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 Home page > Tribuna Libera > I vescovi non salutano Benedetto XVI? No, è una bufala

I vescovi non salutano Benedetto XVI? No, è una bufala

Sul web ritorna il video che dovrebbe palesare “uno dei momenti più imbarazzanti e umilianti per Papa Benedetto XVI“. È il 22 settembre 2011 e il Pontefice è in visita nella sua Germania, ma - secondo i sostenitori della bufala - dieci vescovi (non cardinali, come viene scritto) si rifiuterebbero di stringergli la mano.

In realtà si tratta ancora una volta dell’ennesima bufala: se osserviamo il video integrale notiamo che nella prima parte l’allora presidente tedesco, Christian Wulff, presenta la sua delegazione a Papa Benedetto XVI (e nessuno, ovviamente, stringe la mano a Wulff!), mentre nella seconda parte tocca al Papa presentare la sua delegazione, che è scesa assieme a lui dall’aereo, a parte il mons. Robert Zollitsch, vescovo di Friburgo (il commentatore del Centro Televisivo Vaticano parla infatti del “seguito papale”).

Il Papa presenta i suoi cardinali, alcuni ne approfittano per salutare anche lui, oltre che il presidente tedesco, altri non lo fanno, come il card. Tarcisio Bertone (il primo), due stretti collaboratori di Ratzinger, il card. Walter Kasper, il card. Kurt Koch, il suo vecchio segretario Clemens, mons. Guido Marini (il suo cerimoniere in Vaticano) e almeno altri due cerimonieri. Questi, secondo i complottisti, sarebbero i vescovi tedeschi che vorrebbero umiliare il Papa. In realtà Ratzinger tende la mano per presentare al presidente tedesco la sua delegazione, non certo per salutare i prelati scesi con lui dall’aereo!

La bufala è stata tirata nuovamente fuori da Il Giornale in questi giorni, dove si è cercato di spiegare i fatti, anche se è evidente che l’autore dell’articolo ha semplicemente dedotto, seppur correttamente, la verità, ma senza verificarla dal video originale. In ogni caso della bufala se n’è occupato ottimamente Paolo Attivissimo, il blog Il Vaticanista, il quotidiano L’Unità e Il Blog di Raffaella (nuova versione, a cui vanno i nostri migliori auguri!)

Commenti all'articolo

  • Di Giacomo Nigro (---.---.---.160) 6 aprile 2013 10:53
    Giacomo Nigro

    Massimo rispetto a Papa Benedetto che ha finito il suo compito per sua volontà lasciandoci sgomenti e lacerati da una sorte di angoscia collettiva che ci segna dall’11 febbraio. Egli ha coraggiosamente riconosciuto i limiti della sua umanità contro ogni dogma precedentemente imposto. Egli non è Celestino V, più di quel Papa, Benedetto XVI ha segnato la Storia della Chiesa in questi scarsi otto anni di regno. Non si può dire che, il suo, sia stato un passaggio inutile per noi cattolici. Ha, ad esempio, portato a compimento la redazione del Catechismo della Chiesa Cattolica e del suo Compendio nel periodo a cavallo fra gli ultimi anni di pontificato di Giovanni Paolo II ed il suo pontificato. Un segno del suo impegno teologico razionale oltre che di fede; un lavoro che segnerà qualche generazione. Egli ha dovuto affrontare, oltre ai soliti intrighi curiali di cui sinceramente non m’interessa molto, i veri problemi, le croci dell’attuale Chiesa Cattolica (e forse non solo dell’attuale): la pedofilia e la finanza malata. Ma non è forse vero che la vera croce che dovrà affrontare il suo successore Francesco è semplicemente l’esistenza stessa della cattolicità e della sua organizzazione? Il successore dovrà indicare le moderne strade dell’evangelizzazione e quasi certamente dovrà fare riferimento alle teorie del Papa Emerito che si ritirerà nel silenzio della clausura con la certezza di avercela messa tutta e di aver indicato una strada nuova ed umana alla nostra Chiesa: il Papa è uomo e pertanto debole e fallace come ogni uomo, Egli ha diritto a ritirarsi prima che la decadenza delle forze psico-fisiche ne rendano inefficace l’azione di Pastore.

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