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I dieci ostacoli che strozzano le imprese e bloccano la crescita (prima parte)

Credit crunch, tasse record, burocrazia asfissiante e non solo. Ecco i veri nodi che affossano l'economia, ai quali nessun governo è riuscito mai a mettere mano.

La crisi economica avanza imperterrita, accompagnata dai drammatici episodi di cronaca di questi giorni, con protagonisti imprenditori e gente normale ritrovatasi improvvisamente con le spalle al muro e senza che lo Stato sia in grado seriamente di risolvere il problema (anzi ne è parte integrante). 

Libero Mercato analizza dunque i dieci nodi fondamentali che strozzano la crescita e bloccano lo sviluppo industriale delle nostre imprese
 
In questa prima parte affrontiamo il tema dei ritardi record dei pagamenti della pubblica amministrazione, i crediti fiscali, il credit crunch, la burocrazia e gli obblighi fiscali a cui sono sottoposte le Pmi.

Crediti con la PA

I mancati pagamenti della pubblica amministrazione alle imprese sono un grosso buco nero da circa 62 miliardi di euro (dati della Banca d'Italia). La maggior parte riguarda le sole imprese dei servizi (18 mila) con un credito complessivo di 32 miliardi. In cima alla lista dei debitori si collocano le Asl (54% dei crediti), i Comuni (20%) e lo Stato centrale (17%). I ritardi dei pagamenti si aggirano intorno a una media di 250 giorni, che aumenta soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno arrivando a circa tredici mesi e mezzo. Un lasso temporale mostruoso.
 
Le possibili soluzioni

Il governo Monti cerca di operare su due fronti, ma i tempi non potrebbero essere così stretti. Sui crediti scaduti è atteso l'accordo tra Abi (Associazione bancaria italiana) e associazioni delle imprese per smaltire una parte dell'arretrato attraverso la formula degli anticipi, ma occorrono due decreti attuativi del Ministero dell'Economia e dello Sviluppo economico, ancora in via di definizione. Sono incerti inoltre i tempi per il recepimento della direttiva Ue che intende fissare regole certe per il futuro: pagamenti tra privati e Pa entro 30 giorni salvo deroghe ed entro 60 giorni tra soli privati.
 
Il Governo promette l'adozione della direttiva entro l'anno, ma deve confrontarsi con la Ragioneria dello Stato preoccupata per il possibile impatto sui conti pubblici
 
Crediti fiscali 

Lunga sequela di ritardi per i rimborsi Iva, fenomeno che si è manifestato con forza nella seconda metà del 2011 ed è esploso agli inizi del nuovo anno, colpendo l'intero sistema industriale, ma in misura maggiore le Pmi.
 
Nel 2011 i rimborsi in conto fiscale (circa 5,8 miliardi di euro) sono calati del 17,5% rispetto all'anno precedente e del 28% rispetto al 2000. Il primo trimestre 2012 ha visto un crollo del 51,7% rispetto all'analogo periodo del 2011. Per quanto concerne l'anno di imposta 2010 sono state presentate 62.211 richieste di rimborso Iva per un ammontare totale di 8,6 miliardi, di cui sono state accolte poco più di un terzo (23.416) per un importo erogato complessivo pari a meno di 3 miliardi di euro.
 
Le possibili soluzioni 

Finalmente è arrivata una prima buona notizia: l'Agenzia delle Entrate ha annunciato che sbloccherà pagamenti per 2,2 miliardi di euro, messi a disposizione dal Ministero dell'Economia e delle Finanze. Di questi, 400 milioni saranno subito erogati nei prossimi giorni, mentre i restanti 1,8 miliardi verranno pagati nella seconda metà di maggio.

Credit crunch 

Il problema più annoso per imprese e famiglie: le banche che stringono i cordoni del credito o erogano a condizioni sempre più stringenti e costose. Resta molto alto la quota delle aziende (33,9%) che segnalano un peggioramento della situazione negli ultimi tre mesi, mentre resta molto bassa (3,7%) la percentuale di coloro che hanno notato un miglioramento. 

Le possibili soluzioni 

A febbraio è stata firmata una nuova moratoria per i debiti delle piccole imprese, a cui si aggiunge la sospensione del pagamento della quota capitale delle rate dei mutui per 12 mesi e per i canoni di leasing. E' possibile inoltre allungare la durata o prorogare le scadenze a breve. Si attende infine l'accordo Abi-imprese per l'attivazione di un plafond per finanziare gli investimenti: previsti 5 miliardi. 
 
Autorizzazioni e burocrazia 
 
Gli oneri burocratici e amministrativi sono uno dei freni principali alla crescita: 26 miliardi di costi annui a carico delle Pmi per i soli adempimenti statali e a "legislazione concorrente", collegati a 88 procedure ad alto impatto per le imprese (dagli obblighi contributivi al libro paga). Senza considerare i ritardi che si producono nella realizzazione di iniziative industriali e infrastrutture.
L'Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) stima che siano necessari mediamente 10-11 anni. 
 
Le possibili soluzioni 
 
Il governo ha deciso di accelerare su tre fronti: la completa attuazione delgli interventi del decreto "Salva Italia" e "Semplifica Italia" appena approvato dal Parlamento, il varo entro maggio del provvedimento di semplificazione annunciato dal ministro Patroni Griffi, con un focus particolare sulle Pmi. Infine, ma non ultimo, l'adozione di strumenti innovativi come i costi standard per calcolare l'impatto degli adempimenti burocratici sulle imprese. Il tutto accompagnato dalla definizione di un piano sulla riduzione degli oneri amministrativi a livello statale e regionale, che dovrebbe partire entro l'estate. 
 
Obblighi fiscali 
 
In nome di un principio sacrosanto come la lotta all'evasione, le imprese hanno visto però moltiplicarsi negli ultimi anni gli obblighi di comunicazione di dati all'amministrazione finanziaria, con un incremento sui costi di adempimento senza alcun impatto sulla produttività. Anzi, finendo per stressare ulteriormente un sistema già strangolato dalla crisi economica. Nella lista degli adempimenti ci sono ad esempio le comunicazioni dei rapporti delle aziende con i paesi black list o le novità sugli elenchi intra-Ue nei servizi intracomunitari. Oppure la richiesta e l'autorizzazione per poter essere iscritti nell'elenco dei soggetti ammessi a effettuare operazioni intracomunitarie (elenco Vies). 

Le possibili soluzioni
 
La semplificazione degli adempimenti e dei regimi è contenuta nel disegno di legge di delega fiscale.

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.123) 10 maggio 2012 08:34

    "...pagamenti tra privati e Pa entro 30 giorni salvo deroghe ... "

    Quel "salvo deroghe" è di troppo .Inserito nel dispositivo lascia tutto com’è , mentre i termini di pagamenti tra privati non possono essere regolamentati e creerebbero una marea di contenziosi .
    Quello che ha sempre fregato questo paese è "quel salvo che ...." che distingue un paese normale da uno fasullo .

    Per il resto totalmente d’accordo .

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