I vertici della polizia
Sotto processo a Genova, a porte chiuse e con rito abbreviato, alcune delle persone che allora erano ai vertici della polizia per una vicenda legata alla sanguinosa irruzione nella scuola Diaz durante il G8 del 2001. La polizia entrò nella scuola, concessa dal comune al Genoa Social Forum, picchiò a sangue tutti quelli che si trovavano all’interno e li arrestò.
Inoltre, ufficialmente per errore, entrò anche nella vicina scuola Pascoli per sequestrare computer e materiali. La motivazione del raid fu che alcuni manifestanti vestiti di nero avevano assalito una macchina della polizia nelle vicinanze della scuola poche ore prima. Ma questa versione è cambiata diverse volte nelle dichiarazioni dei poliziotti e non si è mai trovata alcuna conferma.
L’appiglio legale per entrare nella scuola senza alcun mandato di cattura fu che la polizia sospettava che vi fossero conservate armi. In seguito all’irruzione la polizia mostrò coltelli e bottiglie molotov che sosteneva di aver sequestrato dentro la Diaz, ma poi si scoprì che questi oggetti li avevano portati loro.
La politica, una volta lo ha detto persino Veltroni, ha chiesto più volte una commissione d’inchiesta in merito a quanto accaduto, ma poi, per un motivo o per l’altro, non se ne è mai fatto niente. La prima commissione d’inchiesta, creata dal governo Berlusconi nel 2001, era stata giudicata del tutto insufficiente da Amnesty International. Il governo Prodi del 2006 l’aveva nel programma ma la commissione non è mai partita; grazie ai distinguo di Di Pietro e all’opposizione di Mastella. Nel frattempo i vertici della polizia che hanno gestito in maniera così esemplare l’ordine pubblico nel 2001, con pestaggi indiscriminati contro manifestanti pacifici e inermi e nessun vero black block che sia mai stato arrestato, sono ancora ben inseriti nelle forze dell’ordine. E la persona che ha la principale responsabilità politica di quello che è accaduto allora, oggi governa di nuovo.
Lasciare un commento
Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina
Se non sei registrato puoi farlo qui
Sostieni la Fondazione AgoraVox