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Commento di Giacomo Nigro

su I vescovi non salutano Benedetto XVI? No, è una bufala


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Giacomo Nigro Giacomo Nigro 6 aprile 2013 10:53

Massimo rispetto a Papa Benedetto che ha finito il suo compito per sua volontà lasciandoci sgomenti e lacerati da una sorte di angoscia collettiva che ci segna dall’11 febbraio. Egli ha coraggiosamente riconosciuto i limiti della sua umanità contro ogni dogma precedentemente imposto. Egli non è Celestino V, più di quel Papa, Benedetto XVI ha segnato la Storia della Chiesa in questi scarsi otto anni di regno. Non si può dire che, il suo, sia stato un passaggio inutile per noi cattolici. Ha, ad esempio, portato a compimento la redazione del Catechismo della Chiesa Cattolica e del suo Compendio nel periodo a cavallo fra gli ultimi anni di pontificato di Giovanni Paolo II ed il suo pontificato. Un segno del suo impegno teologico razionale oltre che di fede; un lavoro che segnerà qualche generazione. Egli ha dovuto affrontare, oltre ai soliti intrighi curiali di cui sinceramente non m’interessa molto, i veri problemi, le croci dell’attuale Chiesa Cattolica (e forse non solo dell’attuale): la pedofilia e la finanza malata. Ma non è forse vero che la vera croce che dovrà affrontare il suo successore Francesco è semplicemente l’esistenza stessa della cattolicità e della sua organizzazione? Il successore dovrà indicare le moderne strade dell’evangelizzazione e quasi certamente dovrà fare riferimento alle teorie del Papa Emerito che si ritirerà nel silenzio della clausura con la certezza di avercela messa tutta e di aver indicato una strada nuova ed umana alla nostra Chiesa: il Papa è uomo e pertanto debole e fallace come ogni uomo, Egli ha diritto a ritirarsi prima che la decadenza delle forze psico-fisiche ne rendano inefficace l’azione di Pastore.


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