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I vitalizi per lor Senatori carcerati

Senatore una volta, Senatore per sempre. Con tanto di vitalizio: anche se decaduto, anche se in prigione, un Senatore è sempre un Senatore o, per lo meno, deve percepire il vitalizio.

Berlusconi percepisce 8000 euro al mese, Marcello dell'Utri 4400, Totò Cuffaro 6000. Questi sono alcuni nomi famosi tra coloro che, pur condannati in via definitiva (alcuni stanno scontando la pena in carcere), continuano a percepire il vitalizio di senatore. E sono parecchi, d'altra parte è risaputo che il Senato italiano annovera una percentuale notevole d'indagati, inquisiti, condannati e talvolta incarcerati.

Per una persona che abbia pendenze (o sospetti di future pendenze) con la giustizia, diventare Senatore è meglio che vincere la lotteria. Un problema condiviso con i Greci, a quanto pare, se la neo-eletta Presidente greca nel discorso d'insediamento ha ritenuto di dover dire "Il Parlamento non può essere una lavatrice di scandali o un cimitero di reati penali". Chissà se pure da loro i condannati continuano a percepire il vitalizio di ringraziamento per l'ottimo lavoro svolto. In questi giorni stiamo scoprendo che la Grecia assomiglia all'Italia, solo che loro, i Greci, in questo momento, sembrano reagire; noi neppure quello, perché da decenni questo problema non è considerato importante.

Da quando è entrato in Parlamento il M5S si adopera per eliminare quest'assurdità, e si scontra con un muro di gomma (o forse di cemento).

Nel maggio 2014 il M5S propose al Parlamento nazionale di abolire il vitalizio ai condannati,
e il giorno 28 pure al Parlamento Siciliano (emendamento bocciato); il giorno 30 un'interpellanza urgente alla Camera (ignorata), il 3 giugno un emendamento al Senato della Repubblica (respinto), il 17 giugno un ODG (ordine del giorno) al Senato ("andato perso", come "andato perso" cioè imprecisato è il numero di vitalizi erogati ogni mese). Il 25 luglio 2014 una proposta alla Presidenza del Senato, a settembre 2014 la proposta di legge C.2409, e a febbraio 2015 ancora un emendamento (bocciato).


Il giorno 9 febbraio 2015, quindi l'altroieri, il questore Laura Bottici scrive a Pietro Grasso
per chiedere di convocare il Consiglio di Presidenza del Senato e procedere con la proposta, visto che lo stesso Grasso, diversi mesi fa ormai, si era detto favorevole all'eliminazione di un privilegio così odioso (notizia riportata da tutti i TG e velocemente dimenticata). Staremo a vedere se succede qualche cosa.

In tutte queste bocciature (7 in meno di un anno) i risultati delle votazioni sono lampanti: SONO TUTTI D'ACCORDO a mantenere il vitalizio ai senatori in carcere. TUTTI, tranne naturalmente il promotore (M5S) e alcuni peones del gruppo misto. E per TUTTI s'intende PD, FI, NCD, SC, SEL, Lega, FdI e compagnia bella. Menzione onorevole per Felice Casson, Giuseppe Lumia, e Corradino Mineo che hanno votato a favore pur essendo del PD, distinguendosi così dalla massa e dando prova che l'assenza del vincolo di mandato esiste (e anche la minoranza buona del PD, veramente buona e veramente minoranza). I dati si riferiscono alla seduta n.317 del 24-09-2014, ma sono fotocopia di tutti gli altri risultati.

Sullo stesso argomento pochi giorni fa una petizione di Riparte il Futuro ha raccolto 324.000 firme di cittadini, sulla base della quale sono stati interpellati gli uffici di presidenza di Camera e Senato. I rilevanti parlamentari del M5S hanno naturalmente risposto positivamente, mentre mantengono il silenzio molti altri tra cui Giovanni Sanga, Caterina Pes, Anna Margherita Miotto (PD); Raffaello Vignali e Antonio Gentile (NCD); Roberto Calderoli, Raffaele Volpi (Lega); Edmondo Cirielli (FdI); Simone Baldelli, Gregorio Fontana, Francesco Scoma, Cosimo Sibilia, Lucio Malan (FI); Ferdinando Adornato e Antonio De Poli (Per l'Italia); Stefano Dambruoso (Scelta Civica), Lucio Barani (Gal) e Hans Berger (Svp).

Che dire: la determinazione con la quale non si vuole eliminare il vitalizio ai delinquenti ha del surreale. Paura di pestare i piedi agli amici? O forse paura che i TG celebrino un successo a 5 stelle? Questo è uno dei casi in cui non si può dire che ci sono "cose più importanti da fare". Quando una votazione è ormai arrivata in Aula, non c'è differenza tra pigiare SI o NO: ci vuole lo stesso tempo, infinatamente minore del tempo necessario per andare su tutti i media a blaterare di corruzione e di ciò che "serve al paese". Perchè la politica ha due facce: quella pubblica e quella meno pubblica. Nella prima si fanno grandi discorsi, ma nessun atto concreto. Nella seconda si decidono le sorti del Paese, sapendo che i TG riporteranno solo una minima parte di quello che veramente succede. Così capita pure, per esempio, che il Presidente della Commissione Bilancio della Camera vota contro la proposta di abolire Equitalia (non presentata da lui) e poi, pochi giorni dopo, via Twitter, invita a firmare la sua proposta di abolizione di Equitalia (uguale a quella che aveva bocciato). Questo comportamento sarà inscritto nel suo nome (Boccia)? Siamo veramente alle comiche finali. Ma non sono comiche, c'è la spiegazione: quello che succede in Parlamento è quasi privato, Twitter è pubblico. Le due facce della medaglia.

 

Foto:wikipedia

 

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