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 Home page > Attualità > Politica > I 14 punti di Geronimo alias Paolo Cirino Pomicino

I 14 punti di Geronimo alias Paolo Cirino Pomicino

Armatevi di pazienza. Una a una vengono fuori le versioni personalissime sul ventaglio 92-93, quello che lavorò ai fianchi una prima repubblica poi sfinita dalle tangenti. Nel reparto di gerontoiatria s’accalca la verità d’ognuno, di chiunque, col biglietto in mano, pretenda di dirla da grande vecchio della repubblica, di saperne più degli altri senza neppure – peraltro – il timore di passare quantomeno per intempestivo.

E’ la volta di Paolo Cirino Pomicino. Certo, si dirà che il Geronimo è abituato alla penna. Ma il romanzone alla Cossiga sulle “Stragi di mafia” non ce lo si aspettava. E’ sul Secolo XIX (sul Secolo XIX) il pezzo che di suo pugno, a quanto dice, ripercorre dapprima alcune supposte verità incontestabili. Per aprirsi, grande vecchio uguale grande nonno, ai saggi consigli. Puntini sulle i, Geronimo. In breve: tutti sapevano e ora parlano a vanvera riparati dal fumo della senilità professionale. Cito:

1) Sono stati sempre noti i collegamenti negli anni ‘89-‘93 tra alcuni gradi dei servizi italiani e stranieri e alcuni mafiosi. Dal rapporto riservato e non autorizzato con Totuccio Contorno del prefetto Domenico Sica e del capo della Criminalpol Gianni Di Gennaro, agli uomini che visitarono nel carcere inglese di Full Sutton il mafioso Francesco Di Carlo per chiedergli indicazioni sui possibili killer per uccidere Giovanni Falcone sino al rapporto con Vito Ciancimino del generale de i carabinieri Mario Mori. Ben svegliato. E’ il 7 Agosto 2009, gentile bi-ministro. Gradisce del caffè?

2) Nel settembre del 1989 il decreto legge Andreotti-Vassalli allunga il periodo di carcerazione preventiva agli imputati di associazione mafiosa. Il vecchio Pci con Violante fa una tremenda requisitoria contro il governo e vota contro;
Mmm..Piu’ in là capisci dove potrebbe arrivare. Ma forse qualche amico defunto della primavera saprebbe dircene qualcosa. No? Su Violante, poi, alzi la mano chi ha da eccepire.

3) Alla fine dell’estate del ‘90, secondo gli accertamenti del pm di Caltanissetta Luca Tescaroli, c’è un contatto tra alcuni capi mafiosi (Totò Riina o Bernardo Provenzano) e un non meglio identificato agente istituzionale per discutere della reazione stragista alla legislazione antimafia dell’epoca;
E chi, di grazia?

4) Nello stesso anno, Francesco Di Carlo riceve nel carcere inglese di Full Sutton un agente dei servizi siriani, tal Nazzar Hindaw, insieme a quattro persone, tre mediorientali e un italiano. Questi gli chiesero di indicare qualcuno che poteva aiutarli a uccidere Giovanni Falcone. Di Carlo fece il nome di Antonino Gioè, che infatti partecipò alla strage di Capaci, fu arrestato e un mese dopo fu trovato impiccato nel carcere di Rebibbia;
Ammazzacaffè?

5) Il 23 dicembre ‘91 viaggiano casualmente sullo stesso volo Roma-Palermo Luciano Violante e Giovanni Brusca, già all’epoca noto mafioso;

6) Tre mesi dopo il piemontese Luciano Violante fu capolista a Palermo del vecchio Pci nelle elezioni politiche del 1992 e in quella occasione nasce il movimento della Rete di Leoluca Orlando, che prende in Sicilia il 9% salvo a sparire qualche tempo dopo;

7) Il 5 marzo 1992 c’è l’omicidio di Salvo Lima;
Appunto.

8 ) Il 17 marzo 1992 Vincenzo Scotti, ministro dell’Interno, allerta le prefetture di tutta Italia preannunciando un piano di destabilizzazione istituzionale. Questo piano prevedeva attacchi mafiosi e indagini giudiziarie su tutti i leader dei partiti di governo. Quarantotto ore dopo Scotti si rimangia tutto davanti alle Commissioni Affari Costituzionali di Camera e Senato;
Ma non era il silurato?

9) Il 23 maggio1992 Falcone e la sua scorta saltano in aria;

10) Ai primi di luglio ‘92, uno scritto anonimo inviato a tutte le autorità descriveva tutto ciò che poi sarebbe accaduto nei mesi successivi sugli attacchi mafiosi, sulle indagini di Tangentopoli e sull’impunità dei mafiosi pentiti;

11) Il 19 luglio ‘92 Borsellino e la sua scorta saltano in aria in via D’Amelio;

12) Nel settembre ‘92 a casa Scotti, non più ministro, il capo della polizia Vincenzo Parisi e il capo di stato maggiore dell’arma dei carabinieri, generale Domenico Pisani, confermarono al neoeletto segretario della Dc MinoMartinazzoli la veridicità dell’informativa del marzo precedente per la quale lo stesso Scotti prima aveva allertato le prefetture e poi ne aveva smentito il valore;

13) Nel gennaio del ‘93 viene arrestato Totò Riina;

14) Nella primavera del ‘93 arrivano le bombe mafiose di Milano, Firenze e Roma e subito dopo i programmi di protezione incominceranno a scarcerare mafiosi, camorristi e ‘ndranghetisti (oltre 3 mila nei dieci anni successivi) così come aveva previsto il documento anonimo del luglio ‘92.


Questo documento ha per caso un nome?

Ultimo dato da ricordare. Pochi giorni dopo la sua morte, Giovanni Falcone doveva incontrare, come è documentato da un telex alla Farnesina, Valentin Stepankov, procuratore generale di Mosca che indagava sull’uscita dalla Russia di ingenti somme di denaro nella disponibilità del Kgb, molti agenti del quale gironzolavano indisturbati per mezza Europa.

Eccolo. Sia chiaro, nessun innocente-tutti colpevoli. Ma la strada merita qualche lampione, e qualche delucidazione di sorta (vedi, per esempio, l’omessa spiegazione sulla consequenzialità Violante a Palermo - nascita Rete di Orlando e morte della stessa a elezioni concluse). Sicuro, roba – al solito – che sciocca.
Le considerazioni dell’autore si fermano poi sul ruolo di Violante e di “certa” parte politica (piuttosto che della politica tout court). Una parte, dice. Magari meno colossale e correntista, più da bottega. Di certo oscura. E l’allineamento con Tangentopoli? E la perenne accusa ordita ai post-comunisti illesi? Ci spieghi, dottore. Ci spieghi. Siamo giovani e incliti, la storia l’apprendiamo attraverso il cinema.

Infine, il consiglio spassionato.

Le forze politiche abbiano un sussulto di orgoglio e varino una Commissione parlamentare di inchiesta su quegli anni in cui la Repubblica fu tradita e certi servitori dello Stato, come Falcone e Borsellino, pagarono con la vita la lealtà verso la nostra democrazia. E si faccia presto perché annusiamo sotto vento che è in preparazione un altro furibondo attacco alle istituzioni che presiedono alla legalità repubblicana con complicità attive e omissive impensabili e di cui presto torneremo a parlare.

Patenti per rispondere e valutare non ce ne abbiamo. Ci basterà riportare la replica, almeno sul Pomicino-foriero di buoni consigli, di Giovanna Maggiani Chelli, rappresentante dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili.

Un’altra voce si leva tardivamente e speriamo non opportunisticamente sulle stragi del 1993, su quella di via dei Georgofili del 27 Maggio 1993 quella del Dr. Cirino Pomicino. Invoca una commissione d’inchiesta in tutta fretta il Dr. Cirino Pomicino, perché tempo secondo lui non ce ne sarebbe più.

Da giorni diciamo che qualsiasi commissione parlamentare sulle stragi del 1993 – in questo momento - sarebbe una disgrazia, visto lo stato della politica italiana e le condizioni in cui versa il Parlamento.

Non c’è stata innocenza da parte di nessuno per quelle stragi del 1993, non c’è stata innocenza da parte dell’intera classe politica nel massacro via dei Georgofili.

Da 16 anni piangiamo i nostri morti che non possiamo ancora seppellire , si abbia almeno la compiacenza di non pontificare e si risparmino consigli che riteniamo vergognosi, visto che l’orgoglio è una virtù di persone serie.

Questo è quanto. Le minacce di B. alla Rai “anti-governo” (come se oggi Paragone fosse stato nominato da Vergassola) erano davvero succulente, ma le reazioni, in rete, non saranno tardate.

Spesso se ne sentono di tutte, e quando un vecchio rimbacucchito apre bocca, se è il

caso, gli si ride in faccia (spece a facce come quella). Ma gli si rida dopo aver capito. Noi ci proviamo, riportiamo, e registriamo nella ricostruzione.
U’

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