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I Neri per (un) Caso unico in Sardegna

I Neri per (un) Caso unico in Sardegna.

Strepitoso concerto a Portotorres per i vocalist campani. Unica tappa sull’isola per festeggiare il decennale della scuola civica di musica Fabrizio De Andrè.

E’ quasi la mezzanotte e le ore di riposo si accorciano inesorabilmente. Di prima mattina (sabato 6 marzo) c’è l’imbarco ad Alghero. Loro non mollano il palco e continuano a salutare tutti: foto e abbracci, con i ragazzi. Tantissimi gli studenti delle scuole turritane, protagonisti di un gioioso assedio nei camerini dopo il concerto, armati di videofonini e biglietti o lembi di carta, cimeli storici per autografi che si moltiplicano. L’adrenalina dello spettacolo (bellissimo) stempera nella simpatia e nella grande capacità dei sei fusti neri: assorbire e accogliere tanta esuberanza e richiesta di contatto. Così il prologo del concerto dei Neri per Caso, al teatro Parodi di Porto Torres, è un corpo unico di uno show, abbondante e generoso che si consuma per oltre due ore di canto.

Quello andato in scena venerdì 5 marzo, è l’esordio di un palinsesto di concerti ed iniziative, promosse dall’associazione turritana Musicando Insieme, organizzato in occasione del decennale della scuola civica di musica Fabrizio De Andrè. Grati e orgogliosi di aprire questa rassegna (chiuderà il 30 aprile con la Banda Osiris), il clan di Salerno, scioglie subito il pubblico. Il "conduttore" Mario Crescenzo De Vitis, citando esperienze trascorse sull’isola, aggiunge i ricordi personali dei colleghi "assenti", presenti nei cuori di tutti: Fabrizio De Andrè (al quale è intestata la scuola civica) e Andrea (Parodi) che li aveva invitati anni prima a cantare in Sardegna: è la prima ovazione, ancor prima dell’inizio. Dedicato al continente atlantico (musa ispiratrice del loro repertorio) con "Englishman in New York" di Sting. Nel ripercorrere la storia artistica di un ventennio iniziata a Salerno, tocca a Ciro Caravano, possente basso e barbuto fratello della "batteria" Diego, spiegare alcune specifiche del canto "a cappella". Specialità che li ha resi prima vocalist band italiana nel mondo, riconoscibile dal tipico sincopato al petto, scandito durante l’esecuzione dei brani. "..Io (Ciro) Gonzalo, Massimo e Mario (non applauditelo..!) completiamo il disegno armonico per quello che in gergo chiamano GROWE..." In apertura lo stesso Mario, aveva elogiato il modello insulare del "canto a tenores", evidenziandone alcuni punti di contatto.

Le cover eseguite seguono l’iperbole di una fortunata carriera. Iniziata con il primo contratto discografico sul finire degli anni ’80 e l’approdo al festival di Sanremo nel 1994 con "Donne" di Zucchero. L’interpretazione sul palco turritano offre il medesimo entusiasmo di allora. Stessa cosa per "Le ragazze" che valse la vittoria nella sezione nuove proposte del Sanremo 1995. Altri brani in scaletta: "Viva la mamma" (Edoardo Bennato), "Io so pazzo" (Pino Daniele), "Via con me" (Paolo Conte) segnano la prima parte dello spettacolo: spumeggiante, la platea è esaurita e gradisce molto.

Nel sestetto ci sono due coppie di fratelli, cugini fra loro, (..’frate – cusin’..di nome e di fatto, nello slang partenopeo) e giocando sui dialetti sale l’interazione con il pubblico che si prepara al gran finale. Basato sulla promozione del loro ultimo album edito nel 2008 e intitolato "Angoli Diversi".

Undici brani eseguiti in duetto con altrettanti artisti del proscenio nazionale: Da Baglioni ai Pooh, da Mango a Gino Paoli, sino a Mario Biondi. Le esecuzioni sono magistrali anche se la perfezione ricercata dai coristi, autodenuncia (con eccesso di zelo) colpi di tosse o piccole imperfezioni, ignorate dagli spettatori che applaudono ripetutamente a scena aperta. Scende in platea Mimì Caravano (fratello di Gonzalo) che fa la parodia a papa Ratzinger. Dalla ribalta Mario Crescenzo , prepara il pubblico a supportare il coro: canti e ritmo con le mani. Il finale al fulmicotone: i ragazzi delle prime fila sono scatenati; i genitori e gli "anziani" pure. Salgono le richieste di Bis, prima del commiato. Prolungato in più riprese con il regge di Bob Marley, il cubano di "Guantamela" e il loro famoso "Sentimento Pentimento". Cori e richieste di bis, le ovazioni continuano. C’è anche il remake di "Ufo Robot" nel congedo. Che si trasferisce nei camerini. Il traffico è veicolato da Donatella Parodi (direttrice della civica di musica), raggiante pure lei. Erano anni che la città non viveva una serata di questo genere. Contenti gli artisti che non si risparmiano ai saluti e alle ultime foto. Da domani (domenica) li attende una nuova avventura: un lungo tour in Romania: trasmissioni alla televisione nazionale ed anche un concerto dal vivo. Poi l’estate, in agenda serate dal vivo e il lavoro di preaparazione all’uscita del nuovo album. Prima di salutarli, una battuta al volo con Mario Crescenzo, leader sul palco. Gli chiedo di soddisfare una curiosità personale, nulla al riguardo del bellissimo concerto: "..Pensi di festeggiare il prossimo governatore della regione Campania ? - "...Per ora non ci pensiamo.." glissa imperturbabile. Gli aerei e la Romania hanno priorità e considerata la situazione come si fa a non credergli. La musica italiana avanza anche grazie a loro.

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