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I falsi invalidi di Messina

I falsi invalidi di Messina

Record di raggiri all’INPS di Messina in tema di pensioni di invalidità: oltre seicento revoche a seguito dei recenti accertamenti disposti dal Governo. In termini di percentuale sull’insieme controllato non si è distanti dalle altre regioni, ma in relazione alla popolazione residente il dato è alquanto importante.
 
La notizia non coglie di sorpresa: non molti anni orsono il settore è stato scosso da una vicenda giudiziaria, dai contorni boccacceschi, che ha visto coinvolti funzionari della Commissione dei Ministeri dell’Economia e delle Finanze preposta a verificare le domande per l’invalidità esaminate dall’Azienda Sanitaria. Sembra che il vantaggio riscosso dai corrotti fosse di tipo sessuale e comportasse non solo favoritismo verso i soggetti che facevano quest’uso improprio del proprio corpo, ma anche sfavoritismo a danno di altri, evidentemente non legati da simpatia ai primi.
E l’oggettività dei dati medici a sostegno delle richieste di pensione? Sembra che sia qualcosa di simile alla metastasiana araba fenice.
 
Ad aggravare le cose il sistema giudiziario, il quale, se chiamato in causa, non perde tempo a crearne dell’altra di confusione. Sembrerebbe che il
disconoscimento di richieste di invalidità metta in moto patronati, associazioni caritatevoli, consulenti, avvocati nonché sbrigafaccende di vario tipo, che imboccano risoluti la via giudiziaria. A questo punto entrano in azione i consulenti tecnici del tribunale e molte pratiche vanno in porto. Le decisioni del sistema giudiziario hanno finito per minare gravemente la fiducia nei propri studi di medicina e nella propria professionalità di molti funzionari dell’INPS.
 
Di tracciabilità dei dati medici, ivi compresi quelli di origine giudiziaria, ovviamente nessuna traccia (il lettore scusi il banale gioco di parole).
 
Se questo accade in tema pensionistico, ovvero in un settore dove si decide di pubblico denaro, figurarsi cosa accade in tema di accesso dei disabili al lavoro. Perché in questo secondo caso è evidente che il falso invalido non raggira lo Stato, bensì raggira gli invalidi veri. Esattamente come quei signori che utilizzano senza diritto falsi pass auto per parcheggiare negli stalli delle ZTL riservati ai disabili e questi ultimi finiscono per non sapere dove parcheggiare.
 
In provincia di Messina si dice siano seimilacinquecento gli iscritti negli elenchi previsti dalla normativa per i disabili in cerca di lavoro. Chi frequenta Messina, cittadina di provincia dove tutti si conoscono, sa perfettamente che forse i disabili veri in cerca di lavoro non superano il centinaio.
 
Ovviamente la politica non sembra molto interessata a porre ordine a questo immenso caos, disponendo ope legis un assessorato per il welfare in ogni comune e, al suo interno uno sportello per la disabilità; disponendo, per i dati medici della disabilità, la loro tracciabilità e la loro unicità al fine dell’utilizzo per ogni esigenza del disabile, da quella pensionistica a quella di assistenza socio-sanitaria, all’accesso nel mondo del lavoro, persino al pass auto per i parcheggi delle ZTL (costerebbe molto trasformare il pass auto in un attestato con foto, da lasciare in macchina se utilizzato ?).
 
Sorge, anzi, un sospetto: che questo stato di cose stia bene a tanti, atteso che viene a formare il secondo per importanza campo d’azione del clientelismo politico e della corruzione della pubblica amministrazione. Campo d’azione secondo solamente a quello dei contratti della pubblica amministrazione.
 
A questo punto, il record di Messina non stupisce: è solamente indice di una particolare attitudine sulla riva siciliana dello stretto ad utilizzare le discrasie delle Istituzioni per fini del tutto impropri e personali.

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