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Grillo e il Titanic Italia

Alla fine la riforma elettorale non si farà. Nella migliore delle ipotesi, la montagna partorirà il solito topolino. Le posizioni da conciliare sono sostanzialmente due. Quella di Berlusconi convertitosi al proporzionale puro, che prevede l’abolizione del premio di maggioranza del “Porcellum”, e il mantenimento delle liste bloccate; quella di Bersani, che invece il premio di maggioranza vorrebbe salvarlo.

Storicamente, le mediazioni migliori (o peggiori, a seconda dei punti di vista) sono quelle democristiane. Un copyright eterno, tramandato dalla Dc a tutte le cellule di Balena bianca ancora presenti nel corpo della politica italiana. Pare che l’Udc stia per farsi avanti con l’uovo di Colombo, un premio di maggioranza da assegnare alla coalizione che superi il 40%. Un modo per perpetuare l’attuale situazione di sostanziale frammentazione, l’ideale per un Monti bis o chi per lui. In ogni caso, di preferenze non parla più nessuno

Ciò significa anche che la proposta depositata in Parlamento dal Pd passa direttamente nel cassonetto della differenziata (carta): 70% dei seggi assegnati sulla base di collegi uninominali a doppio turno e 28% con metodo proporzionale su base regionale o pluriprovinciale, più un 2% (corrispondente a 12 seggi) riservato al cosiddetto “diritto di tribuna”. In quello dell’umido, le speranze di chi aveva creduto che i politici avrebbero finalmente avuto un sussulto di dignità e avrebbero restituito al popolo il diritto a scegliersi propri rappresentanti. Invece, non sono stati capaci di licenziare uno straccio di riforma elettorale, nonostante non si sia quasi parlato d’altro per l’intera legislatura. La paura presa dopo le elezioni in Sicilia aumenterà l’istinto di autoconservazione di una classe politica inadeguata e inetta, che impegnerà le proprie energie per scovare l’espediente capace di sbarrare la strada a Beppe Grillo. Con percentuali di astensione record (Sicilia docet), il Movimento Cinque Stelle ha buone probabilità di fare saltare il banco.

Diffido dei populisti. Non voterei mai un politico che attraversa lo stretto di Messina a nuoto perché mi ricorda quello che lotta con le tigri o l’altro che traccia, alla guida del trattore, il solco che poi la spada dovrà difendere. Oltretutto, un comico a Palazzo Chigi l’abbiamo già avuto e, alla fine, raccontava sempre le stesse barzellette. Ma lor signori farebbero bene a porsi qualche domanda e a considerare che la demonizzazione rischia di essere il migliore alleato di Grillo. Perché chi demonizza non ha alcuna credibilità. Perché potrebbe sì trattarsi di un salto nel buio, ma in tanti pensano che la priorità sia saltare fuori dalla melma della Seconda Repubblica e poi quel che sarà, sarà. Il Titanic affonda, l’orchestra continua a suonare lo stesso spartito e sul ponte è il consueto spettacolo di ladri, privilegiati, nani e ballerine. Grillo ce lo meritiamo.

 

 

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Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.139) 7 novembre 2012 14:59

    grillo, hai sempre fatto l’umirista in TV (pagliaccio) cosa vuoi adesso....ahahahahah

    ti sei rincoglionito il cervello
  • Di (---.---.---.229) 7 novembre 2012 15:17

    Tuttavia é vero anche che fare peggio della attuale classe politica é praticamente impossibile....

    • Di (---.---.---.138) 7 novembre 2012 23:41

      Questo non è assolutamente vero. Anche la "classe politica" liberale faceva abbastanza schifo e con la crisi post prima guerra mondiale siamo approdati al fascismo. Al peggio non c’è mai limite, dopo Andreotti e Craxi siamo approdati a Berlusconi e Prodi, la ditta Grillo/Casaleggio potrebbe portarci al definitivo disastro, all’emarginazione totale dell’Italia dal novero delle nazioni civili.

  • Di (---.---.---.61) 23 maggio 2013 10:52

    Forza Grillo!

     

  • Di (---.---.---.61) 23 maggio 2013 11:16

    Sono anni, almeno 30, che seguo gli spettacoli di Grillo, nei quali fingendo di fare il comico ha sempre fatto politica denunciando con incredibile anticipo sprechi, truffe e ipocrisie che tutti oggi, soprattutto grazie a lui, conosciamo. Che governi oppure no, sappiamo bene che le sue denunce e il suo manipolo di volenterosi incensurati hanno fatto un gran bene alla politica, che altrimenti continuerebbe con l’omertà mafiosa, fregandosene altamente del mandato elettorale degli italiani per spartirsi lo spartibile. Con la presenza dei grillini in parlamento, questo tipo di politica ha vita molto più difficile, e questo è innegabile. Il principale detrattore di Grillo è il PD, che oltre a non aver saputo fare il proprio mestiere, ossia di forza di sinistra che rappresenti e difenda le categorie socialmente più deboli,è coinvolto come gli altri in gravi episodi di corruzione. Qual è la principale accusa che gli muove? La mancanza di democrazia all’interno del movimento, un’accusa a dir poco ipocrita. In primo luogo questo problema riguarda solo i membri del movimento, che sono liberi di andarsene qualora lo lamentassero, come ovunque in un paese libero. Ma soprattutto, qualcuno si è mai posto la domanda se all’interno del Pdl, o della Lega, o dello stesso PD ci sia democrazia ? La risposta sarebbe ovvia, NO, e i tanti casi di corruzione a livello politico lo dimostrano. Ma questo argomento, unito all’associazione del tutto surreale con Mussolini e Hitler, fa presa su alcune categorie di elettori poco portate all’autonomia di giudizio e all’analisi. E questa campagna elettorale si è particolarmente distinta, soprattutto da parte della stampa, per malafede e manipolazione dell’opinione pubblica.  [email protected]

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