• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tempo Libero > Musica e Spettacoli > Il 60° Festival della Canzone Italiana

Il 60° Festival della Canzone Italiana

L’avventura mediatica del Principe Emanuele Filiberto di Savoia.

Il 60° Festival della Canzone Italiana

 Il Festival della canzone italiana, almeno come si intendeva una volta, è morto. Oggi esiste solo il Festival della TV, cioè una manifestazione in grande stile, una festa che si ripete ogni anno per celebrare qualcosa di straordinario: la morte della canzone italiana appunto.
 
Una manifestazione, quest’anno, di grandi ascolti, ma per molti alquanto deludente, dove anche alcuni cantanti hanno dimostrato tutta la loro mediocrità.
 
Due sono gli avvenimenti che l’hanno caratterizzata: la rivolta degli orchestrali che hanno lanciato in aria gli spartiti in segno di protesta contro le scelte fatte col televoto, cosa mai vista in un Festival, e la rivoluzione mediatica del principe Emanuele Filiberto di Savoia, che, cantando con Pupo e il tenore Luca Canonici, si è collocato al secondo posto con la sua canzone "Italia, amore mio", collezionando applausi ma anche una valanga di fischi da parte del pubblico in sala.
 
Il resto è passato in secondo ordine. Ha vinto un cantante sardo, prodotto dal programma televisivo "Amici" di Maria De Filippi, Valerio Scanu, con la canzone "Per tutte le volte che...", mentre si è piazzato al terzo posto Marco Mengoni, vincitore del programma "X-Factor". E sono stati eliminati cantanti big del calibro di Toto Cutugno e Nino d’Angelo.
 
Tutto ciò dimostra come il cantante del futuro, con le ormai tramontate Case discografiche, sarà un misto fra musica e TV, con una vastissima platea ed un televoto mossi più da criteri televisivi che musicali.
 
Alcuni parlano di svolta e di questo dobbiamo darne atto. Anche la presentazione condotta da una casereccia, matura e rotondetta Antonella Clerici si è rivelata fuori dai soliti schemi: è piaciuta al grosso pubblico, ma ad altri spettatori molto meno.
 
La polemica è scoppiata soprattutto intorno alla figura di Emanuele Filiberto, che, per perseguire le note rivendicazioni dinastiche di Casa Savoia, dopo il suo fallimento politico alle elezioni europee, ha preferito suscitare l’interesse degli italiani cimentandosi nel campo dello spettacolo e della TV.
 
Dopo "Ballando con le stelle 2010", di cui è stato il trionfatore, si è esibito appunto anche sul palco internazionale dell’Ariston di San Remo, sbaragliando persino cantanti che hanno fatto della canzone la loro ragione di vita.
 
Nella canzone scritta da Emanuele Filiberto, una canzone più che mediocre, Pupo gli dice: "Tu non potevi ritornare pur non avendo fatto niente, ma mai ti sei paragonato a chi ha sofferto veramente". E’ forse una provocazione? Per molti spettatori si, almeno per coloro che conoscono la storia e che non hanno dimenticato...
 
E’ vero che i figli non devono pagare per le colpe dei padri, ma Emanuele Filiberto avrebbe potuto tenere ugualmente alto il nome dei Savoia che hanno fatto l’unione d’Italia, in modo più serio e consono al suo rango. Questo è anche il parere, espresso in questi giorni in un’intervista, di un altro membro della famiglia: il duca Amedeo d’Aosta.
 
Ma è pur vero che oggi si può attirare l’interesse degli italiani e, perchè no, conquistarne l’ammirazione e la stima, anche con una singolare avventura mediatica al Festival di San Remo, al Grande Fratello o all’Isola dei Famosi.
Tutto è possibile in quest’era moderna, e domani chissà...
 

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares