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Il Quirinale e l’industria delle onorificenze patacche

Un aforisma dice: "Non è nei titoli di onorificenza che alberga sapienza, scienza e valenza, spesso in quella danza che prima del nome avanza, si cela la più cieca ignoranza". Niente di più adeguato se si pensa a quali personaggi decisamente discutibili è stata conferita l'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce decorato di Cordone.

Abbiamo visto come abbia suscitato, forse anche giustamente, un certo scalpore la visita nel 2008 di Sting in Siria con tanto di foto che lo ritreva sorridente con Assad. Approfondendo la situazione, però, c'è qualche altra cosa da sapere e che ci riguarda un po' più da vicino e che tuttavia i media tacciono. 

Dunque: lo Stato italiano, tra le sue più alte onorificenze, ha quella di Cavaliere di Gran Croce decorato di Cordone. Vediamo un po' a chi è stata conferita questa onorificenza negli anni.

L'11/03/2010 l'onoreficenza di Cavaliere di Gran Croce decorato di Cordone è stata conferita proprio ad Assad, presidente/dittatore siriano.

Eppure il rapporto di Amnesty International 2010 in relazione alla Siria rivela che:

La Siria è rimasta soggetta a uno stato di emergenza nazionale in vigore ininterrottamente dal 1963 e che, negli anni, è stato impiegato per reprimere e punire anche il pacifico dissenso. Questa situazione si è perpetuata per tutto il 2009. Attivisti politici, difensori dei diritti umani, blogger, attivisti della minoranza curda e altre persone che avevano criticato il governo o avevano attirato l'attenzione sulle violazioni dei diritti umani sono stati sottoposti ad arresti arbitrari e spesso detenzioni prolungate o sono stati condannati a pene detentive al termine di processi iniqui davanti a tribunali altamente inadeguati ...

E poi più avanti:

(...) tortura e altri maltrattamenti sono risultati diffusi nelle stazioni di polizia, nei centri di detenzione dell'agenzia della sicurezza e nelle carceri. Tali violazioni sono state compiute nell'impunità. 

Senza contare che la Siria mantiene ancora la pena di morte. Se proprio ci si deve scandalizzare per una risata, inopportuna di sicuro ma che francamente non vuol dire necessariamente approvazione indiscriminata e perenne di tutto quanto il proprio interlocutore faccia; conferirgli una prestigiosa onorificenza al merito non mi sembra proprio il massimo da desiderare nella vita.

Pensate che abbiamo finito? No, non abbiamo finito: andando indietro nel tempo vediamo che il 30/01/1982 l'onorificenza fu conferita anche a Hosni Mubarak, quando però ancora non era un modello di democrazia (per definirlo come hanno detto i suoi amichetti Berlusconi e Frattini). Cinque mandati presidenziali consecutivi, accuse di corruzione, trent'anni di stato d'emergenza.

 

 

Pur rendendomi conto che nel 1982 poteva non sapersi, ma nel 2005 era già evidente che le elezioni suscitavano forti dubbi circa le irregolarità.

Altri esempi? Il Maresciallo Tito (02/10/1969): il suo regime fu accusato di essere colpevole di crimini contro l'umanità. Secondo Rudolph Rummel più di un milione di persone sono morte per colpa di Tito tra il 1944 ed il 1987.

Casomai doveste credere che abbiamo concluso... no: Islom Karimov (dittatore uzbeko) fu insignito di tale onorificenza il 02/05/1997: qua la scusa che non si sapeva non regge. A parte che, una volta saputa dell'indegnità di chi riceve l'onorificenza la si può revocare, ma in questo caso due anni prima c'era stato un referendum contestatissimo con cui Karimov estendeva il proprio potere fino al 2000.

Nel 1973 è il turno di Ceaucescu e di Mobutu. Il primo fu ininterrottamente dittatore in Romania già dal 1967, esattamente come il secondo che fu molto più sanguinario. Quest'ultimo già nel 1969 si era reso protagonista di una repressione nei confronti degli studenti che portò alla morte di 12 ragazzi.

Non sarebbe il caso di porre un po' più di attenzione sui destinatari di queste onorificenze magari concesse pro bono pacis? Magari revocarle quando il destinatario si rende indegno? Dobbiamo dobbiamo considerare meritori cani e porci? O forse col gran cordone pensavano di impiccarli?

D'altronde si sa: come ci insegna Plutarco barbam non facit philosophum.

p.s. per non farsi mancare niente, l'università La Sapienza di Roma, invece, ha ben pensato di conferire la medaglia d'oro all'amico Gheddafi, e già siamo nel 2010.

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