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Il caso Zaman: a rischio l’informazione

Seicentocinquantamila copie di vendite al giorno. Stiamo parlando di “Zaman”il quotidiano finito nel mirino di Erdogan, sultano della Turchia che lo ha fatto chiudere per trasformarlo in un organo filo governativo.

Tutto è iniziato Venerdì, 4 marzo, quando il sultano turco , ordina il commissariamento del giornale, accusato di terrorismo.Viene occupata la redazione, da parte della polizia,che si è data da fare con lancio di lacrimogeni sui sostenitori, ed il 7 marzo, il quotidiano è ritornato in edicola con una bella foto di copertina, che immortala Erdogan, soddisfatto per l’annuncio di un terzo ponte sul Bosforo.

Ovviamente i due giornalisti : Erdem Gul e Cumhuriyet Can Dundar, sono stati prima arrestati con l’accusa di terrorismo, poi rilasciati. La loro colpa quella di aver osato mostrare un video, che testimoniava l’invio di armi in Siria, da parte dei servizi segreti Turchi. La reazione non si è fatta attendere e con un’azione giudiziaria, è stata messa a tacere l’unica voce libera della Turchia. C’è chi giura che da quando Erdogan è al potere il Paese si sia islamizzato. Lo dimostrano le donne velate per strada, aumentate rispetto a quando erano in carica i precedenti governi, e questo la dice lunga su quanto sia diventato pericoloso fare il proprio mestiere di opinionista un po’ ovunque.

Se si osserva quanto sta succedendo in Italia, dove sono state avviate concentrazioni editoriali, fusioni di quotidiani, ci si accorge che più che informazione ci troviamo difronte a propaganda di regime, in quanto l’autonomia di pensiero cozza con una finanza ed un mercato sempre più aggressivi, protesi a cancellare la libera opinione, percepita come una minaccia, così come lo è la democrazia, vilipesa da rottamare in barba alle Costituzioni di Paesi, che stanno perdendo la propria Sovranità. E la situazione diventa ancora più agghiacciante, se consideriamo che la Turchia vuole entrare nell’unione Europea, cosa che probabilmente otterrà, servendosi dell’arma del ricatto “migranti”.

La globalizzazione ha fatto esplodere, dittature, irregimentazione di notizie. Non è peregrina l’affermazione che quanto sta avvenendo in Turchia potrebbe succedere in Italia, dove anche noi abbiamo il sultano dell'informazione d’occidente, con uomini giusti messi al posto giusto, che servono per eseguire ordini. Basti pensare alla cancellazione di programmi come Ballarò e Report. Altro che libertà di pensiero e benessere dei popoli. L’Europa in questo precipuo momento ha la stessa funzione che avevano i campieri ,quando requisivano terre e case a favore dei baroni. Oggi sta succedendo la stessa cosa con la requisizione di case se non paghi 18 rate del mutuo, e trasferimento di ricchezza solo in poche mani.

Paradossalmente parlando, la strategia della finanza non è diversa da quella delle mafie che distruggono la vita della gente. Soldi ed affari. Ecco le parole d’ordine. Si tratta con tutti, se necessario ,anche con Erdogan divenuto l’ago della bilancia per quanto riguarda la crisi umanitaria in atto, con confini chiusi per non far passare popoli in fuga da scenari di guerra, ammassati lungo le frontiere che chiedono benessere e dignità. Erdogan ha ricevuto tre miliardi per non fare transitare i profughi, e non solo non si sa che fine abbiano fatto i soldi , ma la situazione è al collasso.

La Merkel cederà al ricatto del sultano? Per il momento la zarina pur di salvare capri e cavoli tenterà di trattare, sorvolando se necessario, anche sullo spiacevole fatto successo al quotidiano “Zaman” . L’Europa, sta mostrando il suo vero volto. Indulgente e prona con i mercati e i dittatori, rigida con gli Stati e le democrazie, pur di mantenere in vita gli assetti monetari, come se si trattasse di difendere il grande Odino. Una brutta storia, che lo diventa ancora di più, se pensiamo che dentro casa nostra le regole del vivere civile stanno a zero.

Basti pensare come è stata ridotta la Costituzione non più sopra l’esecutivo, ma tappeto di un governo di nominati. Il tutto avviene nell’indifferenza di giornali, che si occupano solo di generare consenso pur di continuare a campare. Per eseguire il lavoro al meglio, si distorcono i fatti, tanto da disinformare invece che informare. Basti ascoltare i Tg ben irregimentati, che un giorno si ed uno no, ci dicono che il Pil cresce o diminuisce, dipende dalle circostanze. Chissà se in questo marasma ci sarà ancora voglia di tornare a fare opinione costi quel che costi, servendosi qualora urgesse, del vecchio ciclostile, per non lasciare che i regimi ingrassino ed usurino la vita di tanti cittadini condannati al silenzio, perchè nessuno deve sapere.

(Foto: Patrick Müller/Flickr)

 

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