Il Movimento 5 Stelle avvia l’operazione Sanità Trasparente nel Lazio
Radicale azione strutturata di richiesta di accesso ai dati avviata dal Movimento 5 Stelle e dalla sua Task Force Sanità per dire basta agli inutili tagli lineari e rivelare le vere inefficienze e i responsabili delle stesse nelle singole Aziende Sanitarie della Regione Lazio. La competenza tecnica al servizio del cittadino.
Il controllo della Sanità si basa essenzialmente sull’affluenza di flussi informativi provenienti dal Sistema Informativo Sanitario e dai flussi contabili che le singole Aziende inviano in forma consolidata alle regioni. Il Sistema Informativo Sanitario si ripartisce in flussi scaturenti dall’attività Ospedaliera di ricovero (SIO), dall’attività ambulatoriae specialistica (SIAS), dall’emergenza sanitaria (SIES) e in altri flussi riferiti all’assistenza domiciliare, riabilitativa, ecc.
Il flusso contabile invece è prevalentemente rappresentato dai bilanci che le singole aziende inviano in forma consolidata, con allegati relativi al livello di assistenza e ai costi per struttura. La contabilità analitica che si sarebbe dovuta potenziare ed incrementare, anche in base a direttive regionali specifiche risalenti quasi ad un decennio fa, è rimasta per molte aziende una chimera e per la Regione un’inutile fastidio.
I Piani Operativi della Regione Lazio finalizzati all’attuazione del Piano di Rientro dal disavanzo del settore sanitario, prevedono una serie di interventi atti ad ottimizzare le strutture ospedaliere esistenti e a potenziare i servizi distrettuali e territoriali con l’intento di uniformare l’erogazione del servizio offerto al mutamento del fabbisogno sanitario. In effetti se analizziamo il dato storico regionale riferito alle degenze ospedaliere per acuti, non possiamo che riscontrare una progressiva diminuzione delle stesse che passano dalle 823 mila del 2006 alle 639 mila del 2013, ovvero in 7 anni c’è stato un decremento dei ricoveri pari al 24%!
Non si pensi che alla diminuzione dei ricoveri ordinari, avvenuta prevalentemente con la decurtazione dei posti letto, sia corrisposto un aumento dei ricoveri in Day Hospital o Day Surgery. Anche tale tipo di ricovero è precipitato di oltre il 27% nel periodo di tempo considerato. Sono invece aumentate vertiginosamente le prestazioni ambulatoriali specialistiche, che quasi per il 50%, nella Regione Lazio, sono erogate dalle strutture private.
La tendenza di questi anni è stata prevalentemente quella di depauperare in termini di assistenza le provincie (tranne Roma) che hanno visto una riduzione progressiva dei posti letto tale da scendere, con circa 2 posti letto ogni mille abitanti, ben al di sotto dei livelli di assistenza necessari al fabbisogno dei territori. Si consideri che un livello accettabile di assistenza prevede almeno 3,5 posti letto ogni mille abitanti.
Ma andiamo a vedere cosa è avvenuto con la spesa. Tra l’anno 2000 e il 2006 la spesa sanitaria regionale è passata dai 6,9 miliardi ai 10,5 miliardi, con un incremento di circa il 52% in pochi anni e un disavanzo che è cresciuto proporzionalmente alla spesa. Poi si è ricorso a livello nazionale al Piano della Salute (2007) e ai Piani di Rientro dal deficit che prevedevano (e prevederebbero) una riorganizzazione generale, anche del sistema di controllo oltre che prettamente sanitaria, che di fatto si è concretizzata nell’applicazione dei tagli lineari. Che si sono tradotti di fatto nel taglio dei posti letto e nella chiusura o riconversione degli ospedali periferici.
Dal 2007 si è ottenuto un abbattimento della spesa farmaceutica territoriale, in pratica si è cercato di contenere il consumo dei medicinali, ma se andiamo a vedere il complesso della spesa sanitaria a seguito dell’attuazione dei piani di rientro non possiamo che constatarne una stabilizzazione: si è passati da una spesa procapite di 1.919 euro del 2005 ai 1950 euro del 2012. Sintetizzando, sono stati ridotti drasticamente i servizi ma a tale taglio non è corrisposto un proporzionale decurtamento della spesa. Il motivo risiede di fatto nell’incapacità della Regione di monitorare adeguatamente la spesa all’interno delle singole aziende, ovvero di accertare, all’interno di un bilancio consolidato aziendale, quali siano effettivamente le voci di spesa derivanti da inefficienze e sprechi, o uso abnorme delle risorse per erogare il servizio. In pratica, nelle aziende sanitarie Laziali esiste un uso molto ridotto della contabilità analitica e spesso, quando questa esiste, non viene relazionata con i dati di produzione. Da qui il cieco utilizzo dei tagli lineari.
In questo contesto si inserisce un’azione del Movimento 5 Stelle della Regione Lazio atta a promuovere una collaborazione con i vertici Regionali, mediante l’utilizzo della propria Task Force Sanità, finalizzata alla puntuale analisi mediante acquisizione dati della contabilità analitica e dei flussi informativi sanitari, per l’ottenimento di puntuali indicatori in grado di evidenziare inefficienze per singola unità operativa e per singola responsabilità. Insomma, l’opposto del taglio lineare. Si capirebbe puntualmente, all’interno di ogni singola azienda, chi produce male o meno rispetto al proprio potenziale e chi usa male i fattori produttivo concorrendo, relativamente alla propria responsabilità, all’incremento della spesa sanitaria.
In data 18 giugno 2014 si è tenuto un primo incontro tra i consiglieri 5 Stelle e il sub-commissario Botti, al quale è seguito, in data 21 luglio 2014, un incontro con la dottoressa Flori Degrassi, Direttore Generale Salute ed integrazione socio sanitaria della Regione Lazio. Durante l’incontro con la Dottoressa Degrassi, il Consigliere Davide Barillari e i componenti della Task Force Sanità hanno esplicitato l’esigenza di ottenere alcuni importanti dati riferiti sia alla contabilità analitica delle singole Aziende che al dettaglio dei flussi sanitari (i già citati SIO, SIAS, SIES, ecc).
Nella circostanza, è stato presentato un corposo documento che illustra puntualmente le finalità della richiesta e il metodo di analisi. Il metodo di analisi e di programmazione economica citato è stato già usato con successo in altre ASL e, pur nelle sue differenti articolazioni, mediante semplice “bench marking” tra attività e discipline assimilabili, ha consentito di identificare appositi “standard”(non quelli della Lega) utilizzati per individuare e valorizzare puntualmente, all’interno delle singole strutture, le criticità. In pratica la Sanità ha dei responsabili ben identificabili: esistono Unità Operative Complesse che sono gestite in termini di responsabilità sia sanitaria e sia manageriale da Direttori che spesso combattono tenacemente per salvaguardare la sussistenza del Centro di Responsabilità da essi gestito. In passato l’applicazione di questo metodo ha comportato l’individuazione di sprechi puntuali all’interno di singole strutture che raggiungevano livelli milionari in termini di euro. Ed esistono documenti presentati, anche al Ministero delle Finanze e alla Corte dei Conti, che hanno dimostrato come la semplice applicazione del metodo di analisi abbia comportato risparmi milionari nell’arco di pochissimi mesi.
Questo semplicemente per dimostrare che i tagli lineari e indistinti rappresentano la strada meno corretta per procedere nella politica di contenimento dei costi della sanità. E per dimostrare che il bilancio consolidato delle singole strutture sanitarie, unico di fatto visibile alla Direzione Strategica della Regione, di per sé non è affatto sufficiente per consentire di comprendere se si stia perseguendo strategicamente la migliore strada possibile per ottenere dei risparmi o per riorganizzare la Sanità in modo ottimale.
Purtroppo la risposta all’offerta di collaborazione del Movimento 5 Stelle è stata di fatto un rifiuto alla fornitura dei dati necessari, argomentata con la tesi dell’inopportunità temporale della richiesta; richiesta che, secondo la dottoressa Degrassi, comporterebbe un impegno temporale troppo corposo da parte delle Aziende attualmente impegnate nei piani operativi e negli atti aziendali. E’ opportuno ravvisare che lo sforzo delle Aziende, sicuramente oneroso, è in itinere mentre la richiesta del Movimento è puntuale e conclusiva e non interesserebbe i servizi coinvolti direttamente nel processo di pianificazione degli atti aziendali e strategici. Difatti, non è assolutamente intenzione del Movimento ostacolare l’azione e gli sforzi delle aziende.
La domanda invece dovrebbe essere: come fanno tali aziende a compilare un atto aziendale se non conoscono nello specifico le efficienze e inefficienze delle loro singole Unità Operative Complesse? Come fanno a confermare o meno un direttore di Struttura o di Unità Operativa Complessa se non sono nella condizione di monitorarne le performance in termini qualitativi e quantitativi e di parametrarle opportunamente con quelle del collega che svolge la medesima attività? Come fanno le Aziende a capire se una struttura corrisponda al fabbisogno sanitario del luogo di appartenenza o se soddisfi appieno la domanda in modo efficace ed efficiente senza che queste abbiano la possibilità di valutare la puntuale entità della domanda, o la possibilità di correlare il potenziale produttivo esprimibile dalle risorse possedute, anche umane oltre che in termini di posti letto, con la puntuale quantificazione del servizio erogato, o ancora, senza valutare analiticamente il consumo delle risorse impiegate per erogare quel servizio? E come farebbe la direzione strategica Regionale ad acquisire tali piani operativi e atti aziendali e valutarne la qualità basandosi essenzialmente su una valutazione indiretta emanata dalle singole Aziende o sul monitoraggio dei bilanci aggregati delle stesse? Perché non dare l’opportunità al Movimento 5 Stelle (prima forza di opposizione nella Regione Lazio) di collaborare, offrendole un occhio più analitico utile alla valutazione finale? Qual è il problema per cui questi dati non dovrebbero essere forniti al Movimento?
Qual è il motivo per cui la contabilità analitica è sempre stata, malgrado direttive regionali risalenti ormai a decenni addietro, mal recepita dalle singole Aziende Sanitarie? Qual è il motivo per cui, malgrado la presenza di dirigenti amministrativi in numero cospicuo e malgrado le alte remunerazioni ad essi corrisposte, si dichiara candidamente nei Piani Operativi stessi che la contabilità analitica rappresenta una lacuna causata dall’assenza di adeguate professionalità interne alle aziende? Perché non si è mai investito realmente nell’implementazione della contabilità analitica, unica atta a capire l’origine di ogni deficit, quando poi il tema prioritario di cui si discute sempre in ambito sanitario ha un'ineluttabile connotazione di carattere economico finanziario?
A seguito di tale premessa, il Movimento ha provveduto comunque ad inoltrare alle singole aziende una corposa richiesta di accesso ai dati della contabilità analitica e del SIS (malgrado gli improcrastinabili impegni delle Aziende), finalizzata essenzialmente ad offrire un servizio vero e trasparenza informativa alla cittadinanza. Quel servizio che le istituzioni regionali, finora, non sono riuscite ad offrire adeguatamente. Seguirà comunque un dettagliato rapporto su responsabilità e omissioni, in funzione di quanto perverrà al Movimento in riferimento alla richiesta effettuata.
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