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Perché la Guinea Equatoriale è il paese meno visitato dell’Africa

 

Nell’ultimo rapporto dell’Organizzazione mondiale del turismo (Unwto) viene evidenziato come l’Africa sia in assoluto l’area che registra la più rapida crescita di flussi turistici internazionali. I dati raccolti mostrano che gli arrivi verso il continente sono passati da 50 milioni nel 2011 a 53 milioni nel 2012.

Ciò significa un aumento del 6% delle presenze e un corrispondente incremento delle entrate derivate dal turismo, pari a 34 miliardi di dollari.

In assoluto, le destinazioni più gettonate sono Marocco, Egitto, Mauritius e Sudafrica. Quest’ultimo ha registrato una crescita del 10% di arrivi in un anno, per un totale complessivo di 9,2 milioni di visite nel 2012.

Ma non tutti i paesi africani riescono ad attirare turisti e sfruttare i vantaggi dello sviluppo di questo settore. Il portale d’informazione Africa Review ha stilato un elenco dei dieci paesi meno visitati in Africa nel 2012. La lista si basa sui dati forniti dalla Banca mondiale e dalla Banca africana di sviluppo, che non hanno incluso Sudan e Somalia, a causa della mancanza di dati disponibili.

Scorrendo l’elenco, si intuisce chiaramente come la carenza di infrastrutture e l’instabilità politica siano le caratteristiche che connotano tutti i paesi africani che non beneficiano del boom del settore, alcuni dei quali sono praticamente evitati dai turisti, primo tra tutti la Guinea Equatoriale.

I motivi che spingono i viaggiatori a non considerare questa meta sono dovuti ad una combinazione di fattori, tra i quali la totale assenza di una strategia di marketing turistico e strutture carenti. Senza contare che ottenere un visto turistico per il paese dell’Africa centrale è un incubo burocratico, a meno che il richiedente non sia americano.

La Banca Mondiale, tuttavia, non omette di citare altre possibili cause per cui i turisti preferiscono evitare la Guinea Equatoriale, prima tra tutte la sistematica violazione dei diritti umani nel paese.

Molte organizzazioni non governative internazionali impegnate nella salvaguardia dei diritti umani come Amnesty International, da decenni denunciano gli arresti arbitrari e la tortura, così come la mancanza di stampa indipendente nel regime dittatoriale del presidente Teodor Obiang Nguema Mbasogo, al potere dal lontano 1979.

LEGGI ANCHE: GUINEA, UN POPOLO IN OSTAGGIO

Secondo i rapporti di tutte le organizzazioni più accreditate, Obiang è ritenuto uno dei più feroci dittatori del mondo. Esuli equatoguineani che hanno trovato asilo politico in Spagna affermano come nell’ex colonia spagnola, ancora oggi, si possa essere arrestati semplicemente perché si lamenta la mancanza di acqua potabile o perché si critica il malfunzionamento di una struttura pubblica.

Le stesse organizzazioni rivelano come i guineani siano costretti a pagare per avere un posto di lavoro nel proprio paese, perché la rete familiare e clanica del presidente è talmente radicata sul territorio, tanto da controllare praticamente ogni impresa attraverso un delegato del governo, che riscuote la tangente.

Non a caso, molti analisti politici che si occupano dell’Africa centrale sono concordi nel ritenere la Guinea Equatoriale il peggior paese dell’area, forse l’unico in tutto il continente che abbia rimpianto il colonialismo.

In altre parole, è chiaro che una simile situazione non invogli i turisti a decidere di visitare la Guinea Equatoriale. Ed è un vero peccato perché potrebbero godere delle splendide spiagge deserte di Bata, dell’architettura coloniale spagnola e di una natura esuberante dominata da foreste pluviali e paesaggi vulcanici, oltre a quelle che sono probabilmente le attrazione principali del paese: il vulcano Pico Basilé e il parco nazionale del monte Alen.

E il tutto senza dover affrontare folle di gitanti.

 

Foto: UNED/Flickr

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