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Il giornalista italiano Quirico scomparso in Siria

Domenico Quirico, corrispondente da Parigi per La Stampa, inviato di guerra e reporter degli eventi concernenti la Primavera Araba, attualmente in Siria per documentare il caos del conflitto civile, risulta irrintracciabile da venti giorni.

Il giornalista, giunto in Libano il 6 aprile, aveva annunciato al responsabile Esteri de La Stampa il suo arrivo in Siria il giorno successivo, attraverso un sms inviato alle 18.10.

Di lunedì 8 il messaggio alla moglie Giulietta, seguito da una telefonata dalla linea disturbata, nella quale spiegava che da quel momento in avanti sarebbe stato irraggiungibile per qualche giorno, dopo la richiesta del suo seguito di accompagnatori di non fare uso di telefoni satellitari nell'area in cui erano diretti.

Di martedì 9 l'ultima notizia: un sms indirizzato ad un collega della Rai, con cui annunciava di trovarsi sulla strada verso Homs.

Come spiega la redazione de La Stampa, il silenzio di Quirico non li ha allarmati sino a questo momento, vista la sua abitudine a non farsi sentire per periodi di anche una settimana (in Mali non diede sue notizie per sei giorni, e già prima della partenza per la Siria aveva premesso che probabilmente non avrebbe scritto né comunicato con l'Italia per qualche tempo, visto che in molte zone la copertura di rete dei cellulari è saltata, e utilizzare il telefono è rischioso perché permette di essere localizzati).


Ma così tanti giorni senza alcuna novità diventano allarmati: d'accordo con la famiglia, il 15 aprile La Stampa ha avvisato l'Unità di Crisi della Farnesina, fornendo indicazioni sull'itinerario che aveva programmato per permettere l'avvio delle ricerche.

Domenico Quirico, 62 anni, era stato rapito in Libia nell'agosto 2011, e liberato dopo due giorni. Nella sua carriera ha raccontato in prima persona l'Uganda, il Sudan, il Darfur, il Nord Africa, la Somalia.

In segno di attesa di notizie dal proprio collaboratore, il logo de La Stampa è ora coronato da un fiocco giallo.



 

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