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Il Muos è abusivo. La Procura di Caltagirone ordina il sequestro dell’impianto

Non è un pesce di aprile. Il 1 aprile la Procura di Caltagirone ha disposto il sequestro della base militare americana in contrada Ulmo nel territorio di Niscemi (Cl) dove si trova il controverso impianto di comunicazioni satellitari della Marina statunitense detto Muos. Il provvedimento è stato emesso a seguito della sentenza del Tar di Palermo del 13 febbraio scorso che ha accolto i ricorsi di Legambiente, del Movimento No MUOS Sicilia (avverso alla cosiddetta "revoca della revoca" di Crocetta), e del coordinamento dei comitati No Muos.

La Procura della Repubblica di Caltagirone ha disposto il sequestro dell'impianto satellitare MUOS locato all'interno della base Us Navy presente all'interno della Sughereta di Niscemi in provincia di Caltanissetta. Il decreto è stato emesso mercoledì 1 aprile a seguito della sentenza del Tar di Palermo del 13 febbraio scorso, che ha accolto i ricorsi del Movimento No Muos Sicilia (avverso alla cosiddetta "revoca della revoca"), del coordinamento dei comitati No Muos e di Legambiente e annullato il provvedimento del Dirigente Generale del Dipartimento dell’Ambiente dell’Assessorato del Territorio e dell’Ambiente della Regione Siciliana del 24 luglio 2013.

Alle 15,30 del 1° aprile sono entrati dentro la base gli ufficiali di Sigonella, gli agenti della polizia municipale della sezione di Pg della Procura che, insieme ai carabinieri, hanno eseguito il provvedimento. Il sequestro è stato disposto per violazione del vincolo paesaggistico di inedificabiità assoluta, dal Gip del Tribunale di Caltagirone, Salvatore Ettore Cavallaro, su richiesta del procuratore Giuseppe Verzera. Il controverso impianto di comunicazioni satellitati detto Muos è infatti in fase di realizzazione in contrada Ulmo, a Niscemi, all'interno della riserva naturale orientata “Sughereta di Niscemi” e vicino a un altro Sic (Sito d'interesse comunitario) quale il bosco di Santo Pietro, in territorio di Caltagirone.

La Procura calatina non è nuova a simili provvedimenti. Già il 5 ottobre 2012 aveva messo i sigilli al cantiere della stazione MUOS di Niscemi, ipotizzando reati ambientali. Il decreto di sequestro era stato poi annullato il 28 ottobre dalla quinta sezione del Tribunale della Libertà di Catania, che aveva accolto la richiesta dell’Avvocatura dello Stato e ordinato di togliere i sigilli al cantiere e di restituire l’impianto al Ministero della Difesa.

Intanto ci si prepara per la grande manifestazione No Muos di sabato prossimo. C'è da scommettere che la notizia del sequestro dell'impianto darà nuovo slancio ed entusiasmo agli attivisti.

I PRIMI COMMENTI A CALDO

Da parte dei No Muos c'è grande soddisfazione ma anche prudenza in attesa di conoscere meglio le motivazioni del decreto di sequestro. «Appena abbiamo saputo del sequestro - ci racconta Samantha Cinnirella, Mamma No Muos di Caltagirone - siamo accorsi alla base e siamo arrivati prima degli ufficiali giudiziari». «Stavolta non ci hanno fatto allontanare dal cancello», commenta con un pizzico di ironia. «È stata un’emozione forte». Tuttavia resta con i piedi per terra, perché «poi la storia ci insegna a stare attenti ad esultare troppo presto perché tutto è possibile e si hanno le delusioni come nel caso della cosiddetta revoca delle revoche». «Ma - aggiunge -, ora la sentenza del Tar è molto forte. Il sequestro rafforza la sentenza. Domani sapremo meglio dai nostri avvocati su cosa è basato il sequestro». «Noi confidiamo nelle nostre forze e nella magistratura che vada avanti. Sabato andiamo alla manifestazione con lo spirito più gioioso e più forte», conclude.

«È una buona notizia che attendevamo da tanto tempo», commenta l’attivista No Muos Fabio D’Alessandro. «Abbiamo denunciato più volte che la sentenza del Tar non veniva rispettata». Preoccupazioni che anche stavolta vada a finire come nel 2012, quando la quinta sezione del Tribunale della Libertà di Catania, annullò il provvedimento di sequestro dell’impianto emesso dalla Procura calatina? «Stavolta - è la risposta - la sentenza del Tar di Palermo cambia tutto, come ha anche detto il Procuratore Verzera. È un buon lancio per la manifestazione di sabato».

L'ESULTANZA DEL SINDACO DI NISCEMI. " LA CITTÀ È IN FESTA"

«Abbiamo messo finalmente i sigilli a questa struttura» - dichiara il sindaco di Niscemi Francesco La Rosa raggiunto telefonicamente. «Sono stato raggiunto da una telefonata che mi ha comunicato che la Procura di Caltagirone avrebbe apposto i sigilli alla base. Il sequestro naturalmente fa seguito alla sentenza del Tar. Dopo l’opposizione alla sentenza del Ministero della Difesa eravamo un po’ giù, questa notizia ha alzato morale a tutti. Oggi la città era in festa e sabato ci prepariamo a una manifestazione tranquilla, pacifica e serena. Parteciperò in forma ufficiale con fascia e gonfalone. Ci sarà anche il Consiglio comunale di Niscemi. Hanno dato la loro adesione anche il sindaco di Palermo e presidente di Anci Sicilia Leoluca Orlando e i sindaci del territorio, Butera, Riesi, Mazzarino, Caltagirone».

Esprime la sua soddisfazione per l'azione della Procura anche il sindaco di Caltagirone Nicola Bonanno: “Per far rispettare la legge, non ha esitato a scendere coraggiosamente in campo, ancora una volta, contro i poteri forti”. “Questo provvedimento – aggiunge Bonannorende giustizia alle ragioni del territorio e della sua battaglia, portata avanti con coraggio e determinazione. Speriamo di avere scritto la parola fine a questa vicenda e che non si registrino ulteriori tentativi di attentare al sacrosanto diritto alla salute delle nostre comunità”.

GLI AVVOCATI NO MUOS: «PROSEGUIREMO NELLA BATTAGLIA GIUDIZIARIA FINO ALLA FINE»

«Il sequestro del MUOS richiesto dalla Procura e disposto dal GIP di Caltagirone - si legge in un comunicato dei legali del coordinamento dei comitati NO MUOS -, dà atto di quanto stabilito dal TAR di Palermo il 13 febbraio scorso, e cioè che si tratta di un’installazione priva di autorizzazioni e pertanto illegittima ed abusiva. Ma nonostante la sentenza, nei giorni successivi, la US Navy ha proseguito i lavori e utilizzato le parabole. L’associazione antimafie Rita Atria, che aveva già presentato in passato due denunce penali presso la Procura di Caltagirone per abusivismo e mancanza di autorizzazioni, all’indomani della sentenza del TAR ha depositato anche un’istanza di sequestro, che oggi finalmente vediamo realizzato attraverso l’apposizione dei sigilli. Tutta la vicenda del MUOS, sin dal suo inizio, è stata caratterizzata dall’arroganza e dalla prepotenza del governo degli Stati Uniti, supportato da quello italiano. Infatti, il rigetto delle richieste di sospensiva avanzate dal Ministero della Difesa da parte del TAR di Palermo nel luglio del 2013, avrebbe dovuto cautelarmente imporre alla US Navy di fermare i lavori nell’attesa che si definissero i procedimenti pendenti. Invece gli statunitensi hanno accelerato i lavori per completarli e porci davanti un fatto compiuto dal quale pensavano non si potesse più tornare indietro. Ma si sbagliavano, e il sequestro di oggi è l’ennesimo segnale che quell’installazione non può e non deve entrare in funzione. Avverso la sentenza del TAR il Ministero della Difesa italiano ha presentato appello, la cui udienza per la richiesta di sospensiva si terrà il prossimo 15 aprile presso il CGA di Palermo. Come legali del coordinamento dei comitati proseguiremo nella battaglia giudiziaria fino alla fine, a fianco di tutti gli attivisti e i comitati NO MUOS, per difendere il diritto di tutti a vivere in un posto libero da inquinamento, devastazione e guerre».

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