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I tempi straordinari della ricostruzione

Dopo 130 giorni sono ancora alle platee di fondazione delle case promesse.
Se il "gatto e la volpe" non mantengono la metà delle cose promesse.

Ad Onna, il 15 d’agosto, ha detto: “Ecco, queste sono le casette che consegneremo entro settembre, addirittura con qualche giorno di anticipo sul previsto. Abbiamo fatto tutto questo a 130 giorni dal sisma, un record mondiale assoluto, un’impresa straordinaria, quasi magica” e, poscia: “Sono case immerse nel verde e sarà difficile che la gente a cui le assegneremo se ne vorrà andare via, dopo. Sono belle: calde d’inverno e fresche d’estate. Del resto sono case costruite vicino a dove abitavano e quindi la loro vita continuerà come prima". Mente? Come al 25 Aprile?
 
Ad Onna, per conto della Croce Rossa, le maestranze della Provincia di Trento stanno costruendo 91 “casette in legno”. Senza “intoppi”, il Presidente L. Dellai le avrebbe già consegnate agli sfollati del borgo. Altre costruzioni di questo tipo stanno sorgendo a Villa Sant’Angelo (47 casette), San Demetrio ne’ Vestiti, fraz. Stiffe (9 casette), San Demetrio Centro (21 casette). Sono una parte degli 800 M.A.P., ovvero dei “Moduli Abitativi Provvisori” donati da imprese, istituzioni, fondazioni ed associazioni. La Protezione civile, con il Vice-commissario De Bernardinis, ne sta ‘curando’ semplicemente l’esecuzione, poiché l’esproprio delle aree e la realizzazione delle platee di fondazione [che si vedono nelle immagini, ndr.] sono realizzate a cura dei Comuni. Ad onor del vero, stanziando 60 milioni di euro, la Protezione civile ha appaltato altri 1.500 M.A.P. per trovare “le soluzioni abitative, che dovranno sostituire le tende dei campi base e offrire un’abitazione temporanea a chi ha la casa distrutta o inagibile nei Comuni del ‘cratere sismico’, esclusa L’Aquila”. Non è noto lo “stato d’avanzamento dei lavori” descritti nel bando del 18 Giugno. Perché? Eppure, avevano previsto di ultimarne 750 dopo 30 giorni, successivi alla data di aggiudicazione della gara d’appalto.
 

A Cese di Preturo, poco dopo, ha affermato: "Ho visitato il primo appartamento finito ed è bellissimo. Consegnerò la prima casa il 4 settembre …” ed appresso: "Sono venuto qui per rispetto a tutti coloro che hanno rinunciato a un giorno di ferie per proseguire i lavori di ricostruzione". Lavori che procedono spediti. Anzi, in alcuni casi, c’è un anticipo di tre o quattro giorni sulla tabella di marcia”. Giura? Come sempre?

A Cese di Preturo, ed in altre 18 località attorno a L’Aquila, costruiscono le piattaforme antisismiche in ferro e c.a., atte a sostenere i carichi di un viadotto autostradale, ma reggeranno edifici a 3 piani, in legno, con struttura in ferro-legno, od in cemento. Per il Progetto C.A.S.E. ovvero i Complessi Antisismici Sostenibili ed Ecocompatibili”. La soluzione ponte tra i campi di accoglienza ed il ritorno nelle nuove abitazioni, per 15 mila abitanti. Sono per “i cittadini che dovranno attendere tempi anche lunghi per la ricostruzione dei centri storici” (vale a dire per “tutte le persone che hanno la casa distrutta o dichiarata inagibile dopo le verifiche”. Poi, la collettività ne deciderà l’utilizzo: residenze per studenti o sistemazioni turistiche. Ci saranno 4.290 alloggi, ma ben 7.264 nuclei familiari li preferiscono agli alloggi in affitto od al contributo per autonoma sistemazione. Dalle ore 24 del 13 agosto, nello “stato d’avanzamento lavori” della Protezione civile, si legge: piastre antisismiche previste 164, iniziate 144, terminate 114; edifici previsti 164, iniziati 67, completati 0 (zero!). Eppure i lavori sono stati appaltati fin dai primi di giugno. Nondimeno saranno spesi 110 milioni di euro per le piastre antisismiche e 316 milioni di euro per gli edifici (senza però conteggiare: ascensori, arredi ed opere di urbanizzazione). Ciononostante, fino alla fine di settembre, terranno ancora nelle tende circa 20 mila sfollati. Nonpertanto si risolverà a breve la sistemazione coatta negli alberghi e nelle case private per gli altri 30 mila. Non è l’inferno, ma come uscirne “a riveder le stelle”?

Commenti all'articolo

  • Di carneade (---.---.---.132) 18 agosto 2009 12:34

    Faccio una considerazione un po’ fuori tema:
    nelle città gli appartamenti costano tra i duemila ed i cinquemila euro al metroquadrato. Quanto ci costeranno le case, alla fine di tutto, a L’Aquila, per metroquadrato? Visto che la zona è sismica, non si potrebbero dare degli euro agli abitanti per andare a vivere altrove e, visto che lì il lavoro non ci sarà, indicare a quei giovani dove occorrono badanti? La badante è un lavoro pesante, ma che sanno fare tutti. E ne occorreranno sempre di più.

    • Di Luciano B. L. (---.---.---.121) 18 agosto 2009 18:51

      @ di carneade
      Forse, quanto costeranno le case del c.a.s.e., ci verrà detto da chi le ha proposte. Ho riportato nell’articolo solo quanto La Protezione civile ha già speso. Siamo in attesa di conoscere i costi finali per fare un bilancio pertinente. Per il momento si può solo constatare la sproporzione tra il costo presunto dei M.A.P. (le casette in legno provvisorie) e quello delle molto propagandate C.A.S.E. che rischiano di essere definitive ed alternative alla ricostruzione reale. Per la seconda questione posta, mi avvalgo della facoltà di non rispondere personalmente, ma solo perchè credo che coloro che non sono stati così gravemente colpiti dal sisma (a parte l’emotività) non abbiano titolo per proporre soluzioni. In ogni caso, se fossi coinvolto in questa tragedia, anche sociale, non accetterei mai d’essere deportato a forza dalla mia terra d’origine. Inoltre, non vedo contrarietà a fare il lavoro indicato, ma mi chiedo perchè imporlo con lo stato di necessità vitale?

  • Di testa di giniocchio (---.---.---.83) 22 agosto 2009 12:48

    gli edifici del piano C.A.S.E. costano più o meno 2700 euro a metro quadro, secondo le stime ufficilai. un singolo appartamneto costerà dai 130000 ai 150000 euro.. per case con pareti di legno e metallo.. il presidente della rRegione Abruzzo Gianni Chiodi inoltre ha dichiarato che i soldi utilizzati per la costruyzione di questi edifici sono i soldi previsti per la ricostruzione. Vale a dire soldi tolti a puntellamenti di edifici, rimozione macerie e ricostruzione effettiva delle case di proprietà..
    bravo bell’articolo

    • Di Luciano B. L. (---.---.---.127) 22 agosto 2009 21:35

      Il 20% degli edifici ha struttura in acciaio e legno (30 edifici); il 7% è in cemento armato prefabbricato (10 edifici); il 23% è in cemento armato semi-prefabbricato (35 edifici); il 50% è in legno (75 edifici, su 150 previsti). Costano mediamente 4.500.000 euro cadauno (152.000 euro ad alloggio, ovvero 2.533 euro a metro quadro). Perché? Solo il 57% del costo netto è per l’abitazione vera e propria; il 9% va agli arredi; un 2% per l’abbattimento delle barriere architettoniche; un 11% è assorbito dall’urbanizzazione primaria. Manca un 21% circa? Serve per realizzare colossali piastre di fondazione antisismica. Ogni piastra costa 767 mila euro. Unite in fila indiana, una dopo l’altra, formerebbero un nastro largo 20 metri e lungo 8,4 km. Alla fine avranno gettato 180.000 metri cubi di calcetruzzo della classe adatta a sopportare i carichi di un viadotto autostradale, quindi queste fondazioni sono semplicemente esagerate per sopportare i pesi delle casette (per il 70% sono leggere). Tra i due solettoni previsti (spessi 50 centimetri l’uno) sorgeranno 6.000 pilastroni, con 80 centimetri di diametro l’uno, in fila per quattro. Solo per farci stare delle auto in sosta.
      Ma il problema essenziale, come è già stato detto (se crede veda l’articolo "polis e democrazia"), è che tutto ciò è stato deciso solo da B&B senza alcuna partecipazione delle amministrazioni locali e dei cittadini che continuano a stare in tenda od in sistemazioni coatte. Grazie per il suo apprezzamento allo sforzo fatto dal sottoscritto.

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