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Afghanistan: il Ministro elogia il militare ucciso. Intanto continua il dibattitto su finanziamento e ritiro

Si è tenuta stamattina alla Camera dei Deputati l’informativa del Ministro della Difesa Mario Mauro sull’attentato in cui ha perso la vita il capitano Giuseppe La Rosa, 31enne siciliano ucciso l‘8 giugno nella zona di Farah, nell'Afghanistan meridionale.

È stato identificato e arrestato il 20enne che ha lanciato l’ordigno che ha ucciso La Rosa e ferito altri tre militari italiani. Quattro giorni fa, il Ministro della Difesa aveva espresso il suo cordoglio celebrando l’eroismo del capitano: "Questa giornata il nome di un eroe ce l'ha già, è quello di Giuseppe La Rosa: è lui che si è frapposto, contenendo con il proprio corpo le schegge dell'ordigno che è esploso, tra lo stesso ordigno e gli altri occupanti dell'automezzo." Oggi, davanti all’Aula tristemente vuota, Mauro ha tuttavia ribadito l’impegno dell’Italia a portare a termine la missione Isaf, conformemente agli accordi presi in occasione del vertice Nato tenutosi a Lisbona nel novembre 2010

Il vertice, al quale partecipavano i rappresentati dei 48 Paesi coinvolti nella missione e il presidente dell’Afghanistan Hamid Karzai, ha stabilito un calendario in previsione del ritiro totale delle truppe entro il 2014, dando l’avvio a una fase di transizione che consenta il trasferimento graduale dell'attività di controllo della sicurezza del Paese dall’Isaf a polizia e esercito afghani. La transizione, che avrebbe dovuto condurre a un "progresso irreversibile" secondo il Presidente afghano, si è rivelata più ardua del previsto.

Il bilancio di quasi 12 anni di guerra è molto amaro. Nonostante la presenza di 130mila soldati dell’Isaf chiamati a collaborare con 352mila militari e poliziotti afghani, l’Afghanistan rimane una polveriera: la dissidenza non è sedata, vaste aree del Paese rimangono in mano ai talebani e ai ribelli, gli episodi di violenza e di guerriglia si moltiplicano e le vittime aumentano mentre lo stato di sicurezza del paese si deteriora. 

Con Giuseppe La Rosa sale a 53 il numero dei militari italiani morti in Afghanistan dal 2004, data di inizio della missione, per lo più vittime di scontri a fuoco e attentati. Un sondaggio diffuso da Repubblica nell’agosto 2009 realizzato dall'Istituto Ipr Marketing rivelava come 7 italiani su 10 fossero contrari all’invio di nuove truppe in Afghanistan. Eppure al vertice di Lisbona del 2010 il Ministro degli Esteri Franco Frattini era fiero di annunciare l’invio di altri 200 addestratori italiani in Afghanistan, così da rendere l’Italia il secondo paese con il più elevato numero di addestratori dopo gli USA. "Abbiamo mantenuto il prestigio sul piano internazionale", sottolineava il Ministro esaltando l’importanza della partecipazione italiana alla “missione di pace“ Nato.

Con il Decreto Legge 227/2012 di "Proroga delle missioni internazionali" il Governo Monti ha ridotto le spese delle missioni oltremare introducendo un sistema di finanziamento annuale e non semestrale, come avveniva invece sotto il Governo Berlusconi. Lo stanziamento dei fondi per l’Afghanistan è calato da 811 milioni nel 2011 a 750 nel 2012. Per il 2013, 442 milioni sono stati stanziati da gennaio a settembre. La copertura finanziaria prevista dal decreto si limita infatti ai primi 9 mesi dell’anno scadendo a settembre. A ottobre si deciderà quindi dei nuovi fondi da stanziare e le spese si prevedono piuttosto elevate in ragione dei costi della smobilitazione dell’esercito italiano. Oggi Letta ha ribadito che il “crono programma per uscire dall'Afghanistan nel 2014“ va rispettato, anche se è necessario “ripensare lo strumento delle missioni all'estero, della loro protezione“. 

La necessità di un ripensamento della partecipazione italiana alle missioni estere, a quella afghana in particolare, appare imprescindibile alla maggior parte delle forze politiche italiane. Così si è pronunciato oggi sul suo profilo Facebook Manlio Di Stefano del M5S: “Mercoledì in seduta congiunta Esteri e Difesa i ministri Emma Bonino e Mario Mauro verranno a riferire sulle Missioni di Pace. Ricordiamo che a ottobre dovranno essere rifinanziate. Il M5S farà di tutto perché ciò non accada, voi intanto dite la vostra ai ministri scrivendogli una email“.

Anche Arturo Scotto, capogruppo Sel in commissione Esteri, suggerisce di seguire l’esempio di Francia e Canada nel ritiro anticipato delle truppe e di maturare una riflessione che vada al di là della “solita cantilena sull'obbligo di confermare gli impegni presi“, valutando il prezzo umano ed economico della partecipazione italiana alla missione: “Il costo della missione in Afghanistan è stato di cinque miliardi e mezzo dal 2001 ad oggi. Di questi soltanto 250mila sono stati investiti in cooperazione. Noi non vogliamo lasciare soli gli afgani. Sinistra Ecologia Libertà propone di usare il 30 per cento di ogni euro risparmiato dalla missione in investimenti in cooperazione per rafforzare la democrazia e le istituzioni in quel paese''.

 

 

 

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