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I bambini di Adro

Una decisione poco edificante

I bambini di Adro

L’editoriale di giovedì del Direttore del quotidiano "Libero", Maurizio Belpietro, riguardava i bambini di Adro (paesino in provincia di Brescia), che, come è noto, sono stati esclusi dalla mensa scolastica perché i loro genitori non hanno pagato la retta. Successivamente è intervenuto un generoso imprenditore che, con 10 mila euro, ha saldato il debito delle 40 famiglie inadempienti e si è impegnato a versare la differenza sino alla fine dell’anno scolastico.
 
Il Direttore Belpietro ha ribadito il principio che le regole vanno rispettate e se c’è un servizio a pagamento è giusto che si paghi. E sin quì siamo tutti d’accordo. Tanto più che le famiglie in regola con i pagamenti si sono lamentate, e minacciano lo "sciopero della retta", perché fra i non paganti potrebbero esservi i soliti "furbetti", che, pur potendo, non adempiono ai loro obblighi, lasciando che qualcuno lo faccia per loro.
 
Si può anche essere d’accordo che non si tratta di una questione politica, anche se qualcuno cerca di strumentalizzarla a proprio vantaggio, e che il razzismo (molte famiglie sono extracomunitarie) non c’entra per niente.
 
Ma si tratta pur sempre di una questione di buon senso, a cui fa riferimento l’osservanza dei valori fondamentali della vita e della solidarietà umana.
 
Pare che la vicenda sia stata mal gestita sin dall’inizio.
Anzitutto non vi è la certezza che fra le 40 famiglie incriminate non ve ne sia qualcuna veramente non abbiente, magari con numerosa prole e genitori disoccupati che non sanno a che Santo votarsi per tirare avanti. Doverosa quindi una cernita accurata da parte del Sindaco.
 
Risulta poi che le lettere di esclusione dalla mensa siano state consegnate ai bambini, che, confrontandosi con gli altri, hanno maggiormente sofferto l’umiliazione subita per questa discriminazione (per loro incomprensibile), che si porteranno dietro per tutta la vita.
 
Non si è tenuto conto che si tratta di bambini e non di persone adulte, e che bisogna rispettare la loro innocenza. Bambini che, tra l’altro, occupano nella nostra società un posto di riguardo e che non è giusto paghino per i presunti errori dei genitori.
 
Mi permetto perciò dissentire, come spero la maggior parte degli italiani, sul punto dell’editoriale in cui si dice che i bambini dovrebbero essere educati fin da piccoli alle differenze sociali e vivere di conseguenza.
 
Non vorrei apparire banale o essere frainteso se, come cattolico, esprimo qualche semplice considerazione. Dio ha creato gli uomini tutti uguali, ma il sistema di vita differenziato ce lo siamo creato noi con la nostra intelligenza, ma anche con il nostro egoismo e le nostre cattiverie. Non sono mai stato comunista ma sento di affermare che la troppa ricchezza e la troppa povertà sono anomalie che i bambini dovrebbero imparare il più tardi possibile. Per il resto ci penserà la vita.
 
E’ appena il caso di aggiungere che il gesto generoso compiuto dall’anonimo imprenditore non è un atto di "buonismo" come taluni intendono, ma di "dignità umana" e di estrema sensibilità. Essendo stato anch’egli un bambino povero si è sentito offeso e umiliato dalla decisione del Sindaco di Adro.
 
La sua generosità non è da tutti e forse è anche per questo che ha dato luogo a qualche polemica. Polemica che si spera cessi quanto prima, facendo calare il sipario ad una vicenda così poco edificante.

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