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"Il contrasto alle mafie in Europa: esperienze a confronto"

Sonia Alfano, deputato europeo Presidente della commissione antimafia, nel ventennale dell'assassinio del padre Giuseppe detto Beppe, trucidato dalla mafia, ne ha onorato la memoria organizzando a Barcellona Pozza di Gotto, città natale del giornalista ucciso, una due giorni con molteplici iniziative, fra queste "Il contrasto alle mafie in Europa: esperienze a confronto".

Presso il Palacultura Cattafi di Barcellona Pozzo di Gotto si sono riuniti i vertici di tutte le polizie Europee, oltre alla DEA e la FBI, portando ognuno le proprie esperienze e mettendo in risalto la necessità di un coordinamento sovranazionale, per un efficace e decisivo contrasto alla criminalità organizzata. Le procure ritengono urgente una pianificazione normativa mondiale per un efficace contrasto alla criminalità organizzata.

Per il procuratore della Repubblica di Catania Salvi è prioritaria la creazione di un Procuratore Europeo, un decisivo passo in avanti nella lotta al crimine organizzato. L'istituzione di un Procuratore Europeo, che abbia giurisdizione in tutti gli Stati membri dell'Unione Europea, creerebbe una struttura titolare sia dell'azione penale che di quella investigativa, superando varie difficoltà ordinamentali del nostro sistema giuridico.
 
Il procuratore aggiunto della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria
Nicola Gratteri, indica tre macro aeree: Europa, America del Nord e America del Sud.
"In Europa abbiamo il Mare Mediterraneo che è uno dei più sicuri al mondo, mentre dallo stretto di Gibilterra entrano tonnellate di cocaina. Il problema grave è la schizofrenia di questa legislazione, pensate che in Spagna e in Olanda non è possibile ritardare l'arresto, siamo nell'assurdo che il Procuratore di Rotterdam deve arrestare un tizio per 2 chili di cocaina, compromettendo il sequestro di un container pieno zeppo di centinaia di chili di cocaina. In questi paesi vi è un vero e proprio stoccaggio di cocaina, in Spagna 10 tonnellate, in Belgio non è consentito intercettare un Blackberry, come pensiamo di combattere il crimine?
 
Bisogna modificare Eurogest, l'Europa prenda esempio dall'Italia all'avanguardia nella legislazione al crimine organizzato. In America del Nord distinguiamo il Canada dagli Stati Uniti, in Canada con molti sforzi, stanno ricostruendo le strutture investigative e noi, con loro, abbiamo un sistema farraginoso per le estradizioni, invece con gli Stati Uniti abbiamo un rapporto eccellente, loro tramite un'intuizione geniale hanno istituito, presso l'Ambasciata a Roma, un magistrato che ha competenza esclusiva per le rogatorie, è lui che decide tutto.
 
In Sud America siamo messi molto male! Se in Colombia, rispetto al passato, il governo ha iniziato un'efficace lotta di contrasto al traffico di cocaina, altri paesi come il Venezuela e il Messico sono dei veri e propri buchi neri, in questi Stati la moneta utilizzata per le transazioni criminali non è il dollaro ma l'euro e il denaro non si conta ma si pesa". 
Nella società civile fortissima è la domanda di beni illegali. I criminali prosperano perché milioni di cittadini chiedono di acquistare beni e servizi illegali, dunque una fetta consistente del fatturato criminale, secondo il procuratore Generale Scarpinato, è classificabile come un fenomeno di mercato, regolato dalle leggi della domanda e dell'offerta. La globalizzazione mondiale dell'economia (mafiosa) ha reso insufficienti gli strumenti del diritto penale per le smisurate dimensioni raggiunte dalla quantità dei consumatori e dei beni offerti, quali il mercato delle droghe e della prostituzione.
 
Negli anni Ottanta il mercato mondiale della cocaina era circoscritto ai paesi occidentali, con la globalizzazione si è aperto uno sterminato mercato di 250 milioni di Cinesi, tutti aspiranti all'emulazione di modelli occidentali, la progressiva crescita del reddito medio delle popolazioni dell'est Europeo e dei paesi emergenti hanno incrementato il mercato globale dei consumatori di stupefacenti stimato nel 15% della popolazione mondiale. La ricchezza prodotta dalla globalizzazione del mercato della droga consegnerebbe alle mafie transnazionali un potere superiore a quello degli Stati e delle Multinazionali, per questo motivo si prevede che la liberalizzazione delle droghe costituirà, prima o poi, l'unico rimedio per un riequilibrio dei poteri. Negli anni Ottanta il mercato della prostituzione si rivolgeva solo in un ambito nazionale ed era gestito da singoli criminali o, al più, da modeste organizzazioni che controllavano piccole porzioni di territorio.
 
Negli anni Novanta l'immissione di centinaia di migliaia di donne, provenienti dalla ex Russia, dall'Europa dell'Est e dall'Africa ha rivoluzionato questo segmento di mercato, che è stato monopolizzato, con una vera e propria parcellizzazione, dalle criminalità transnazionali. Semplificando, in paesi come l'Italia, dove le mafie controllano il territorio, si raggiungono accordi economici di scambio con le mafie straniere. Di fatto la microcriminalità, che prima gestiva la prostituzione, è stata spodestata dalla mafia internazionale e asservita come manodopera criminale. Il fenomeno è interessante perché rappresenta la stessa caratteristica tipica del mercato legale, ovvero la selezione competitiva.
 
Analizzando i reciproci rapporti di mercato, consistenti nello scambio di beni e servizi illegali tra mafie e cittadini "normali", risultano abbastanza semplici, al contrario, molto più complessi risultano le convergenze tra mafie e imprese che operano nel mercato legale.
 
Sino a poco tempo fa, era convinzione comune che il mondo delle imprese fosse vittima della criminalità organizzata. Successivamente, le rivelazioni di ex mafiosi, divenuti collaboratori di giustizia, e intercettazioni ambientali hanno accertato che settori di vertice del mondo imprenditoriale hanno utilizzato le loro influenze, politiche e mafiose, per dirigere e condizionare vasti settori del mercato secondo logiche oligopolistiche.
 
La maggioranza delle imprese ha accettato questo sistema, perché entrando nel cartello, godevano di un sistema protezionistico che eliminava i costi e i rischi della concorrenza. La complicità del mondo politico amministrativo, i così detti colletti bianchi, col rialzo dei prezzi dovute alle varianti, consentivano extra profitti, suddivisi secondo quote prestabilite. Il trattato di Maastricht, l'aumento del rischio penale e l'azione della Magistratura hanno via via diminuito l'appeal del grande mercato degli appalti pubblici. Per questo le mafie si sono orientate verso nuovi business quali: energia alternativa, sanità privata, alta tecnologia, smaltimento dei rifiuti. Mafie che trasformandosi ed evolvendosi fino a mimetizzarsi per rendersi meno visibili sono più difficili da perseguire. In sintesi la corruzione è il principale strumento di penetrazione delle mafie sia nelle Istituzioni che nell'economia.
 
Un efficace lotta alle mafie transnazionali non può prescindere dalla costruzione di un Diritto Penale Comunitario che preveda un campionario omogeneo di reati, di strumenti di indagine e di confisca, con ordinamenti Statali che garantiscono l'indipendenza e l'autonomia dei Giudici e dei Pubblici Ministeri da qualsiasi potere.
 
 

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