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Il Festival delle Culture

Da sabato 30 maggio a domenica 7 giugno si tiene a Ravenna il Festival delle Culture: 9 giorni di musica, incontri, mostre, danze, cibi, seminari, mercati, burattini, cinema, teatro e tutto quello che riguarda l’arte dell’incontro.

Sono circa 90 le associazioni di migranti e di italiani coinvolte in questo festival unico, il primo in Italia con un direttore artistico di origine straniera, lo scrittore Tahar Lamri. Il Festival debutterà ai Giardini Pubblici di Ravenna sabato 30 con una star internazionale, il cantante camerunense Wes Madiko. La serata, con ingresso a offerta libera, partirà alle ore 19 con l’introduzione di danze tradizionali nigeriane e il rap di Nashy&Incubo.

Martedì 2 giugno la Festa della Repubblica verrà celebrata dal Festival nella “periferia” multiculturale di Ravenna, Lido Adriano. Sarà una giornata interamente dedicata ai luoghi di frontiera, con dibattiti, mostre e musica: partecipano, tra gli altri, Goffredo Fofi, Marco Martinelli, Mandiaye Ndiaye, la cooperativa Libra, gli architetti Andrea Eccher e Lucio Nardi, il video maker Yuri Ancarani, il fotografo Filippo Molinari. La giornata si chiuderà con il concerto del gruppo rap ravennate Il Lato Oscuro della Costa (ore 21, Agorà, viale Tasso 1). Spazio anche al cinema all’aperto, nei giardini Speyer (zona stazione) nelle serate del 2, 3 e 4 giugno. Evento speciale: “Come un uomo sulla terra”, documentario di Riccardo Biadene, Andrea Segre e Dagmawi Yimer sui profughi e le rotte dei migranti dalla Libia all’Italia (3 giugno ore 21.30). Il 4 giugno, alle Artificierie Almagià (ore 21), è di scena la parola dei viaggiatori attraverso lo spettacolo teatrale dei marsigliesi L’Orpheline est une épine dans le pied (compagnia associata ai Bancs Publics): « Oui ou non, avons-nous traversé la mer? », dialoghi fra le due sponde del Mediterraneo.

Il clou del Festival sarà all’Almagià nelle serate del 5, 6, 7 giugno (in zona Darsena). Venerdì 5 alle ore 19.30 la Banda cittadina di Ravenna partirà da Piazza del Popolo marciando attraverso le “Porte etniche” dell’artista Giampaolo Masotti fino all’Almagià, dove verrà accolta dalla capoeira del gruppo Conquinho Baiano e dai burattini di Arrivano dal Mare. Durante la serata spazio alle seconde generazioni di immigrati con il rapper ravennate di origine angolana Nashy che ospiterà, in un contest, coetanei da varie parti di Italia, in particolare Inoki e i Mic Meskine. In concerto anche il gruppo italo-marocchino-argentino Les Hardonik che saranno introdotti dalle giovani promesse ravennati dei The Slide. Ospite d’onore delle tre giornate l’Albania con artisti del calibro di Lili Cingu, Rexhep Celiku, figure leggendarie del ballo tradizionale albanese, il celebre attore Mirush Kabashi e la cantante Fatime Ymeri (sabato 6 giugno). In esclusiva il complesso Spartiti per Scutari Orkestra, nato da un incontro fra il maestro albanese Bardh Jakova e la scuola di musica popolare di Forlimpopoli (sabato 6). Poi la mostra “Scritti di luce” (100 anni di Albania in foto 1850-1950 – Marubi) e gastronomia dal Paese delle Aquile. Tra gli altri ospiti internazionali nei tre giorni all’Almagià, grazie al Progetto Europeo Oralities: dal Portogallo il gruppo folk rock Uxu Kalhus (5 giugno), dalla Bulgaria il Coro delle voci bulgare di Sliven (6 giugno) e dalla Spagna Asociación Ourensá de Folclore Tradicional con musica tradizionale Gallega (7 giugno).

Nel finale di domenica 7 giugno (sempre all’Almagià, dalle ore 20) si torna nelle periferie con la presentazione della graphic novel “Morti di Sonno” di Davide Reviati (fresco di stampa per la Coconino) preludio a una serata che vedrà l’alternarsi di danze dalla Filippine, danze dell’antico regno africano degli Edo e dimostrazioni delle millenarie arti marziali cinesi: Tang Lang spada, sciabola e mani nude, Wuxing, Shao Lin, Shuai Jiao e Long Xing Quan. Nelle tre giornate dell’Almagià spazio anche ai sapori dal mondo con un ristorante di cucina tipica albanese e uno di specialità indiane e cingalesi. Commercianti e associazioni popoleranno l’area con bancarelle di prodotti artigianali, libri, abbigliamento, prodotti gastronomici.

Nel cuore della città, a sala D’Attorre, i convegni del Festival: “Oltre la maschera … Oltre il confine” (4 giugno, dalle ore 9.30) una giornata dedicata alla conoscenza dell’altro attraverso le espressioni artistiche; “Il filo di arianna nelle relazioni” (5 giugno, dalle ore 9.30), una giornata sul tema della mediazione interculturale nelle scuole, ospedali e aule giudiziarie; “La comunicazione in una società multiculturale”(6 giugno, dalle ore 10), con giornalisti locali e nazionali (tra gli ospiti Giuseppe Faso e Gabriele Dal Grande). Durante quest’ultima giornata si festeggeranno anche i primi 10 anni di vita del primo giornale d’Italia scritto in lingua straniera: l’albanese Bota Shqiptare, con il direttore e una serie di giovani protagonisti immigrati di seconda generazione che si stanno mettendo in gioco nella comunicazione interculturale.

L’arte accompagnerà tutte le giornate del Festival attraverso installazioni in diversi punti della città, tra cui la mostra “Oralitès” dell’Accademia delle Belle Arti (Santa Maria delle Croci, via Guaccimanni, vernice 5 giugno ore 19). Domenica 7 giugno, alle ore 17.30, sarà inaugurato, sul Molo di Marina di Ravenna, un monolite in marmo di Carrara dell’artista olandese Cornelis Rijken, che sarà donata alla città. Seguirà “Aspettando il tramonto sul molo” con le danze degli Atilogu Dance e una Jam Session di Djembè senegalesi.

Infine il Festival delle Culture approda anche al Ravenna Festival, mercoledì 17 giugno, alle ore 21, nei giardini di San Vitale, nella serata “Voci nella Preghiera”. Le comunità dei cittadini immigrati di Ravenna si uniscono in un In-canto di voci sparse. Infusi di musica e di canto. Voci in preghiera e convivialità. Con Massimo Cacciari, Sidh, Hossein Mohammadzadeh e altri artisti e poeti.

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