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Il bluff di Berlusconi

La politica è una parola nobile, significa cura della polis, dell’interesse collettivo. Ora è diventata un paravento dietro il quale si nascondono bassezze, affari e miserie umane.

E così oggi, elezioni anticipate e governo tecnico non sono il frutto di scelte politiche. Dietro queste scelte non c’è la nobiltà della politica, ma la miseria del danaro, della lotta per la conservazione delle indennità e dei privilegi parlamentari. Dietro la cortina fumogena dell’avversione al governo tecnico e della preferenza per il ricorso alle urne di fazioni del PDL, si nasconde l’interesse di Berlusconi per i suoi processi e per le sue aziende, per gli affari suoi e dei suoi amici.

Con le elezioni anticipate si perdono indennità e pensioni, si segna la fine dei privilegi; con il governo tecnico si conservano. Dietro l’appoggio al governo Monti c’è l’interesse di molti parlamentari di maggioranza e di opposizione a scongiurare un nuova legislatura e quindi la perdita dei privilegi. Deputati e senatori del PDL, sono usciti allo scoperto e hanno espresso, per bocca di Scajola, la loro contrarietà alle elezioni anticipate.

E d’altra parte i titoli Mediaset sono in caduta rovinosa. Lasciare il Paese senza un governo affidabile significa la rovina delle aziende del Cavaliere. Tutto ciò ha costretto Berlusconi ad accettare il governo tecnico. Ma il cavaliere non può lasciare a Monti briglie sciolte, ha i suoi interessi da difendere e quelli dei suoi amici. Deve affrontare ancora molti processi e poi c’è Mediaset da sostenere, la Rai da controllare.

Per questo deve in qualche modo condizionare l’attività del nuovo governo,a cominciare dalla scelta dei ministri, ai provvedimenti che riguardano le comunicazioni e la Giustizia. Per fare questo, deve far pesare i voti del suo partito. E allora enfatizza la minaccia di alcuni del PDL di non votare il governo tecnico. E al professore che ha bisogno di una maggioranza larga per assumere provvedimenti lacrime e sangue, il cavaliere lancia un messaggio: "I voti del PDL non sono scontati, per averli è necessario il mio appoggio; questo appoggio non è gratis".

Ma tutto questo è uno stupido bluff. Berlusconi non può condizionare nessuno, deve necessariamente sostenere il governo tecnico. Gran parte del suo partito, per conservare indennità e acquisire le pensioni, voterà comunque Monti a prescindere dalla volontà del cavaliere. Il ricorso immediato alle urne significa sconfitta certa per Berlusconi e Berlusconi non ha manie suicide.

D’altra parte è suo interesse votare Monti, perché senza di lui i titoli di Mediaset saranno travolti dalla nella bufera del mercato. Se il PDL non vota Monti, si spacca tra quelli pro governo tecnico e quelli contrari, e ciò non è interesse né di Berlusconi né dei fautori del ricorso alle urne.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.179) 15 novembre 2011 13:07

    Epopea mediatica >

    Nel 1994 Berlusconi promise, in video, di fare “un nuovo miracolo economico”.
    Confidava, in privato, che “se non andava in politica lo mandavano in galera e lo facevano fallire”.
    Interrotta bruscamente la prima esperienza di governo il suo vero banco di prova è iniziato con l’incarico del 2001.
    Ha trovato un Pil da 1200 miliardi ed un Debito da 1300 miliardi.
    Come suo patrimonio dichiarava 11,2 milioni di euro.

    Passati 10 anni, dopo i 2 governi “più longevi” della storia repubblicana il Pil è aumentato di circa 360 miliardi mentre il nostro Debito è cresciuto di oltre 600 miliardi.
    Con il 2011 la pressione fiscale è salita fin sopra il 43%.
    Ora Berlusconi dichiara un patrimonio da 40,9 milioni (+365%).

    A giugno affermava che l’attività del governo “ha del miracoloso”, tanto da meritare un monumento. Prima di essere “tradito” ribadiva che in Europa “nessun governo ha fatto tanto e con così brillanti risultati”.
    Anche se i Commissari UE avvertono che per il pareggio del bilancio nel 2013 servirà un’ulteriore manovra da 25 miliardi Berlusconi ripete che con la sua discesa in campo “ha cambiato il Paese”.
    Visto che le sue dimissioni sono state un “gesto responsabile e generoso” è sempre “pronto a staccare la spina”.
    L’importante è alimentare il Consenso Surrogato di chi è sensibile alla fascinazione mediatica ...

  • Di MATTEO VITIELLO (---.---.---.73) 16 novembre 2011 00:53
    MV

    L’importanza di non essere Berlusconi. Leggete la lettera aperta a Mario Monti: http://wp.me/p19KhY-Kf

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