sia sulle promesse della premier italiana. 

“Bisogna fare i conti con la realtà”, ha detto Giorgia Meloni in un video pubblicato sui suoi canali social, spiegando il mancato taglio delle accise sui carburanti. Ma questo è solo l'inizio, perché presto il governo dovrà fare i conti anche con la fine dei ventuno miliardi che ha trovato per calmierare il caro energia, cui si sommeranno i sessanta miliardi che si perderebbero con la flat tax, i trentacinque miliardi che se ne andranno per il taglio del cuneo fiscale e i dieci miliardi che serviranno per mandare i lavoratori in pensione con qualche anno di anticipo. Totale: centodieci miliardi l'anno che serviranno al governo per mantenere le promesse elargite con grande facilità in campagna elettorale, dove puoi dire tutto e il contrario di tutto.

Se poi a questo aggiungiamo lo spettro delle recessione economica che colpirà il mondo per tutto il 2023, una minaccia cui difficilmente sfuggirà il nostro Paese che cresce di meno di tutte le altre nazioni europee, la possibile recrudescenza della pandemia da Covid che costringerà giocoforza il governo a tirare fuori altri soldi, ecco che la tempesta perfetta si chiude.

Se Giorgia Meloni guadagna consensi non è per i miracoli che sta compiendo, ma è perché nei suoi video social continua a mostrare ottimismo, imbonendo gli elettori che vanno dietro alle sue chiacchiere. Sarebbe però un errore pensare che questa luna di miele col Paese possa durare per molto tempo. Più facile pensare che gli italiani si sveglieranno quando le loro condizioni economiche peggioreranno e le promesse elettorali rimarranno lettera morta.

Un governante saggio, un governante salomonico, per trovare i soldi che servono alla nazione, avrebbe innanzitutto mirato a contrastare l'evasione fiscale, la corruzione, l'economia sommersa e l'economia criminale che costano all'Italia cinquecento miliardi di euro l'anno. Quanto basta per fare cinque manovre finanziarie. Ma Giorgia Meloni manco ci pensa a combattere i poteri forti e illegali. Meglio cercare i soldi mettendo le mani nelle tasche della povera gente, con il risultato che, così facendo, non solo non risolvi la mancanza di risorse per l'Italia, ma rischi pure di peggiorare le condizioni economiche di milioni di cittadini.

A quel punto per Giorgia Meloni sarà dura distrarre l'attenzione dell'opinione pubblica trovando degli spauracchi da combattere, come le ong o i rave-party. E le toccherà affrontare i nodi al pettine che la politica, alla fine, ha sempre delegato ai governi tecnici, come Monti o Draghi. Giorgia Meloni è stata abile a propagandare promesse elettorali. Ora però si trova al governo e tocca a lei ballare con la Realtà. Del resto, le stesse parole di Giorgia Meloni secondo cui, dopo questa esperienza di governo, intende riprendersi in mano la sua vita, lascia trapelare più di un segnale di stress della prima e, forse, ultima donna premier italiana. 

Foto Governo.it

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